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JOT Mare, la futura intelligence marittima europea?

Miscela Strategica – Dopo la presentazione fatta ai Ministri dell’Interno dei Paesi membri alla fine del 2014 dal Direttore dell’EUROPOL Wainwright, il Joint Operational Team MARE è diventato operativo dal mese scorso. Di cosa si tratta? E quali sono le potenziali evoluzioni?

LE PREMESSE… – Come ricordato dal Commissario per Migrazione, Affari interni e Cittadinanza Avramopoulos lo scorso Febbraio, il continuo aumento dei flussi migratori irregolari nel Mar Mediterraneo (nella sola giornata del 5 Aprile scorso sono stati 1500 i migranti soccorsi) – tristemente intervallato a tragedie del mare – rappresenta l’indicatore di una cattiva gestione delle politiche migratorie e di asilo nel panorama dell’Unione. A questo si aggiunge il rischio – recentemente rimarcato dal Coordinatore antiterrorismo dell’Unione Europea, De Kerchove – che tali carenze possano essere sfruttate per infiltrare terroristi tra i migranti e consentire loro di raggiungere “agevolmente” il territorio europeo. Qualche settimana dopo l’avvio dei lavori – in seno alla Commissione Europea – per la creazione dell’Agenda europea globale sulla migrazione, i vertici EUROPOL (l’Ufficio Europeo di Polizia, che dal 2010 è divenuto agenzia dell’Unione Europea) hanno lanciato il Joint Operational Team MARE, allo scopo di coordinare l’azione dell’agenzia e degli Stati membri nell’ambito del contrasto allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina.

…E IL DETTAGLIO – Utilizzando gli strumenti di raccolta e analisi tipici dell’Agenzia (vedi paragrafo successivo) e la sinergia tra agenti EUROPOL ed esperti nazionali distaccati, questo Team si pone l’obiettivo di contrastare, nelle diverse fasi delle loro attività criminose, i gruppi che sono dediti al traffico di esseri umani. Le attività di intelligence, dunque, inizieranno nei Paesi di origine, di transito e di destinazione dei migranti, proseguendo lungo le rotte tenute dalle imbarcazioni utilizzate per i loro spostamenti verso l’Europa e concludendosi con l’analisi dei movimenti all’interno del Vecchio continente. Al momento, i Paesi europei che hanno scelto di far parte del JOT Mare sono tredici: Belgio, Cipro, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Svezia. Le informazioni su rotte e organizzazioni studiate dal Team verranno “tradotte” in tre tipi di documenti ad uso degli Stati membri partecipanti:

  • Investigation Initiation Documents (IID): report redatti “su misura” per i vari Paesi. Conterranno informazioni dettagliate sulle attività dei vari gruppi criminali organizzati attenzionati dal Team, e potranno fungere da base per l’avvio di inchieste in ambito nazionale.
  • Intelligence notifications (IN): consentiranno di colmare le lacune di intelligence rappresentate da uno Stato membro, e potranno riguardare anche crimini che abbracciano più aree di azione di EUROPOL, come contrabbando, tratta di esseri umani e terrorismo.
  • Early Warnings (EW): focalizzati sulle nuove tendenze, consentiranno di porre all’attenzione dei vari Stati sulle più recenti tendenze relative a percorsi e modalità di azione.

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AWF-SOC-FOCAL POINT: CHECKPOINT – È l’ambito entro cui si inserisce JOT Mare. Il lavoro di analisi condotto da EUROPOL si articola attorno a tre concetti: Analysis Work Files (AWFs), Focal Point (FP) e Target Group (TG, cioè il supporto operativo di un team EUROPOL a investigazioni internazionali o operazioni di intelligence criminale). Il sistema AWFs (archivi di lavoro per fini di analisi) è l’unico strumento legale che consente, a livello europeo, di conservare, processare e analizzare informazioni e dati di intelligence – compresi quelli personali e sensibili – che vengono inseriti in un apposito database consultabile da soggetti accreditati per la visualizzazione di specifiche cartelle di lavoro (funzionari EUROPOL, ufficiali di collegamento, esperti nazionali distaccati). Con la riforma del 2012, le informazioni presenti nel database EUROPOL sono state riunite in due AFWs: SOC (Serious and Organised Crime, forme gravi di criminalità organizzata) e CT (Counter-terrorism, Contro-terrorismo). Allo scopo di limitare l’ambito di analisi, e dunque concentrare priorità e risorse su uno specifico argomento, si è provveduto a individuare, all’interno dei due AWFs appena citati, delle specifiche aree – dette Focal Point – riferite a tipologie di merce (come FP: Cannabis), tematiche (ad esempio FP: Terminal, che si occupa di frodi con carte di credito) o zone geografiche (come FP: Heroin, relativa alle reti turche coinvolte nel traffico di eroina). Le attività di JOT Mare si inseriscono all’interno del SOC – Focal Point: Checkpoint, che si concentra sul contrasto alle agevolazioni dell’immigrazione illegale.

LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI – Perché un Team come JOT Mare funzioni efficacemente, è necessario che gli analisti si avvalgano di quante più informazioni possibili. Oltre ai già citati meccanismi di ricerca interni ad EUROPOL, assumono un ruolo fondamentale sia le agenzie con cui si sta dettagliando la collaborazione, sia gli esperti nazionali distaccati. Questi ultimi sono largamente coinvolti nella prima fase del ciclo di intelligence – per l’appunto la raccolta dei dati “grezzi” che saranno poi trasformati in intelligence propriamente detta e la loro “trasmissione” agli agenti EUROPOL. Per reperire le informazioni pertinenti – attività che può coinvolgere anche i Punti di contatto nazionali dell’EUROPOL – si attingerà principalmente al lavoro svolto da forze investigative e di polizia nazionali (da quelle locali a quelle di frontiera), servizi di collegamento e centri nazionali di intelligence, sedi estere delle rappresentanze diplomatiche, organizzazioni non governative, istituti di ricerca, aziende private. Il lavoro del JOT Mare si inserisce nel tentativo più ampio di incrementare la cooperazione multidisciplinare in materia di crimini legati allo sfruttamento dei flussi di migranti. In particolare, dunque, si sta lavorando sulla formalizzazione di un accordo con Frontex – in assenza del quale sono al momento scambiate le sole informazioni strategiche – e con l’Interpol – così da poter scambiare informazioni strategiche e operative anche con i Paesi terzi. Anche i vertici dell’ICE (U.S. Immigration and Custom Enforcement), che lo scorso Marzo hanno siglato l’accodo di collaborazione con il Focal Point: Checkpoint, hanno espresso il loro interesse per entrare a far parte del JOT Mare.

Numero di sospetti facilitatori e relativi dati di intelligence. Credits: Europol

 

SVILUPPO E PROSPETTIVE FUTURE – Per il momento i compiti di JOT Mare sono volontariamente limitati alla raccolta, elaborazione e analisi di dati relativi alle attività criminali legate ai traffici illegali di migranti clandestini. L’idea è quella di ampliare, nei prossimi anni, i compiti del Team, così da trasformarlo in un centro di intelligence marittima che si occupi di  tutti i fenomeni illeciti legati al mare (come lo spaccio di stupefacenti e il terrorismo nell’area del Mar Mediterraneo). Il potenziale del ciclo di intelligence EUROPOL (che si basa sull’elaborazione di dati raccolti “di prima mano” dalle diverse Unità nazionali) non si esaurisce qui. Se è vero che le informazioni raccolte dall’agenzia sono essenzialmente legate a questioni investigative, e altrettanto vero che molti degli ambiti di lavoro hanno forti influenze politiche, tra tutti pirateria marittima e terrorismo internazionale. Individuati ambiti di azione comune – primo tra tutti proprio il terrorismo internazionale – si potrebbe incentivare la collaborazione con le Istituzioni europee (come già avviene nell’ambito dello European Cybercrime Center, EC3, istituito in seno a EUROPOL e attivo dal 2013), e soprattutto con l’INTCEN. In questo modo non solo si espanderebbe l’ambito di utilizzo delle informazioni raccolte – che si mescolerebbero con quelle non legate all’ambito investigativo – ma si potrebbe aggirare, almeno parzialmente, la mancanza di capacità autonome di raccolta di dati “grezzi” a livello europeo.

Giulia Tilenni

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Un chicco in più

Per ciascuno dei 28 Stati membri è costituita un’Unità nazionale, che è l’organo di collegamento tra EUROPOL e autorità competenti del Paese (sebbene in casi particolari possano anche relazionarsi tra loro senza intermediazione). Nel caso italiano si articola in tre sezioni, corrispondenti a ciascuna delle principali Forze di Polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza), che in base al settore di competenza si scambiano, spontaneamente o su esplicita richiesta, informazioni all’EUROPOL. Per ogni Unità nazionale si costituisce presso EUROPOL un Ufficio nazionale di collegamento.

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Foto: Vito Manzari

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Giulia Tilenni
Giulia Tilenni

Laureata magistrale in Relazioni Internazionali a Bologna – dove ha anche completato il Master in Diplomazia e Politica Internazionale, che l’ha portata a Francoforte sul Meno per un tirocinio di ricerca di tre mesi. Dopo una tesi in Studi strategici che analizza l’intervento militare in Libia del 2011 e una ricerca sui velivoli a pilotaggio remoto, è entrata a far parte del Caffè Geopolitico nel team Miscela Strategica.

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