L’Etiopia ha lanciato un attacco coordinato contro alcune basi militari in Eritrea, accusando il governo di Asmara di sostenere nascostamente i ribelli afar, mentre in Somalia il Kenya bombarda le basi terroristiche a nord di Chisimaio. In Egitto, grande lutto per la morte del papa copto Shenuda III. L’Uganda risponde alla campagna “Kony2012”, contestando l’immagine emersa dal video di Invisible Children di un Paese piegato dalla guerra. In chiusura, la drammatica situazione idrica alle Mauritius e nell’Africa subsahariana.
SCINTILLE AL CONFINE – Nella notte tra il 16 e il 17 marzo, l’esercito dell’Etiopia ha attaccato tre basi militari ritenute campi di mercenari in territorio eritreo a Ramid, Gelahben e Gemble. In un primo momento, erano state riportate le frasi di un ufficiale etiope che descriveva l’operazione come volta ad annientare «la forza distruttiva del governo eritreo», concetto poi confermato da un funzionario del ministero degli Esteri. Successivamente, però, il portavoce del governo di Addis Abeba ha parzialmente corretto le affermazioni, seppur limitandosi a spiegare che il raid non è da leggersi quale azione militare diretta contro l’Eritrea. Asmara, che già in sede Onu aveva lamentato l’aggressività etiope, ha parlato di una «provocazione» occorsa proprio nel decennale del pronunciamento della Commissione per il confine tra i due Paesi. L’attacco è il primo a essere reso noto dalla fine del sanguinoso conflitto che ha opposto Eritrea ed Etiopia, ed è stato giustificato alla luce del contrasto alle attività di un gruppo di ribelli autore dell’uccisione di cinque turisti a gennaio, l’Afar Revolutionary Democratic Unity Front, il quale si ripropone la creazione di una Stato indipendente per tutte le genti dell’etnia afar. Non è ben chiaro se effettivamente Asmara sostenga gli insorti, ma è probabile che possa servirsi di loro nelle regioni eritree ancora occupate dall’Etiopia. Seppure alcuni analisti ritengano che la vicenda sia già da considerarsi conclusa e che, pertanto, i due governi abbiano cercato di evitare maggiori tensioni, l’episodio non deve assolutamente essere sottovalutato, poiché potrebbe essere l’anticipazione di una futura ripresa dell’utilizzo della forza militare per il sostegno alle pretese di entrambi i Paesi.
L'ADDIO A SHENUDA III, PAPA DEI COPTI – Il 17 marzo è morto Shenuda III, papa della Chiesa ortodossa copta dal 1971. Fiero oppositore di Sadat, che lo confinò per tre anni nel monastero di San Bishoi, fu liberato poi da Mubarak, al quale fu talmente vicino da invitare i propri fedeli a non partecipare alle rivolte del 2011. Nel 1973, Shenuda fu il primo papa copto a incontrarsi con un pontefice cattolico, Paolo VI, dopo quasi millecinquecento anni: da quel momento cominciò la sua intensa opera per l’unità del cristianesimo. Secondo alcuni rappresentanti egiziani, la scomparsa del religioso potrebbe compromettere la sicurezza dei copti in Egitto (circa il 10% della popolazione), privandoli di una voce forte contro il rischio di islamizzazione del Paese. Shenuda, comunque, era amato anche da molti musulmani, come dimostrato dall’ampio numero di fedeli islamici radunatisi con i cristiani presso la cattedrale di Abbasseyya, dove oggi 21 marzo saranno celebrati i funerali.
KONY 2012: QUI UGANDA – “Kony2012” continua a far discutere l’opinione pubblica internazionale. Mentre venerdì scorso Jason Russell, uno degli ideatori della campagna, era arrestato per atti osceni in luogo pubblico e quindi ricoverato in ospedale per «esaurimento nervoso, disidratazione e malnutrizione», il primo ministro ugandese, Amama Mbabazi, interveniva con un altro video a sostegno del proprio Paese. «L’Uganda, – ha detto il premier, – non è in guerra, bensì è uno Stato moderno e in via di sviluppo che gode di pace, stabilità e sicurezza. Joseph Kony è davvero un criminale spietato, però non è più nei confini nazionali dal 2006, muovendosi adesso tra Centrafrica, Repubblica democratica del Congo e Sudan del Sud». L’invito finale di Mbabazi è rivolto ai personaggi celebri che hanno sostenuto la campagna di Invisible Children affinché essi visitino l’Uganda.
