La visita del Presidente Xi Jinping in Olanda, Francia, Germania, Belgio, alle Istituzioni europee e al Collegio d’Europa  è stata storica. Allo stesso tempo però è legittimo chiedersi se ridarà fiato a un processo di avvicinamento che negli ultimi anni ha stentato a procedere spedito, a causa degli attriti più o meno forti che hanno minato le relazioni tra Repubblica popolare e Unione Europea
I RAPPORTI BILATERALI – Il Presidente Xi ha visitato Bruxelles dopo un tour di 10 giorni che l’ha portato prima in Olanda, dove ha partecipato all’Aia al Vertice sulla sicurezza nucleare, e dove ha avuto colloqui bilaterali come quello con il Presidente Obama e quello Sudcoreano, poi in Francia, dove sono stati firmati accordi commerciali per un valore totale di 18 miliardi di dollari, e infine in Germania dove, accordi di grande portata dal punto di vista economico e simbolico sono stati firmati con il principale partner europeo del Dragone e il sesto a livello mondiale per quanto riguarda il commercio.
VISITA ALLE ISTITUZIONI EUROPEE – Analizzare piĂą in particolare i contenuti della visita a Bruxelles e a Bruges del Presidente cinese, è necessario per comprendere se, rispetto al passato, possiamo parlare di passo in avanti significativo nelle relazioni tra Cina ed Europa, o se l’incontro con Xi sia stato solo un grande evento mediatico.
La visita è stata preparata in modo molto minuzioso, senza lasciare nulla al caso. Prima della partenza del Presidente della Repubblica popolare infatti, sono state chiuse dal Governo cinese la disputa sui cosiddetti “vini europei” e quella relativa al polisilicone, che avevano raffreddato, insieme con la disputa sui pannelli solari, le relazioni tra le parti dalla fine del 2012 all’inizio del 2014. L’Unione Europea, dal canto suo, ha chiuso l’indagine sugli aiuti di Stato alle aziende cinesi delle telecomunicazioni Huawei e ZTE, favorendo così un dialogo più sereno tra le parti.
I CONTENUTI – Il Presidente Xi il 31 Marzo ha incontrato Herman Van Rompuy e Manuel Barroso a Bruxelles, rispettivamente Presidente del Consiglio europeo e Presidente della Commissione europea. Il leader cinese è stato anche il primo capo di Stato della Terra di mezzo a visitare il Parlamento europeo, quando ha parlato con Martin Schulz negli uffici dell’edificio Spaak di Bruxelles. Sul tavolo diversi temi piĂą o meno scottanti attendevano di essere affrontati e analizzati: tra di essi sicuramente rivestiva un ruolo rilevante quello dell’istituzione di un accordo per gli investimenti, ma le aspettative erano molto alte anche per ciò che si sarebbe deciso in merito al tema della Crimea e le rappresaglie Russe al confine ucraino. Si era parlato inoltre di un accordo che fino a qualche anno fa sarebbe parso fantascientifico tra le due parti: l’Accordo di libero scambio (Free trade agreement).
Nella dichiarazione congiunta rilasciata al termine della visita, scaricabile dal sito della EEAS (European External Action Service), i temi più spinosi sono stati lasciati in secondo piano, enfatizzando invece la cooperazione finanziaria e quella commerciale, così come sottolineando le grandi potenzialità della partnership in materia di innovazione, protezione dell’ambiente e lotta al cambiamento climatico, sostegno allo sviluppo regionale e all’integrazione tra zone urbane e zone rurali al fine di realizzare un “mantra” cinese dell’ultimo decennio: lo sviluppo sostenibile.
Nulla o quasi è stato detto sulla crisi Ucraina, se non che Unione europea e Cina sostengono, in un mondo multipolare, il ruolo centrale nelle Nazioni Unite nell’affrontare le crisi mondiali attraverso soluzioni pacifiche.
Per quanto riguarda il tema dei diritti umani, l’accenno alla loro tutela è stato minimo, e non si è fatto il nome del Tibet. Sono stati i temi economici il vero fulcro dell’incontro. Cina e Unione europea si sono dette positivamente colpite dall’esito dei due round di negoziati riguardo all’Accordo sugli investimenti, accordo che vuole proteggere gli investimenti reciproci e l’accesso ai rispettivi mercati, e auspicano che attraverso una maggiore cooperazione tra le parti si possa giungere, “quando le condizioni lo permettano e secondo una prospettiva di lungo termine”, a un Accordo di libero scambio.
