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Il braccio di ferro tra Caracas e Georgetown sull’Esequibo

In 3 sorsi – Dopo il referendum proclamato da Maduro e la schiacciante vittoria in favore dell’annessione, sull’Esequibo si rischia una vera crisi internazionale.

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1. UN’ANTICA DISPUTA

La disputa sul territorio dell’Esequibo (o Guyana Esequiba) tra Venezuela e Guyana riaccesasi sul finire del 2023, affonda le sue radici nel XIX secolo. In occasione del Lodo arbitrale di Parigi del 1899, previsto dal Trattato di Washington del 1897, ratificato anche dal Venezuela, gli arbitri di Regno Unito (all’epoca madre patria della Guyana), Russia e Stati Uniti assegnarono il territorio conteso alla Guyana, inducendo i vicini venezuelani a parlare di furto di terra per tutti questi anni. Con le rivendicazioni di Caracas divenute più forti dopo il 1960, Venezuela e Regno Unito giunsero alla sigla degli accordi di Ginevra nel 1966, i quali stabiliscono la competenza del Segretario Generale dell’ONU sulla disputa, in caso di mancato accordo fra le parti. La diatriba si è riaccesa nel 2015, dopo che la Exxon Mobile, compagnia petrolifera statunitense, ha scoperto nuovi giacimenti di petrolio, attirando così l’interesse del Venezuela. Nel 2018 si è poi consumata una rottura dei rapporti tra Caracas e Georgetown e l’ONU ha così sottoposto il caso alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG). Quest’ultima, su richiesta della Guyana, nell’aprile 2023 ha ribadito la propria giurisdizione sulla contesa, punto contestato da Caracas. La tensione è poi giunta al culmine con la decisione del Presidente Maduro di indire un referendum popolare per il 3 dicembre sull’annessione dell’Esequibo.

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Fig. 1– Il Presidente dell’Assemblea Nazionale venezuelana Jorge Rodriguez mostra una mappa aggiornata in cui l’Esequibo è annesso al Venezuela.

2. TRA MINACCE E FINTI DIALOGHI

Malgrado una risoluzione della CIG del 1° dicembre intimasse al Venezuela di astenersi da iniziative che potessero modificare lo status quo nel territorio conteso, il 3 dicembre si è comunque tenuto il referendum indetto da Maduro. Il testo comprendeva cinque quesiti, ma il punto cruciale era la creazione della provincia dell’Esequibo da annettere al Venezuela e il rilascio di documenti venezuelani per gli abitanti della regione, approvato dal 95% dei votanti. In seguito Maduro ha ordinato alle due principali aziende petrolifere del Paese, Petróleos de Venezuela S.A. e la Corporación Venezolana de Guayana, di rilasciare licenze per lo sfruttamento delle risorse nella regione contesa, intimando alle compagnie già presenti di ritirarsi entro tre mesi, dicendosi però ‘’aperto alla discussione’’ e a un accordo diplomatico. Il Presidente della Guayana, Irfaan Ali, ha definito le azioni del vicino una minaccia all’indipendenza del suo Paese e il 6 dicembre ha incaricato il Consiglio di Sicurezza dell’ONU della questione.

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Fig. 2 – Il Presidente Nicolas Maduro durante una conferenza stampa il giorno successivo al referedum sull’annessione del Guyana.

3. IL RISCHIO DI UN ALLARGAMENTO DELLA CRISI

Ad alimentare il rischio di un’escalation militare, vi è anche il coinvolgimento di potenze straniere come Gran Bretagna e Brasile. Il 24 dicembre scorso il Segretario della Difesa del Regno Unito ha annunciato la partecipazione della nave HMS Trent a un’operazione anti-droga nei Caraibi, ammettendo però in seguito la rimodulazione della missione dopo la minaccia del Venezuela di annettere l’Esequibo. Da qui è scaturita la furia di Maduro che ha bollato il fatto come una provocazione, reagendo il 28 dicembre, con l’invio di 5.600 soldati sulle coste atlantiche per un’esercitazione difensiva. Ad accrescere la tensione vi è poi la decisione del Brasile di inviare le proprie truppe nello Stato del Roraima, confinante sia con il Venezuela che con l’Esequibo. Inoltre, un’eventuale offensiva militare via terra di Caracas contro la Guyana comporterebbe il passaggio sul suolo brasiliano e il suo coinvolgimento nel conflitto. Da ciò si evince che un’escalation militare mossa da Maduro per la conquista dell’Esequibo, causerebbe un allargamento della crisi, rischiando l’isolamento internazionale e l’indebolimento della propria figura nell’anno delle elezioni presidenziali, in un paese già logorato dal malessere sociale.

Marco Pantaloni

Immagine di copertina: Venezuela” by ruurmo is licensed under CC BY-SA

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Perchè è importante

  • La disputa sull’Esequibo tra Venezuela e Guyana, risalente alla fine del XIX secolo, si è riaccesa nel 2015 dopo la scoperta di giacimenti petroliferi.
  • La proclamazione di un referndum da parte di Caracas e la schiaccinate vittoria in favore dell’annessione delinenano il rischio di un’escalation miltare.
  • Un’eventuale conflitto militare rischierebbe di coinvolgere altri attori e di allargare la crisi.

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Marco Pantaloni
Marco Pantaloni

Sono Marco, classe 1997, marchigiano di San Benedetto del Tronto. Il mio percorso accademico si è svolto interamente a Forlì, dove mi sono laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Tra il 2022 e il 2023 ho conseguito un master presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale di Roma in Protezione Strategica del Sistema Paese. Fra le mie grandi passioni vi sono ovviamente la Storia e la Geopolitica.

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