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Coppia di fatto…in guerra

Tra Sudan e Sudan del Sud ormai è guerra: Juba ha occupato la regione petrolifera di Heglig, nella quale si estrae metà dell’oro nero del Nord, mentre Khartoum ha replicato bombardando la città oltreconfine di Bentiu. In Guinea Bissau continua lo stato di fermo del Presidente e del Primo ministro, ancora nelle mani dei militari, mentre l’ECOWAS tenta una difficile mediazione su mandato dell’Onu. La presidenza della Banca mondiale è stata affidata a Jim Yong Kim, ma in Africa molti sono stati favorevoli all’esclusione di Ngozi Okonjo-Iweala. Nel Puntland si approva la nuova Costituzione. Il Ruanda alle prese con alluvioni catastrofiche. Nuovi accordi tra Etiopia e Sudafrica. La cooperazione nell’estrazione di gas tra Mozambico e Algeria. La riforma della sicurezza in Congo. In chiusura, un chicco in più sull’ECOWAS

SUDAN E SUD SUDAN: GUERRA DI FATTO – Sebbene ancora non ci siano stati atti politici ufficiali, gli scontri tra Sudan e Sudan del Sud stanno assumendo i connotati di una guerra. La scorsa settimana, infatti, le truppe di Juba sono penetrate nel Kordofan meridionale, occupando la regione petrolifera attorno alla città di Heglig, da cui proviene la metà dell’oro nero di Khartoum. Il Sud reclama questo territorio oltreconfine sulla base sia delle frontiere stabilite al termine della presenza coloniale britannica nel 1956, sia dell’Accordo del 2005, che prevedeva che ogni regione contesa decidesse tramite referendum l’appartenenza a uno dei due Stati. Per risposta, le Forze Armate di Khartoum hanno bombardato installazioni e centri abitati dello Stato dell’Unità, nel Sudan del Sud, non risparmiando la capitale Bentiu. Il Parlamento sudanese, quindi, dopo che al-Bashir aveva già escluso ogni iniziativa di dialogo con l’omologo Salva Kiir, ha approvato una risoluzione nella quale si definisce il Sud quale «Stato nemico». Il conflitto, intanto, ha già costretto quasi 20mila profughi a cercare rifugio in altre regioni, al punto che le organizzazioni umanitarie sono impegnate in una lotta contro il tempo per sostenere l’accoglienza di oltre trecento rifugiati al giorno. A complicare il contesto, aggravando quella che ormai è inevitabilmente una catastrofe, è il rischio che, qualora al-Bashir desse esecuzione al proposito annunciato la scorsa settimana di allontanare i cristiani dal Sudan, un numero non precisato tra 500mila e 700mila persone sia obbligato ad abbandonare il Paese. MISSIONE ECOWAS IN GUINEA BISSAU – Continua la situazione di crisi in Guinea Bissau, caduta la scorsa settimana nelle mani dei militari: il capo dello Stato, Raimundo Pereira, e il primo ministro, Carlos Gomes jr., favorito alle elezioni presidenziali, sono ancora prigionieri dei soldati. Lunedì, Ban Ki Moon, che ha condannato l’accaduto, ha avviato una serie di consultazioni con il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Jean Ping, il ministro degli Esteri portoghese, Paulo Portas, e il presidente dell’ECOWAS, Alassane Ouattara. Proprio la Comunità economica dell’Africa occidentale si è incaricata della difficile negoziazione con i capi del golpe, ma, tuttora, sembra che la giunta militare non abbia acconsentito che a un generico impegno per il ritorno alla normalità. Nel frattempo, l’Unione Africana ha sospeso la Guinea Bissau dall’Organizzazione. LA SCONFITTA DI OKONJO-IWEALA – Niente da fare per Ngozi Okonjo-Iweala: la Banca mondiale, infatti, ha scelto di affidare l’incarico di Presidente al candidato statunitense, il medico e antropologo Jim Yong Kim, già insignito di ruoli e premi prestigiosi, nonché inserito nella lista di “Time” delle cento personalità più influenti del 2006. L’esclusione del ministro delle Finanze nigeriano, tuttavia, ha diviso l’opinione pubblica africana molto più della sua candidatura. Nonostante il sostegno da parte di figure autorevoli e di molti cittadini in tutto il continente nero, non sono mancati coloro che hanno giudicato positivamente la decisione della Banca mondiale, ritenendo che Okonjo-Iweala fosse eccessivamente compromessa con il contestato capo di Stato della Nigeria, Jonathan Goodluck. LA NUOVA COSTITUZIONE DEL PUNTLAND – Per quattro giorni, tra domenica 15 e mercoledì 18 aprile, si è tenuta a Garowe la Costituente per l’adozione della nuova Carta del Puntland, Stato somalo proclamatosi autonomo, ma non indipendente, da Mogadiscio. Il testo approvato è stato discusso da quasi cinquecento delegati, compresi gli anziani delle tribù e gli esperti di diritto islamico, chiamati a valutare, rispettivamente, l’aderenza della Costituzione alla tradizione e ai dettati religiosi.