Un altro tema ampiamente trattato nella dichiarazione comune è quello del rafforzamento dei legami tra i cittadini cinesi e quelli europei attraverso la cultura, l’educazione, i viaggi studio e la conoscenza reciproca della rispettiva storia e tradizione. In questo senso, è stato deciso che il prossimo “High level People-to-people Dialogue” si terrà nel maggio del 2014. Turismo, mobilità e immigrazione sono altri temi, non di secondo piano, che hanno ottenuto il proprio spazio nella dichiarazione congiunta.
IL DISCORSO DI XI AL COLLEGIO D’EUROPA – Tutto si può dire di Xi Jinping tranne che non sia un leader carismatico. In un discorso suggestivo ha trasmesso i principi cardine della politica estera cinese al pubblico presente, chiedendo la sua amicizia, comprensione e condivisione di un progetto comune.
Xi ha innanzitutto chiesto che Unione europea e Cina possano conoscersi in modo più approfondito, ringraziando nelle frasi introduttive il Collegio d’Europa per il ruolo educativo e formativo svolto fin dagli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Il leader cinese ha poi descritto il proprio Paese in cinque, semplici punti, sottolineando la “time-honored civilisation” cinese, le vicissitudini che la Terra di mezzo ha vissuto dopo lo scoppio della rivoluzione industriale nel diciottesimo secolo, il fatto che la Cina sia uno “Stato socialista con caratteristiche cinesi” e, allo stadio attuale, ancora il più grande Paese in via di sviluppo del mondo. Infine, Xi ha rimarcato la necessità di avere il coraggio per implementare riforme epocali, che sappiano incanalare nel giusto modo e stimolare positivamente i grandi cambiamenti che la Cina sta vivendo.
La seconda parte del discorso è stata rivolta ai “ponti di cooperazione e di amicizia” che Cina e Unione europea devono costruire per rafforzare le proprie relazioni. Pace e stabilità , crescita e prosperità , riforme e progresso, e infine una prosperità culturale comune. Questi ponti possono unire due delle più grandi civiltà del mondo, delle più grandi economie del pianeta e dei più importanti attori nell’arena internazionale.
UN TRIONFO DI DIPLOMAZIA FINANZIARIA? – Il viaggio europeo di Xi Jinping è stato definito da alcuni giornalisti italiani come un “trionfo di diplomazia finanziaria”. Il Presidente cinese ha stretto accordi commerciali per miliardi di euro in Olanda, Francia e Germania, oltre ad aver dato la definitiva spinta alla firma di un accordo tra la Banca Popolare cinese e la Bundesbank affinchè Francoforte diventi l’hub europeo per le transizioni finanziarie in Yuan, compiendo un notevole passo in avanti nella strategia della “internazionalizzazione della monete cinese”.
Xi ha inoltre battezzato la linea ferroviaria per il trasporto delle merci dalla città cinese di Chongqing e quella tedesca di Duisburg, altro tassello che si aggiunge al progetto della “Nuova via della seta”, già avviato lo scorso anno con gli accordi con i Paesi dell’Asia centrale. Infine, attraverso un “blitz finanziario”, come è stato definito dal “Sole24ore”, la Banca Centrale cinese ha sfondato, attraverso un investimento finanziario eccezionale, il tetto del 2% nel capitale di Eni ed Enel, due grandi aziende partecipate italiane.
Sulla spinosa questione Ucraina la Cina non si è sbilanciata troppo. Si è infatti astenuta nella votazione al Consiglio di sicurezza contro il referendum crimeo di annessione alla Russia, ottenendo i ringraziamenti di Putin per l’atteggiamento osservato, ma ha anche ottenuto che nella dichiarazione congiunta sino-europea il Paese ucraino non fosse nominato.
L’Accordo di libero scambio con l’UE, inoltre,  potrebbe rappresentare una mossa per mettere in difficoltà gli statunitensi, che stanno lavorando anch’essi a un accordo di libero scambio (il TTIP) con l’Unione Europea. Infine, un sempre più stretto rapporto economico tra UE e Cina potrebbe far ottenere da quest’ultima l’appoggio europeo nel caso i rapporti sino-giapponesi si deteriorassero.
Marco Bonaglia