Tanto sarebbe rimasto da vivere a Hugo Chávez, che secondo alcune fonti di intelligence non sarebbe riuscito a debellare il cancro che lo ha colpito alcuni mesi fa. Ma dieci mesi è grosso modo il periodo che lo vedrà ancora al potere prima delle elezioni presidenziali in programma in autunno, dove l'opposizione si presenterà per la prima volta unita e con chances di sconfiggere l'uomo che da più di dieci anni è divenuto il leader pressochè incontrastato della repubblica sudamericana
DIECI MESI – Sarebbe questo il periodo che resta da vivere a Hugo Chávez, presidente del Venezuela. La notizia, che se fosse vera implicherebbe conseguenze davvero clamorose per il futuro della repubblica sudamericana, non ha trovato ovviamente alcuna conferma ufficiale, eppure sembra provenire da fonti di intelligence attendibili, come citato dalla rivista di geopolitica “Stratfor”. In pratica, le cure contro il cancro alla prostata cui Chávez si è sottoposto nei mesi scorsi a Cuba lasciando il potere per un breve periodo potrebbero essere state inefficaci: dopo la scoperta della malattia, avvenuta a gennaio 2011, il Presidente avrebbe atteso troppo a lungo prima di decidere di curarsi, timoroso di dover abbandonare il timone di un Paese che governa con autoritarismo e dove il rischio di instabilità è sempre latente. LE ELEZIONI ALL'ORIZZONTE – Vere o no, le voci sul presunto aggravamento dello stato di salute di Chávez non fanno altro che aggiungersi all'attesa verso un evento che potrebbe davvero rappresentare un cambiamento decisivo per il Venezuela: a ottobre 2012, infatti, si svolgeranno le elezioni presidenziali. Il “caudillo” di Caracas è ovviamente intenzionato ad ottenere la terza riconferma dalle urne, che in passato non aveva fatto fatica a conseguire potendo far leva sulla frammentazione dell'opposizione, che si era persino dissolta in una riedizione “in salsa latina” dell'Aventino parlamentare concedendo al partito di Chavez, “Alianza Popular”, di godere dell'unanimità nell'assemblea legislativa. Questa volta, però, l'opposizione sembra aver capito la lezione e ha deciso di correre compatta per cercare di sconfiggere il Presidente in carica. Due, al momento, sono i maggiori “indiziati” a concorrere per la candidatura: si tratta del governatore dello Stato di Miranda, Henrique Capriles Radonski (foto sotto), e di Diego Arria, diplomatico di lungo corso. Capriles e Arria, insieme ad altri quattro candidati, si sfideranno per le elezioni primarie in programma il 12 febbraio e che decideranno chi sarà lo sfidante di Chávez.

PROSPETTIVE – I sondaggi, nonostante la crisi economica (il Venezuela è l'unico Paese dell'America del Sud che è stato in recessione negli ultimi anni ed è praticamente a crescita zero), sembrano premiare ancora una volta Chávez, che potrebbe essere riconfermato con il 57% dei consensi. In più, il Governo ha recentemente approvato un bilancio che prevede una nuova espansione della spesa pubblica, ovviamente al fine di guadagnare ulteriori consensi. In ogni caso, i prossimi mesi saranno caratterizzati da una profonda incertezza: per la prima volta l'opposizione compatta potrebbe rappresentare un serio ostacolo a Chávez e la salute precaria di quest'ultimo potrebbe accrescere l'imprevedibilità dell'esito di questo processo. Il Venezuela potrebbe conoscere un nuovo periodo di instabilità politica ed economica, dato che il modello di sviluppo adottato in quest'ultimo decennio, basato esclusivamente sullo sfruttamento del petrolio e l'espansione della spesa pubblica a scopi assistenzialisti, sta portando l'economia del Paese verso una crisi che presto si farà sentire, se nessuno interverrà. Davide Tentori [email protected]