Abu Dhabi è una delle capitali mondiali del petrolio e presto lo diverrà anche per l'ecologia. La capitale emiratina, infatti, sembra essere giunta ad una svolta inimmaginabile fino a pochi anni fa. Nonostante la sua florida economia petrolifera, gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di divenire un importante punto di riferimento a livello globale nella ricerca tecnologica e nello sviluppo di energie pulite. Questa scelta è stata premiata con la decisione da parte del consorzio europeo EUROSOLAR – l'associazione europea per le energie rinnovabili – di istituire il quartier generale, nel pieno del deserto arabico, di un segretariato dell'International Renewable Energy Agency (IRENA)
COS'E' IRENA ? – L'Agenzia Internazionale delle Energie Rinnovabili è stata fondata nel gennaio 2009 a Bonn, su iniziativa di Germania, Spagna e Danimarca con l'intento di promuovere progetti di energie pulite. Essa include 148 Paesi membri e il suo compito principale è quello di agevolare la diffusione e l'adozione a livello globale delle energie rinnovabili mediante la fornitura di servizi di consulenza e di assistenza a Paesi industrializzati e in via di sviluppo. Si occuperà, inoltre, della ricerca di soluzioni globali alle sfide che si frappongono allo sviluppo delle energie rinnovabili e offrirà il proprio sostegno nella definizione di politiche in materia a tutti i livelli. IRENA si occuperà della promozione delle energie rinnovabili, ritenute la strada da percorrere per raggiungere gli obiettivi mondiali in materia di protezione del clima, sicurezza energetica, crescita economica e future opportunità di lavoro. La nuova agenzia integra l'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE) e l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), dotando le energie rinnovabili di una voce univoca a livello internazionale. Il suo quartier generale sarà nell'avveniristica Masdar City, la prima città eco-sostenibile al mondo a pochi Km da Abu Dhabi e pienamente operativa dal 2016. IRENA rappresenta, dunque, il successo di un piccolo Stato nella realizzazione di un progetto così ambizioso sulla scena internazionale: gli EAU, infatti, non hanno lesinato risorse politiche ed economiche e hanno offerto il proprio sostegno all'agenzia grazie con un finanziamento di 136 milioni di dollari per un periodo di sei anni. IL RUOLO DEGLI EAU NELLE ENERGIE PULITE – Sono quasi dieci anni che il governo del Paese arabo investe ingenti risorse economiche (circa 15 miliardi di dollari) nel settore delle energie rinnovabili e del nucleare civile: società nazionali, come Masdar e Aldar, sono impegnate in progetti di green energy al fine di rendere il Paese meno dipendente energeticamente dal petrolio. I piani di sviluppo di energie alternative dovrebbero essere in grado di generare, entro il 2020, il 7% dell’energia totale nazionale. Questi progetti rientrano negli obiettivi prefissati dall'Abu Dhabi Economic Vision 2030, un documento guida del governo nazionale per la transizione degli EAU da un’economia basata sulle risorse naturali ad una incentrata sulla conoscenza tecnologica e sull’innovazione. Ecco perché l'aggiudicazione della sede centrale di IRENA, indubbiamente, farà di Abu Dhabi un centro di eccellenza nella green economy e nel settore della clean technology.
NON SOLO POLITICA ECOLOGICA – La scelta ecologista del governo dell'Emiro Zayed bin Sultan al-Nahyan si spiega con l'esigenza di rendere il Paese un punto di riferimento internazionale per tutte quelle imprese e quei centri di ricerca che progettano sistemi di sostenibilità ambientale. Non di meno, tale iniziativa potrebbe far divenire lo Stato del Golfo un importante centro nevralgico dal punto di vista politico per i Paesi in via di sviluppo. Il dinamismo degli EAU, quindi, deve essere interpretato con la necessità della propria sopravvivenza politica e con la volontà di accrescere la propria rilevanza politica-economica nell'intero scacchiere regionale. Parallelamente alla crescita di influenza dell'Emirato nel contesto regionale, la futura affermazione della nuova agenzia internazionale risiederà nell'impegno dei Paesi che intenderanno finanziarla e nelle capacità di rendere effettive ed efficaci le proprie attività. IRENA, insomma, è destinata ad essere o uno strumento innovativo in un settore strategico come quello delle clean-technologies, o un'entità come tante altre in un panorama internazionale già affollato di vari enti ed organizzazioni che spesso si sovrappongono in termini di operatività e obiettivi finali. Pertanto, i destini di Abu Dhabi e di IRENA sembrano essere legati a doppio filo: quanto più IRENA diverrà operativa attraverso la cooperazione tra i Paesi membri, tanto più gli Emirati Arabi Uniti potranno divenire un attore influente nella penisola arabica e nei più importanti fori internazionali. Giuseppe Dentice [email protected]