In 3 Sorsi – Ospitiamo un contributo da parte di Diplomacy – Festival della Diplomazia, nostro partner. La Cina ha siglato un accordo di libero scambio con i Paesi dell’ASEAN, che potrebbe aprire interessanti opportunità commerciali e di investimento anche per l’Italia, già molto interessata.
1. ACCORDO TRA CINA E ASEAN
La recente intesa commerciale, Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), fra la Cina e l’Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (Asean) – Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam – estesa ad Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud, riguarda quasi un terzo della popolazione mondiale (2,2 miliardi di persone) e una gran parte dell’economia del globo (27 triliardi di dollari). Il Rcep è l’esito di una negoziazione iniziata circa dieci anni fa, che ha trovato una sua accelerazione nella speranza che i risultati auspicati possano contribuire a risollevare l’intera regione, gravemente colpita dalla pandemia del Covid-19. L’intesa mette in evidenza l’importanza che assumono il libero scambio e la cooperazione multilaterale in una regione dell’Asia-Pacifico che si propone di assumere la leadership della ripresa globale. Nonostante molti osservatori l’abbiano vista come una crescita dell’influenza economica di Pechino, l’iniziativa della firma del trattato è stata presa dai Paesi Asean, un organismo che rappresenta il più promettente progetto di integrazione regionale nell’area Asia Pacifico. Nelle attuali dinamiche politiche ed economiche globali, la centralità geostrategica di questa Associazione assume una particolare importanza, anche per i nostri interessi nazionali. Attualmente, il Pil complessivo dei dieci Paesi membri è di quasi 3.000 miliardi di euro, vale a dire la quinta economia al mondo. In questa regione passa quotidianamente oltre il 60% del traffico commerciale globale e oltre il 40% delle forniture di petrolio.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Un’immagine della firma del RCEP
2. L’ITALIA IN CAMPO
Lo scorso 9 settembre 2020, a seguito di diverse iniziative che hanno incrementato il rapporto di fiducia e di solida amicizia basato su relazioni bilaterali di lungo corso, la candidatura dell’Italia a diventare partner è stata approvata all’unanimità nella 53^ sessione dei Ministri degli Affari Esteri dell’ASEAN. Sicuramente ciò favorirà le nostre aziende interessate a quei mercati, e più in generale renderà più efficiente l’azione del nostro Sistema Paese che mostra forti potenzialità di crescita e quasi 18 mld di euro di interscambio commerciale nel 2019. È importante ricordare che, soprattutto negli scenari post Covid-19, l’Asia Sud Orientale si presenterà come un mercato preferenziale per il nostro export, ancor più importante alla luce dell’andamento negativo di altre aree del mondo più colpite dalla crisi sanitaria ed economica. Nei Paesi ASEAN è presente una popolazione giovane e istruita, con una classe media in forte espansione che è sempre più attratta dallo stile di vita e dai prodotti italiani, percepiti come sinonimo di lusso, eccellenza e qualità. Nonostante la pandemia, si creeranno maggiori occasioni di incontro, dialogo e collaborazione industriale tra imprese italiane e locali, e il nostro Paese potrà continuare a ricercare spazi di azione in campi in cui la leadership italiana è riconosciuta (aerospaziale, farmaceutico, tecnologie mediche, informatica, energie rinnovabili, connettività, ingegneria marittima e navalmeccanica).
Embed from Getty ImagesFig. 2 – L’Italia ha individuato nella Cina un partner commerciale strategico
3. OPPORTUNITA’ NEL NOME DELLA SOSTENIBILITA’
L’Italia può iniziare a immaginare un piano di promozione per una cooperazione multiforme e flessibile, su diverse dimensioni, a partire da quella politico-securitaria, che mira al rafforzamento delle capacità delle istituzioni dei paesi ASEAN e delle loro forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata, al crimine informatico e al terrorismo, e nel mantenimento della sicurezza marittima. In ambito socioculturale, la comprovata esperienza italiana per la protezione e la conservazione di siti archeologici protetti dall’UNESCO, molti dei quali si trovano in Paesi ASEAN, è ampiamente riconosciuta. Il nostro Paese può infine imporsi come partner solido anche nell’ambito della piena inclusività e della sostenibilità, alla luce del ruolo di co-presidente della prossima COP26, incentrata sull’impatto sproporzionato che il cambiamento climatico avrà sulle giovani generazioni. Contribuendo a uno sviluppo dell’economia regionale dell’area Asia-Pacific altamente integrato, innovativo e dinamico, diventeremo co-protagonisti di una nuova era di stabilità politica regionale che passa attraverso lo sviluppo economico sostenibile, il progresso sociale e la crescita culturale.
Giorgio Bartolomucci, segretario generale Festival della Diplomazia