In 3 sorsi – La pandemia ha messo ulteriormente in ginocchio la debole economia argentina, con un’inflazione che ha raggiunto oltre il 36% durante la presidenza di Alberto Fernández. Il ministro dell’Economia Guzmán si dichiara fiducioso per il futuro.
1. QUAL È LA SITUAZIONE IN ARGENTINA?
L’Argentina, che rappresenta una delle economie più importanti dell’America Latina, sembra essere arrivata economicamente al collasso. Il Paese già da due anni si trovava in recessione economica, con il PIL diminuito tra il 2% e il 3% nel 2018 e nel 2019. Ancora una volta la Covid-19 non ha fatto altro che acutizzare questa precaria situazione: l’Argentina, infatti, ha risentito più di altri Paesi in America Latina e nel mondo della crisi causata dalla pandemia, con il PIL che è diminuito di poco più del 10% e con un’inflazione che è aumentata del 36,1%. Dati così allarmanti non si vedevano dalla crisi del 2001-2002, la crisi del corralino, considerata come la peggiore della storia argentina, quando il PIL era diminuito del 10,9%. Inoltre attualmente i prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati del 4%, il tasso di persone sotto la soglia di povertà ha raggiunto il 44% e il valore della moneta si è dimezzato, tant’è che se nel gennaio 2020 il dollaro si comprava con 78 pesos, oggi ne sono necessari 160 e il mercato finanziario è diminuito da quota 350 miliardi di dollari a 20 miliardi, il che indica che molte aziende hanno perso valore e altre hanno lasciato il Paese.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il valore della moneta in Argentina si è dimezzato
2. L’ARGENTINA NELLE MANI DEL PRESIDENTE FERNÁNDEZ
Il peronista Alberto Fernández è Presidente dell’Argentina da dicembre 2019 e da subito ha dovuto fronteggiare una crisi economica strutturale iniziata nel 2018, che costrinse il predecessore Mauricio Macri a chiedere un prestito al FMI per evitare il default, diventando così il principale debitore del Fondo Monetario Internazionale. A causa della crisi il Paese non riesce a ripagare i propri debiti ed è rimasto con solo 5 miliardi di dollari in cassa. Al tempo stesso ha la necessità di attuare tutta una serie di costose politiche per sostenere l’economia per la seconda crisi causata dalla pandemia. Attualmente sono in molti ad andare contro la politica perseguita dal peronista, il quale non intende per ora adottare politiche di austerity, ma applicare nuove tasse al ramo più ricco della società, le quali però potrebbero disincentivare gli investimenti e rallentare ulteriormente la crescita. Sono comunque varie le politiche attuate da Fernández e dal ministro dell’Economia Guzmán per affrontare la situazione: rinegoziazione dei debiti, stampa di moneta, che ha però comportato l’aumento dell’inflazione, e le citate tasse alle fasce benestanti, ma i risultati sono molto deboli. Nel maggio 2020 l’Argentina è entrata per la nona volta nella sua storia in default, in questo caso anche per l’impossibilità del Paese di accedere ai mercati internazionali.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il ministro dell’Economia Guzmán e il Presidente dell’Argentina Fernández
3. GUZMÁN E LE PROSPETTIVE FUTURE
Nonostante il quadro macroeconomico sia abbastanza preoccupante, il ministro dell’Economia Martín Guzmán si dichiara fiducioso sulle sorti future dell’Argentina. Il ministro sostiene ampiamente che con la ripresa globale dalla Covid-19 con la diffusione dei vaccini anche l’economia argentina tornerà sulla via della sua crescita. Per Guzmán il tasso di inflazione del 36,1% rappresenta già un successo, facendo notare come sia diminuito di 17 punti rispetto al 2019, quando toccava quota 53,8%. Guzmán insiste nella sua strategia e recentemente ha dichiarato che il PIL del Paese dovrebbe crescere del 7% e che l’inflazione raggiungerà un tasso del 29% nel 2021, anche se in molti lo considerano come un obiettivo quasi irraggiungibile, vista la situazione in cui verte attualmente l’Argentina. Nonostante tutto anche la Banca Mondiale stima nel Global Economic Prospects una crescita del Paese del 4,9%, così come l’OCSE, che parla di una ripresa leggermente più bassa, del 4,6%, in linea col FMI. In tutto ciò ci si aspetta un accordo col FMI per rifinanziare il credito che l’Organizzazione fornì al Governo argentino nel 2018. Si pensa che l’accordo possa arrivare per maggio 2021, ma lo stesso Guzmán ha dichiarato che la data non è ancora certa. Si tratta per molti osservatori di un accordo importante, che consentirebbe soprattutto di dare al Paese una maggiore stabilità economica. In ogni caso, si spera davvero che queste previsioni si possano avverare, soprattutto perchè sono sempre di più le persone sull’orlo della povertà.
Tamara Lo Paro
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