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L’altra voce dell’Ibis

Per chi si trovasse a Torino in questi giorni, da non perdere la presentazione di una ricerca sulla missione militare IBIS in Somalia, sponsorizzata dall’Associazione Paracadutisti del Canavese.

L’EVENTO – Il 4 Luglio alle ore 18.00 presso il Circolo della Stampa di Corso Stati Uniti, 27, Torino – verrĂ  presentato il risultato della Ricerca svolta dalla giovane Dott.ssa Denise Serangelo sulla Somalia e i suoi veterani. Un viaggio tra storie, racconti ed analisi volte a far emergere il lato umano della missione IBIS che da oltre vent’anni divide analisti e storici.

Ad intervenire al dibattito saranno direttamente i veterani, affinchĂ© tutti possano vedere e sentire l’altra voce dell’IBIS.

LA STORIA – Il 13 dicembre 1992 iniziava l’impegno italiano in Somalia con la missione Ibis, parte della piĂą grande operazione “Restore Hope” che si prefiggeva la stabilizzazione della Somalia, teatro di una lunga e sanguinosa guerra civile iniziata giĂ  nel corso della dittatura di Siad Barre ed acuita ulteriormente dopo la sua caduta.

Sotto mandato delle Nazioni Unite, la missione internazionale operò per due anni in territorio somalo nel tentativo di sedare la violenza fra i signori della guerra che si combattevano tra di loro per il potere e ripristinare il normale funzionamento delle istituzioni e la ripresa della vita civile. I tentativi si rivelarono vani e la missione terminò nel marzo 1994 senza aver conseguito i propri obiettivi.

Colonna di mezzi italiani dopo l'attacco al "Checkpoint Pasta", 2 luglio 1993.
Colonna di mezzi italiani dopo l’attacco al “Checkpoint Pasta”, 2 luglio 1993.

Nei circa due anni di operazioni i contingenti internazionali accusarono pesanti perdite e difficoltĂ  di tipo operativo ma anche politico che resero il lavoro di pacificazione particolarmente duro.

Per l’Italia la missione Ibis ha rappresentato uno dei primi impegni internazionali che fecero apprezzare l’operato dei nostri militari all’estero, i quali rivelarono per la prima volta la capacitĂ  di destreggiarsi ed operare in ambienti particolarmente ostili alla presenza straniera ed ottenere risultati positivi. Risultati purtroppo parziali in Somalia, dove il pur importante contributo italiano ed il pesante prezzo di sangue pagato non furono sufficienti a terminare con successo la missione.

Oggi la Somalia è ancora un Paese debole, che fa fatica a rafforzare le proprie istituzioni e che risente pesantemente della natura tribale dei rapporti di forza sul territorio.

Denise Serangelo – Redazione

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Denise Serangelo
Denise Serangelo

Sono laureata in Scienze Strategiche presso la Scuola di Applicazione e Studi Militari dell’Esercito all’Università degli Studi di Torino. Appassionata delle relazioni tra la politica e le scelte militari mi iscrivo al corso di Laurea Magistrale in Scienze Strategiche e Politico Organizzativo, specializzandomi nell’analisi dei sistemi d’arma e nella politica di armamento e di contrasto agli ordigni esplosivi improvvisati. A completamento del percorso di studi triennale ho svolto uno stage allo Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio coordinamento logistico ed Ufficio Armamenti. Attualmente sto sviluppando un progetto di ricerca sull’impiego militare italiano in Somalia del 1992/1994. Per il futuro cercherò di migliorare le mie capacità di analisi per il settore Difesa e Sicurezza, cercando di far conoscere ai miei lettori un lato nascosto e spesso ignorato del settore militare.

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