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RUANDA PIEGATO DALLE ALLUVIONI – Secondo fonti ufficiali del Ruanda, il maltempo che ha colpito le regioni settentrionali e occidentali del Paese avrebbe causato un numero tuttora imprecisato di morti e di sfollati. Le piogge sono cadute incessantemente nei distretti di Musanze, Nyabihu e Rubavu per tutta la scorsa settimana, inondando circa mille ettari di terra e distruggendo molte infrastrutture. Alcune zone restano al momento raggiungibili solo per via aerea: le Autorità e la Croce Rossa del Ruanda stanno ancora cercando di individuare decine di persone rimaste isolate. NUOVI ACCORDI TRA ETIOPIA E SUDAFRICA – Si è aperto martedì a Pretoria il secondo Meeting interministeriale tra Sudafrica ed Etiopia. Al centro della discussione ci sarà la definizione di un ampio numero di accordi bilaterali, in materia di commercio, industria, trasporti e ambiente. Negli ultimi anni, i due Paesi stanno tentando di rafforzare il dialogo, soprattutto riguardo alla circolazione dei capitali: con un tasso di crescita costantemente superiore al 5%, infatti, Addis Abeba è un mercato in piena ascesa molto appetibile per gli investitori sudafricani. MOZAMBICO E ALGERIA: COOPERAZIONE PER GLI IDROCARBURI – Il governo del Mozambico ha annunciato lunedì di aver concluso un importante accordo con l’Algeria per l’assistenza nei processi estrattivi di gas liquido naturale. Le recenti scoperte di giacimenti nel nord del Paese hanno spinto Maputo a investire nel campo energetico, cosicché, secondo il ministro delle Risorse minerarie, Esperanca Bias, il sostegno e l’esperienza dell’Algeria saranno fondamentali per il miglioramento della produzione e per la negoziazione delle concessioni alle società estere. LA RIFORMA DELLA SICUREZZA IN CONGO – Tredici tra le maggiori organizzazioni e associazioni della Repubblica Democratica del Congo hanno sottoscritto un documento, Taking a Stand on Security Sector Reform, con il quale sollecitano il governo a varare una rapida ed efficace riforma dell’apparato militare e di sicurezza. Secondo Emmanuel Kabengele, coordinatore del Network for Security Sector Reform and Justice, «molti di quei problemi che sembrano irrisolvibili nel Paese sono in realtà dovuti a disfunzioni nelle Forze Armate, nella polizia e nei tribunali». Il documento invita anche i principali donatori del Congo, ossia ONU, Unione Europea, USA, Francia, Gran Bretagna e Belgio, a sostenere le necessarie riforme, controllando direttamente l’utilizzo dei fondi. Beniamino Franceschini [email protected]

 

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Beniamino Franceschini
Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’UniversitĂ  di Pisa, sono specializzato in geopolitica e marketing elettorale. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa. Ho un gatto bianco e rosso chiamato Garibaldi.

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