Caffè lungo – In Sudamerica, la violenza spezza vite umane e futuro: un dramma sociale che frena lo sviluppo economico e perpetua un ciclo di disuguaglianze.
1. IL PESO DEL PIL E LA CAUSA DELLE DISUGUAGLIANZE
L’America Latina ospita solo l’8% della popolazione mondiale e, parallelamente, si stima che sia scenario di un terzo degli omicidi globali. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Inter-American Development Bank (IDB) sono intervenuti a riguardo attraverso degli studi pubblicati a novembre 2024. Ciò che emerge dagli ultimi dati è che il costo del crimine e della violenza in America Latina ha raggiunto il 3,44% del PIL (dati 2022). Gli alti tassi di criminalitĂ minano la produttivitĂ e la crescita, accentuando così le disuguaglianze, in particolare in Paesi e cittĂ giĂ fragili, con governance deboli.
2. IL CRIMINE IN NUMERI: TENDENZE E COSTI
I dati ufficiali dello United Nations office on Drugs and Crime mostrano il Brasile in testa alla classifica dei Paesi con il numero maggiore di vittime di omicidi intenzionali, seguito da Messico, Colombia ed Ecuador. Tuttavia, se guardiamo al tasso di vittime di omicidi intenzionali ogni 100mila abitanti, i Paesi piĂą colpiti sono la Giamaica, le isole Saint Vincent, Saint Lucia e l’Honduras. L’Ecuador si colloca settimo, il Messico nono, la Colombia undicesima e il Brasile addirittura tredicesimo. Questo ci dimostra che la densitĂ di criminalitĂ colpisce soprattutto gli Stati piĂą piccoli e deboli, e che ci sia quindi la necessitĂ di considerare non solo i numeri assoluti, ma anche l’incidenza proporzionale della violenza.
Fig. 1 – Distribuzione dell’indicatore “Victims of intentional homicide”, 2022, United Nations Office on Drugs and Crime, unitĂ di misura “Counts”
Fig. 2 – Distribuzione dell’indicatore “Victims of intentional homicide”, 2022, United Nations Office on Drugs and Crime, unitĂ di misura “Rate per 100,000 population”
Come riportato dal FMI, le differenze non sono solo tra Paesi, ma anche all’interno di essi. La variazione dei tassi di omicidi per persona è infatti significativamente più alta tra i comuni (i “pueblos”) di un singolo Stato, spesso con un livello di istruzione più basso, piuttosto che tra i Paesi stessi. Inoltre, la violenza registrata si colloca in particolare nelle zone costiere e di confine.
Analizzando poi le tendenze degli omicidi intenzionali degli ultimi anni, il Brasile ha registrato un calo a partire dal 2018, mentre Messico ed Ecuador, per esempio, sono in crescita.
Fig. 3 – Line plot dell’indicatore “Victims of intentional homicide”, 2022, United Nations Office on Drugs and Crime, unitĂ di misura “Counts”. Paesi considerati: Brasile, Messico, Colombia, Ecuador, Honduras, Venezuela, El Salvador
Le conseguenze economiche della criminalitĂ sono drammatiche: i dati raccolti dal FMI mostrano che un aumento del 10% degli omicidi riduce l’attivitĂ economica di quasi il 4% a livello comunale. Dal punto di vista statistico, le analisi ci portano a dire che dimezzare il tasso di omicidi potrebbe incrementare l’economia locale del 30% in media. Nella realtĂ , però, gli aggregati a livello nazionale sarebbero molto piĂą contenuti, dato che la criminalitĂ spesso delocalizza le attivitĂ economiche. In America Latina la criminalità è un ostacolo strutturale, e coloro che ne risentono di piĂą sono le piccole-medie imprese. L’ultimo studio condotto dal FMI su un questionario rispetto alla percezione del crimine e la violenza, riporta dati allarmanti: il 30% delle aziende percepisce la criminalitĂ dilagante come il problema principale. I costi da loro registrati, tenendo conto delle perdite subite e delle spese per la sicurezza, rappresentano il 7% delle vendite annuali. Le conseguenze di questi oneri penalizzano sia la produttivitĂ del lavoro, sia investimenti in innovazione e tecnologia, fattori chiave al giorno d’oggi per rimanere centrati nella competizione del mercato. Se consideriamo poi gli effetti sociali del fenomeno, vediamo che la crescente insicurezza riduce la fiducia sociale nelle Istituzioni, blocca opportunitĂ di crescita, e accentua le disuguaglianze. Analizzando poi i dati del 2022 raccolti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), vediamo che Brasile ed El Salvador spendono piĂą del 3% del PIL in sicurezza e ordine pubblico. Anche Colombia e Bahamas riportano piĂą del 2% del PIL per questa spesa. Sono cifre significative se pensiamo che la media dei Paesi OECD rimane sotto il 2%, e Paesi come la Svizzera o l’Islanda riportano poco piĂą dell’1,5% del PIL (fonte Eurostat, dati 2022). Anche l’Italia nel 2022 si collocava tra l’1,5% e il 2% del PIL, rimanendo poco sopra la media europea.
3. LA STRADA DA PERCORRERE E UNO SGUARDO SULLE POLITICHE PUBBLICHE
Affrontare il legame tra criminalitĂ , insicurezza e stagnazione economica richiede un ripensamento delle politiche pubbliche. Aumentare la fiducia nelle Istituzioni diventa allora fondamentale per limitare corruzione e clientelismo, portando a una governance piĂą stabile e trasparente.
Investire in istruzione è il passo principale per aumentare l’occupazione giovanile e ridurre le disuguaglianze, aumentando la produttivitĂ dei Paesi. L’iceberg della violenza, spesso, proviene da giovani che nascono in aree povere e marginalizzate dell’America Latina, dove la mancanza di alternative rende la criminalitĂ quasi inevitabile per sopravvivere. Ci sono molte associazioni, come ad esempio UNICEF, ActionAid o Ayuda en AcciĂłn, che operano per limitare questo fenomeno, offrendo altre opportunitĂ educative e lavorative a migliaia di giovani.
Un altro aspetto rilevante è l’investimento in tecnologie innovative, che possono portare a un maggiore controllo sia della violenza, sia dell’evasione.
Infine è importante sottolineare come il ruolo degli Stati europei e degli Stati nordamericani debba essere di collaborazione nel contrasto al traffico di droga e armi, piuttosto che replicare una nuova forma di imperialismo, sfruttando le grandi risorse latinoamericane.Â
La violenza in America Latina ha radici profonde, ma promuovere uno sviluppo inclusivo e trasparente è la via migliore per spezzare questo circolo vizioso restituendo speranza.
Sofia Noemi Crobeddu
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