RAID KENIOTA IN SOMALIA – La scorsa settimana, un raid aereo ha colpito alcuni campi di addestramento di al-Shabaab a 130 km da Chisimaio. Secondo l’esercito del governo di Mogadiscio, l’azione sarebbe stata condotta dall’aviazione keniota, ma da Nairobi non sono arrivate conferme pubbliche. Vari rappresentanti somali hanno elevato vibranti proteste per l’atteggiamento aggressivo del Kenya, già altre volte impegnato in incursioni oltreconfine senza la previa comunicazione al governo di transizione. Sul finire del 2011, per esempio, Nairobi dispose l’invio di truppe in Somalia per la cattura dei responsabili di alcuni sequestri. Nel frattempo, il palazzo presidenziale di Mogadiscio è stato oggetto di un attacco con colpi di mortaio che ha causato la morte di almeno sei persone. Al momento non risulta che vi sia stata alcuna rivendicazione, ma la pista al-Shabaab resta molto probabile.

BOKO HARAM, NEGOZIATI FALLITI – Boko Haram, il gruppo islamista radicale che da anni imperversa violentemente nel nord della Nigeria, aveva reso nota nelle scorse settimane la disponibilità a negoziare una tregua con il governo federale. Le condizioni poste erano la liberazione di tutti i membri della formazione detenuti in carcere e l’affidamento della mediazione a Sheik Ahmed Datti, presidente del Consiglio supremo della shari’a. Tuttavia, lo stesso Datti ha dichiarato che le trattative sarebbero fallite già il 5 marzo per «la mancanza di sincerità da parte del governo durante la discussione, disposizione d’animo confermata anche dalla continua fuoriuscita di notizie sui giornali». Probabilmente, però, a ostacolare l’accordo è stata la contrarietà di Abuja a rilasciare alcune tra le personalità più influenti di Boko Haram.
COOPERAZIONE ZIMBABWE-IRAN – Il ministro della Difesa dello Zimbabwe, Emmerson Dambudzo Mnangagwa, ha incontrato a Teheran l’omologo iraniano, Ahmad Vahidi, per discutere del rafforzamento della cooperazione tra i rispettivi Paesi, soprattutto nel settore militare. Dietro l’avvicinamento tra Zimbabwe e Iran, al di là dei pronunciamenti circa la comune lotta al colonialismo, ci sono in realtà ingenti affari legati al commercio di diamanti e uranio, beni dei quali lo Stato africano è molto ricco.
ELEZIONI E POLEMICHE IN KENYA – La Commissione elettorale indipendente keniota ha annunciato che le prossime elezioni si terranno il 4 marzo 2013. La decisione ha accolto i favori del governo, che, tramite il vice primo-ministro Musalia Mudavadi, ha fatto sapere che la data scelta è ottimale per consentire il dibattito nel Paese. Di diverso avviso la deputata Martha Karua, secondo la quale l’estensione del mandato dell’attuale Parlamento oltre il termine naturale (15 gennaio 2013) avrà un impatto negativo sul Kenya. Altri esponenti politici, invece, chiedono che le elezioni siano fissate entro la fine dell’anno. Intervenendo in merito, la Constitution Implementation Oversight Committee ha criticato la Commissione elettorale per non aver consultato le parti in causa prima di scegliere la data delle consultazioni, lasciando trasparire il sospetto di pressioni politiche.
SICCITA' ALLE MAURITIUS – La stagione estiva alle Mauritius si avvia al termine, e il bilancio delle riserve d’acqua è critico. Secondo il Servizio metereologico del Paese, sull’isola principale sono caduti a gennaio soltanto 88 mm di pioggia a fronte di una media di 261 mm, cosicché il livello dei fiumi è inferiore del 70% rispetto all’anno precedente. Le Isole Mauritius erano già state indicate dall’Onu quale Paese sottoposto a stress idrico, ma la situazione è ulteriormente peggiorata, al punto che il governo, dopo aver contingentato il consumo, ha sensibilmente inasprito le sanzioni contro gli sprechi.
Beniamino Franceschini [email protected]