La capitale afghana è stata colpita da una serie di attacchi coordinati, portati da militanti Talebani, nel giorno in cui il Presidente Karzai tentava per la seconda volta di presentare al Parlamento una nuova formazione di Governo. Il tentativo di Karzai non è andato a buon fine, ma anche quello dei Talebani è stato arginato
ALLA CONQUISTA DELLA CAPITALE – Nel mattino di lunedì, un gruppo di circa 11 miliziani talebani è entrato in azione nel centro città, colpendo diversi “soft targets”, obiettivi civili vulnerabili, e dimostrando una capacità organizzativa e di infiltrazione non indifferente. Il gruppo di miliziani, diviso in diverse squadre, ha anzitutto attaccato con una autobomba l’edificio della Banca Centrale, dove però non è riuscito a penetrare. Un secondo team ha preso il controllo del vicino Grand Afghan Shopping Center, nel quale ha preso posizione per sparare sull’hotel Serena (presso il quale alloggiano molti stranieri), sugli uffici di Afghan Telecom e sul Ministero della Giustizia, nonché sulla stessa Banca Centrale. Poco dopo è stato portato un attacco al mercato Gulbahar, usando un’ambulanza militare carica di esplosivo (questa ha ovviamente rappresentato una ottima copertura). L’ultimo obiettivo è stato poi il Cinema Pamir, inizialmente occupato ma rapidamente liberato dalle forze speciali afghane.Il risultato finale dell’attacco non è stato clamoroso come forse era nelle intenzioni dei Talebani: questo attacco infatti ricorda nelle modalità quello a Mumbai, India, del Novembre 2008, con diversi assalti coordinati a obiettivi civili. In quel caso i militanti erano riusciti a tenere il controllo delle strutture attaccate per parecchie ore, avevano fatto molte vittime ed erano riusciti ad ottenere una enorme attenzione mediatica. In questo caso invece le forze speciali afghane, sebbene battute dal punto di vista della prevenzione, hanno prevalso da quello della risposta. È inoltre importante notare come anche la dotazione di armi non fosse del tutto idonea a creare gravi danni, cosa che potrebbe indicare una certa difficoltà dei talebani a dotarsi di armi potenti.
LA LISTA – Questi attacchi sono comunque carichi di significato. Il Presidente Karzai è infatti alle prese con il difficilissimo compito di fare accettare al Parlamento la lista di Ministri per il nuovo governo; dopo le travagliate elezioni di agosto infatti, le proposte del Presidente per un nuovo esecutivo sono state rigettate per due volte dal Parlamento. Dopo la grave bocciatura di inizio gennaio, quando solo 7 dei 24 Ministri proposti erano stati accettati, lunedì è stata proposta una seconda lista di 17 persone (14 uomini e 3 donne): anche in questo caso sono passate solo 7 nomine. Come se non bastasse, nonostante la situazione critica ed il vuoto di potere che rischia di diventare sempre più grave, il Parlamento ha chiuso per la sosta invernale, impedendo dunque al Presidente di presentare nuove nomine.Karzai si presenterà dunque alla conferenza internazionale di Londra del 28 Gennaio con solo metà dell’esecutivo in carica. In quell’occasione infatti, durante un incontro internazionale fortemente voluto dal premier Gordon Brown, la comunità internazionale discuterà un piano di sviluppo e sicurezza per il 2010 e per il futuro. Evidentemente Karzai non porterà sul tavolo della conferenza le migliori carte da giocare.
IL NODO TALEBANO – Al momento dunque si presenta come ancora più pressante la necessità di migliorare la strategia per giungere ad una progressiva pacificazione con gli insorti talebani. Karzai, dopo aver più volte ricevuto il categorico rifiuto alla collaborazione da parte dei capi del movimento Talebano, ha preannunciato una nuova proposta. Pare infatti che si voglia puntare ad un piano che offra lavoro, formazione ed altri incentivi economici a quelli tra i talebani che vorranno rientrare nella legalità, abbandonando la lotta armata. Il piano è prevalentemente volto ai miliziani di medio e basso livello, a quelli, insomma, che combattono non tanto per convinzione culturale e religiosa ma piuttosto per mancanza di alternative nel trovare mezzi dignitosi di sussistenza.Sarà certo molto difficile per Karzai e per la coalizione internazionale formulare proposte vincenti. Il messaggio inviato dai Talebani attraverso questi ultimi attacchi è forte: il movimento radicale è ancora risoluto, è in grado di organizzarsi e di metter in costante difficoltà le Istituzioni, anche fin dentro al cuore della capitale.La coalizione internazionale dovrà quindi tenere ben presente che si rivolge ad un gruppo che non sente di essere in posizione perdente, che difficilmente accetterà compromessi al ribasso, soprattutto di fronte ad un Presidente che deve prima riuscire a comporre i pezzi di un intricato puzzle di etnie e poteri locali.
Pietro Costanzo 19 gennaio 2010 [email protected]