giovedì, 25 Aprile 2024

APS | Rivista di politica internazionale

giovedì, 25 Aprile 2024

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Saeb Erekat: ritratto di un negoziatore di pace

In 3 sorsi – Il negoziatore palestinese Saeb Erekat è deceduto questo novembre, dopo un lungo mese di lotta contro il coronavirus, contratto nei primi giorni dell’ottobre scorso. Consigliere del Presidente palestinese Abbas e del suo predecessore Yasser Arafat, il Segretario Generale dell’OLP lascia, oltre alla sua famiglia, anche coloro che dopo gli accordi di Oslo credevano in una pace possibile tra Palestina e Israele.

1. LA VITA PRIMA DEL RUOLO

“Saeb ha dedicato la sua vita alla sua gente”. Sono queste le parole con cui Tzipi Livni, ex ministro degli Esteri israeliano, ricorda Erekat: “Quando si ammalò, mi scrisse: ‘Non ho ancora finito con quello per cui sono nato’”. Il negoziatore era convinto di riuscire a sconfiggerlo quel virus, invece non ne ha avuto la forza, indebolito anche da un trapianto polmonare ricevuto nel 2017. Nato il 28 aprile del 1955 a Gerusalemme, Saeb Erekat ha passato la maggior parte della sua vita nella cittĂ  occupata di Gerico, esperienza che ricorderĂ  spesso con l’obiettivo di spiegare agli stranieri l’impatto dell’occupazione israeliana e per riuscire a identificarsi come piaceva a lui, come un “palestinese ordinario”. Studiò prima all’UniversitĂ  di San Francisco e poco dopo a quella di Bradford, in Gran Bretagna, dove si concentrò sui processi di pace e la risoluzione dei conflitti. Qualche anno dopo divenne professore all’UniversitĂ  di An-Nahja a Nablus e scrittore per il giornale Al-Quds e, in poco tempo, un rappresentante di spicco dei palestinesi, sempre piĂą vicino a Yasser Arafat.

Embed from Getty Images

Fig. 1 – Alcuni palestinesi in lutto insieme alla guardia d’onore portano la bara del defunto Saeb Erekat durante il corteo funebre nella cittĂ  di Gerico, in Cisgiordania, l’11 novembre 2020

2. NON SOLO ACCORDI DI OSLO

Uno dei grandi meriti di Erekat come negoziatore sono gli accordi di Oslo, datati 13 settembre 1993: questi prendono il loro nome dalla serie di negoziati ufficiali svoltisi presso l’omonima cittĂ  norvegese tra il 1992 e il 1993, anno in cui si arrivò alla relativa firma della Dichiarazione dei Principi (DOP). Dietro alla famosa stretta di mano tra il leader dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) Yasser Arafat e il Primo Ministro israeliano Ytzhak Rabin, avvenuta in presenza dell’allora Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton presso la Casa Bianca, c’era proprio la figura di Saeb. Uno dei punti fondamentali degli accordi era la divisione della Cisgiordania e della striscia di Gaza in tre zone, rispettivamente una sotto controllo della Palestina, un’altra di Israele e la terza zona in cui l’autoritĂ  civile sarebbe stata palestinese, mentre il controllo militare sarebbe rimasto isrealiano. Il tentativo del processo di pace continuò con la firma degli accordi Oslo II, siglati nel 1995, che sancivano il governo dell’OLP su molte delle cittĂ  e dei villaggi della Cisgiordania e di Gaza. Ma le trattative non finirono qui: dopo un ulteriore accordo firmato nel 1998, Arafat ed Ehud Barak si incontrarono a Camp David nel 2000, ma l’esito fu fallimentare e riaprii le ostilitĂ  fra le due parti, sancendo la fine definitiva del processo di pace, e portando alla seconda Intifada nel settembre dello stesso anno.

Embed from Getty Images

Fig. 2 – Alcuni palestinesi in lutto insieme alla guardia d’onore portano la bara del defunto Saeb Erekat durante il corteo funebre nella cittĂ  di Gerico, in Cisgiordania, l’11 novembre 2020

3. L’EREDITÀ E IL FUTURO INCERTO

Saeb Erekat è rimasto convinto fino al suo ultimo giorno che soltanto la diplomazia sarebbe stata in grado di vedere uno Stato palestinese indipendente affianco a Israele e a risolvere una volta per tutte il conflitto in Medio Oriente. L’uomo che fece scalpore alla Conferenza Internazionale di Madrid del 1991 indossando uno dei simboli nazionali palestinesi, la kefiah, lascia dietro a sĂ© la preoccupazione che un’altra personalitĂ  del suo calibro, così devota alla causa mediorientale, sarĂ  difficile trovarla in breve tempo. “La sua scomparsa è un triste memorandum di come quelli della nostra generazione non potranno mai vedere realizzato il sogno di uno Stato palestinese indipendente”, così commenta un amico di Erekat. Lo scorso agosto il negoziatore era stato tra i piĂą ferventi a condannare i patti di normalizzazione sponsorizzati dagli USA tra Bahrein, Emirati, Sudan e Israele, definiti da lui stesso come il simbolo della nascita di un “sionismo arabo”Gli accordi di Oslo hanno fallito nel portare pace e stabilitĂ  nella regione: il conflitto israelo-palestinese è ancora lontanissimo da una definitiva risoluzione, sia per l’incapacitĂ  delle parti di trovare un punto di incontro, sia per la galassia di problemi sociali e di sicurezza che gravitano intorno a questo scontro pluridecennale. In questa instabilitĂ  continua l’unica certezza è che c’è un estremo bisogno di personalitĂ  di pace come lo era Saeb Erekat. Il suo lavoro e i suoi risultati non saranno dimenticati.

Marta Madotto

Immagine di copertina: Photo by hosny_salah is licensed under CC BY-NC-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • Saeb Erekat ha dedicato la maggior parte della sua vita alla risoluzione del conflitto arabo-israeliano, per dare pace e futuro alla sua gente.
  • Il suo piĂą importante successo come negoziatore sono stati gli Accordi di Oslo del 1993, firmati in presenza dell’allora Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton dal leader dell’OLP Yasser Arafat e dal Primo Ministro israeliano Ytzhak Rabin.
  • Nella continua instabilitĂ  del conflitto, l’unica certezza è che c’è un estremo bisogno di personalitĂ  come Saeb Erekat, che hanno saputo metter al centro della loro vita il futuro di un’intera nazione.

Vuoi di piĂą? Iscriviti!

Scopri che cosa puoi avere in piĂą iscrivendoti

Marta Madotto
Marta Madotto

Classe 1992, amo da sempre il mondo arabo e sono cultrice di Storia e Istituzioni del Mondo Musulmano presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Mi piace scrivere e viaggiare, e guardare il mondo sempre con occhi diversi. Il mio motto è: nella vita non si smette mai di imparare!

Ti potrebbe interessare