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Tra violenze e diplomazia

Il video messo in rete che documenta i massacri compiuti dal guerrigiliero ribelle ugandese Joseph Kony ha suscitato parecchie discussioni. Intanto, in Nigeria purtroppo non cessano gli attentati e le reciproche violenze tra musulmani e cristiani, così come gli scontri nel Sud Sudan, ancora lontano da una completa pacificazione. Dagli scontri fisici a quelli tra ambasciate, come testimonia l'incidente diplomatico tra Sudafrica e Nigeria

#KONY2012 – Questa è stata la settimana della campagna “Kony 2012”. La ong Invisible Children Inc. ha prodotto un video da cento milioni di visualizzazioni (senza contare Facebook e Twitter) che mostra le malefatte di Joseph Kony, guerrigliero ugandese “cristiano” ricercato dalla Corte penale internazionale e autore di crimini atroci. Tuttavia, l’iniziativa ha dato adito a un ampio ventaglio di polemiche, soprattutto a causa dei presunti secondi fini della Invisible Children, sostenitrice dell’invio di militari statunitensi in Uganda. Joseph Kony è a capo della Lord’s Resistance Army, un gruppo sorto nel contesto dei terribili conflitti ugandesi e legato ai gruppi etnici contrari all’attuale presidente Yoweri Museveni. Nello scontro brutale, sia le forze governative, sia i ribelli hanno perpetrato violenze inaudite, calpestando ogni diritto umano e impiegando diffusamente bambini soldato. La questione ha assunto maggiore rilevanza internazionale da quando il Sudan ha cominciato ad appoggiare Kony, in contrasto con il favore ugandese e statunitense verso il Sudan del Sud. Invisible Children è stata tra i maggiori promotori delle misure di Obama per il contrasto alla Lord’s Resistance Army (attiva ormai solo nei Paesi confinanti) e, nel video, l’argomento è esplicitamente citato. Le critiche alla campagna giungono da più parti, ma tutte convergono nel contestare la visione molto rigida che contrappone Kony (la bestia), al presidente Museveni (il buono), nonostante vi siano prove delle atrocità commesse da ciascuna delle parti in causa. La vicenda è inserita in un complesso sistema internazionale, sul cui sfondo scorrono bambini soldato, vite spezzate e migliaia di volti marchiati dal dolore, dalla morte, dalla crudeltà fine a se stessa: ancora una volta, il rischio è che le contrapposizioni ideologiche siano il pesante sipario che copre la tragedia reale. Il link del video: http://www.youtube.com/watch?v=Y4MnpzG5Sqc

VIOLENZE INTERRELIGIOSE – Domenica 11 marzo, un attentato di matrice islamica alla chiesa cattolica di Jos, nel nord della Nigeria, realizzato tramite un’autobomba, ha provocato la morte di undici persone, tra le quali alcuni bambini e una donna incinta. La reazione immediata della comunità cristiana contro quella musulmana è scaturita in una spirale di violenza che è costata altre dieci vite, mentre tre decessi sono stati registrati in seguito a un’imboscata presso un vicino villaggio a maggioranza cristiana. I fatti sono avvenuti nello Stato di Plateau, geograficamente al centro tra il nord musulmano e il sud cristiano.

ANCORA SCONTRI IN SUD SUDAN – Continuano gli scontri tribali nello Stato del Jonglei, in Sud Sudan: secondo fonti governative, sarebbe tra 500 e 800 il numero delle persone morte, disperse o rapite. L’attacco è stato condotto dalla tribù dei Murle contro i Luo-Nuer, i quali, tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, marciarono verso la capitale dei rivali, causando un altissimo numero di vittime, tuttora non ancora stimato. Al centro della contesa, oltre alla componente etnica, c’è il possesso dei pascoli per l’allevamento dei bovini, fulcro economico della regione, nonché attività dall’importante valore storico e sociale, tant’è che i Murle si sono ritirati con oltre 500mila capi di bestiame. Il governo del Sud Sudan è da mesi impegnato in un’ampia campagna di disarmo delle popolazioni locali, ma, purtroppo, l’obiettivo è ancora lontano dall’essere raggiunto.

CRISI SFIORATA TRA SUDAFRICA E NIGERIA – Breve crisi diplomatica tra il Sudafrica e la Nigeria. Il 2 marzo, centoventicinque nigeriani sono stati fermati all’aeroporto di Tampo perché in possesso di false certificazioni di vaccinazione contro la febbre gialla. Tre giorni dopo, la Nigeria ha respinto ventotto sudafricani per il sospetto che i documenti in loro possesso non fossero validi. I governi dei due Paesi hanno subito intrapreso una serie di consultazioni che, stante la lettera sudafricana di scuse alla Nigeria, hanno condotto a nuovi accordi in materia di controllo sanitario.

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OPERAZIONI SEGRETE AUSTRALIANE IN AFRICA? – Secondo “The Sidney Morning Herald”, quattro squadre dello Special Air Service australiano sarebbero state impegnate in decine di operazioni in Africa centrale e orientale (liberazione di prigionieri, missioni antiterrorismo, mappatura di regioni in vista di eventuali azioni militari), ma senza la copertura legale dell’Agenzia dei servizi segreti. Stephen Smith, ministro della Difesa di Canberra, ha preferito non esprimersi in merito.

ATTENTATO IN KENYA – Sabato 10, Nairobi è stata scossa da un attentato rivendicato dalle milizie di al-Shabaab, contro le quali l’esercito keniota è impegnato in Somalia. Secondo il ministro agli Interni, George Saitoti, una granata sarebbe esplosa a una fermata dell’autobus, uccidendo sei persone e ferendone più di sessanta.

PROGETTI AMBIZIOSI IN GUINEA – La Guinea ha intrapreso un ampio progetto per l’approvvigionamento di acqua pulita ed energia elettrica. Il Paese ha grande abbondanza di risorse idriche, sia per ragioni climatiche, sia per la presenza di numerosi e importanti fiumi, tra i quali il Niger. Tuttavia, a mancare sono le strutture di distribuzione, cosicché la Guinea ha annunciato la realizzazione di un piano da 16 milioni di dollari finanziato dalla Islamic Development Bank che, entro il 2015, consentirà di poter disporre, secondo le zone, di un volume d’acqua pro capite compreso tra i 55 e i 63 litri il giorno. Contestualmente, il governo s’impegnerà anche nell’ammodernamento della rete elettrica nella capitale Conakry tramite un progetto da 265 milioni di dollari sostenuto dalla stessa Islamic Development Bank e dalla African Development Bank.

2011 TERRIBILE PER GLI ELEFANTI – Secondo John Scanlon, presidente della Convenzione sul commercio internazionale di specie protette (Cites), il 2011 è stato un anno terribile per gli elefanti: la caccia di frodo, infatti, è aumentata sensibilmente, e, solo in Camerun, sono stati abbattuti quasi 450 esemplari. Il motivo principale è il contrabbando d’avorio, rivolto soprattutto verso il mercato asiatico. Nei dodici mesi appena trascorsi, sono stati eseguiti almeno tredici sequestri superiori ai 500 kg, il doppio rispetto al 2010.

Beniamino Franceschini [email protected]

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Beniamino Franceschini
Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’UniversitĂ  di Pisa, sono docente di Geopolitica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa.

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