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La Cina punta all’Atlantico Meridionale

In 3 sorsi – L’interesse della Marina Militare di Pechino non si limita alla cosiddetta “string of pearls” nell’Oceano Indiano: un recente report attesta infatti l’interesse cinese nello sviluppo di una base militare in Namibia, in una regione spesso sottovalutata nei calcoli geostrategici globali.

1. PECHINO ALLARGA I PROPRI ORIZZONTI – L’area dell’Oceano Atlantico Meridionale è abitualmente considerata di secondaria importanza negli equilibri globali, specialmente dopo la fine della Guerra Fredda. L’assenza di competizione fra grandi potenze e la mancanza di una potenza emergente intenzionata a scombinare gli equilibri esistenti contribuiscono al relativo “anonimato” della regione in questione. Le dinamiche nell’Atlantico Meridionale potrebbe però venire modificate dall’entrata in scena della Cina. Un recente report ha difatti segnalato l’intensificarsi dei contatti diplomatici fra Pechino e il Governo della Namibia riguardo la costruzione di una base navale a Walvis Bay da parte della PLAN (People’s Liberation Army Navy). Secondo il report in questione, la base di Walvis Bay verrebbe utilizzata come stazione di manutenzione e rifornimento per la flotta cinese, venendo inserita in una rete globale di analoghe strutture.

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Fig. 1 – Incontro tra il Presidente cinese Xi Jingpin e il Primo Ministro namibiano Hage Geingob nel 2014

2. L’ENNESIMO CAPITOLO DELL’INVASIONE CINESE IN AFRICA? – Tale notizia potrebbe sorprendere fino a un certo punto: i rapporti economici fra Cina e Namibia si sono molto intensificati nell’ultimo decennio, seguendo una tendenza che riguarda le relazioni fra tutta l’Africa Subsahariana e Pechino. Il Governo cinese è particolarmente interessato alle risorse naturali dei Paesi africani, tanto da aver stabilito una presenza permanente sul continente da piĂą di un decennio, in una dinamica non sempre ben vista dalle popolazioni locali. Nel caso della Namibia, la Cina sarebbe fortemente interessata alle ricche miniere d’uranio del Paese.

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Fig. 2 – La storica visita di Hu Jintao in Namibia nel 2007

Ciò che rappresenta invece una novità è la posizione della base navale in progetto: mentre gli altri porti finanziati dalla Cina nell’ambito della costruzione della cosiddetta string of pearls si affacciano sull’Oceano Indiano, Walvis Bay permetterebbe alla PLAN di estendere il proprio raggio di attività nell’Atlantico Meridionale.

3. FRA AFRICA E SUD AMERICA – La suddetta base in Namibia andrebbe ad aggiungersi ad altre pedine mosse dal Governo di Pechino nella regione: il progetto per il canale in Nicaragua su tutti, ma anche il rafforzamento del legame con Buenos Aires. La Cina ha difatti concluso un contratto di vendita di circa 20 aerei da combattimento JF-17 Thunder all’Argentina, una mossa che riapre inevitabilmente la questione relativa alle isole Falkland/Malvinas e al conflitto fra la Gran Bretagna e il Paese sudamericano. I caccia multiruolo JF-17 Thunder sarebbero infatti in grado di minacciare la superioritĂ  aerea di cui gode al momento l’Aeronautica britannica. Dal punto vista di Pechino, l’accordo con l’Argentina darebbe, oltre ai vantaggi economici, la possibilitĂ  di inviare personale militare cinese nel Paese sudamericano per attivitĂ  di addestramento e manutenzione, incrementando i rapporti fra le due nazioni in ambito di sicurezza.

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Fig. 3 – Strette di mano e accordi bilaterali: Xi Jingpin con la “Presidenta” argentina Cristina Kirchner

La posizione della base di Walvis Bay permetterebbe alla PLAN di intensificare le  relazioni con la controparte sudafricana, compiendo visite presso i porti e le basi navali di Simonstown, Port Elizabeth e Durban; i vascelli cinesi potrebbero inoltre pattugliare due importanti choke points come Capo di Buona Speranza in Sudafrica e Capo Horn in Cile.

In conclusione, benché l’effettiva realizzazione del progetto per la base di Walvis Bay rimanga ancora nell’alveo dell’incertezza, le conseguenze geopolitiche di tale programma sarebbe molto interessanti, prova del sempre più vaso orizzonte strategico cinese.

Francesco Marino

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Situata in una posizione strategica, Walvis Bay venne utilizzata in passato dalla Royal Navy britannica, che la cedette al Sudafrica (dopo averne perso brevemente il controllo a favore della Marina tedesca, durante la Prima Guerra Mondiale); solo nel 1994 la base passò definitivamente alla Namibia, grazie ad un atto di solidarietà del governo di Nelson Mandela. [/box]

Foto: cristiano crolle

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Francesco Marino
Francesco Marino

Romano, un percorso di studi in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali negli atenei della sua città natale, poi il trasferimento in UK per frequentare il master in War Studies al King’s College di Londra. Si interessa principalmente di questioni navali,  Asia Orientale e Medio Oriente, con un occhio anche agli aspetti di sicurezza e politica estera comune dell’UE. La passione per arte, musica, letteratura e sport gli ruba fin troppo tempo.

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