Ancora scontri tra Sudan e Sudan del Sud. Juba, infatti, si è ritirata da Heglig, anche se non è ben chiaro se l’abbandono della regione sia stato dovuto al contrattacco di Khartoum o all’attuazione della richiesta ONU. Tuttavia, l’aviazione del Nord continua a bombardare lo Stato dell’Unità. I tuareg dell’Azawad hanno annunciato l’istituzione di una costituente per definire tempi e modi della secessione dal Mali, mentre l’Egitto ha interrotto parte della fornitura di gas a Israele. In Sudafrica, Julius Malema è espulso dall’African National Congress. Gli altri temi: prosegue la caccia a Joseph Kony, i danni all’agricoltura in Camerun, la campagna per la protezione degli albini in Ruanda, il re contestato in Swaziland. In chiusura una nota sulle discriminazioni delle persone affette da albinismo in Africa
NOTIZIE CONFUSE DAL FRONTE SUDANESE – Continuano le tensioni in Sudan: secondo le ultime notizie, infatti, martedì, Khartoum avrebbe ripreso il bombardamento oltreconfine nello Stato dell’Unità. Alcune fonti interne a Juba non escludono che al-Bashir possa ordinare in breve tempo alle proprie truppe di attaccare la città di Bentiu, che comunque già è stata oggetto di almeno tre incursioni aeree. Nel frattempo, il Sudan del Sud si è ritirato da Heglig, ma i vertici militari hanno precisato che l’abbandono della regione petrolifera non sia stato conseguenza del contrattacco di Khartoum, bensì una scelta volontaria attuata nel tentativo di limitare il conflitto. Probabilmente, però, non è da escludersi che le perdite tra i soldati del Sud Sudan durante l’occupazione di Heglig possano essere state più elevate di quanto comunicato ufficialmente dai vertici dell’esercito: molti giornali hanno riportato le testimonianze di alcuni uomini di ritorno dal fronte circa la rapidità delle operazioni di ripiego e il gran numero di morti rimasti insepolti. Tuttavia, dopo aver lamentato che al proprio ritiro da Heglig, come richiesto dalle Nazioni Unite, non sia seguita l’interruzione dei bombardamenti da parte del Sudan, Juba ha denunciato la presenza di mercenari al soldo di Khartoum in procinto di creare una testa di ponte per l’assalto a Bentiu. Per il momento, gli scontri al confine sembrano in una fase di tregua, ma, anche soltanto scorrendo rapidamente le vicende degli ultimi giorni, a dominare è l’impressione che gli eserciti non manterranno a lungo le proprie posizioni. LA COSTITUENTE DEI TUAREG – Alla fine della scorsa settimana, il portavoce del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad, l’insieme delle regioni settentrionali del Mali cadute in mano ai tuareg, ha annunciato la creazione di un’assemblea costituente. Al momento, non è prevista un’immediata secessione da Bamako, bensì l’avvio di un percorso di consultazioni interne durante le quali saranno definite le basi politiche, amministrative e istituzionali in vista del distacco, comunque ritenuto inevitabile, dal Mali. STOP AL GAS EGIZIANO IN ISRAELE – Nella tarda serata di domenica, la Egyptian Natural Gas Holding ha confermato l’interruzione della fornitura di gas a Israele. Sebbene ancora la giunta militare del Cairo non abbia né approvato ufficialmente il provvedimento, né addotto alcuna motivazione, fonti di stampa egiziana hanno accusato Israele di non aver pagato i servizi della compagnia per mesi. Sin dall’inizio delle rivolte in Egitto, però, il gasdotto ha subito numerosi attacchi che ne hanno limitato le capacità. L’interruzione del servizio, inoltre, comporta una violazione del trattato di pace tra i due Paesi, cosicché il governo israeliano ha chiesto l’intervento di Washington, in quanto garante dell’accordo. Nel frattempo, se da un lato il primo ministro Benjamin Netanyahu ha escluso qualsiasi misura contro l’Egitto, dall’altro lato, il Capo di Stato delle Forze Armate ha sostenuto, lunedì, che le truppe israeliane sono state preallertate. JULIUS MALEMA ESPULSO DALL’ANC – Dopo due anni di polemiche, provvedimenti di sospensione e ricorsi, alla fine la Commissione disciplinare dell’African National Congress, compagine al potere in Sudafrica, ha confermato l’espulsione di Julius Malema, il capo della Youth League. Nei suoi confronti pesano le accuse di aver seminato discordia nel partito e di aver eccessivamente screditato l’attuale capo di Stato, Jacob Zuma. Nel 2010, Malema aveva lodato pubblicamente l’operato del presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, complimentandosi per l’esproprio violento delle terre dei proprietari bianchi nel Paese. Negli ultimi mesi, inoltre, il leader della Youth League ha continuamente attaccato Zuma e il suo governo. Gli osservatori più critici, comunque, ritengono che l’espulsione di Malema debba essere letta come un tentativo di limitare le voci dissidenti verso il Presidente sudafricano.
PROSEGUE LA CACCIA A KONY – Barack Obama ha confermato l’impegno statunitense nella caccia a Joseph Kony, indicando al contempo nella cattura del capo del Lord’s Resistance Army uno dei capisaldi della strategia di Washington per la regione. Attualmente, sono dispiegati in Uganda circa cento militari USA, anche se nessuno di loro risulta effettivamente impiegato in operazioni sul campo, ma solo in attività sia di coordinamento, sia di sorveglianza e rifornimento, anche per via aerea. DILEMMA PIOGGIA IN CAMERUN – In Africa occidentale, soprattutto in Camerun, l’agricoltura rischia di subire gravi danni a causa di alcune anomalie nel clima stagionale. L’arrivo anticipato delle grandi piogge, infatti, ha spinto molti coltivatori ad avviare le attività connesse, salvo poi dover fronteggiare prima l’eccessiva quantità di acqua caduta, quindi, laddove i rovesci erano stati meno intensi, l’improvvisa cessazione delle precipitazioni. La stagione delle piogge dovrebbe cominciare ad aprile, ma, per il secondo anno consecutivo, le perturbazioni sono giunte tra gennaio e febbraio. Al momento non è stato ancora possibile calcolare i danni causati dal clima anomalo, ma si stima che, nel sud del Camerun, la perdita media degli agricoltori possa essere attorno ai 500 dollari. IL RUANDA IN DIFESA DEGLI ALBINI – Il Ruanda ha lanciato una campagna per la difesa dei diritti degli albini, spesso costretti a vivere in condizioni di marginalità o, addirittura, perseguitati e uccisi. L’iniziativa, denominata “White in Black”, è incentrata su un film, “The Label”, un’opera diretta da Clementine Dusabejambo che denuncia la pratica di abbandonare i bambini albini alla nascita. L’obiettivo del governo ruandese, adesso, è esportare la campagna anche in Tanzania e Uganda. L’AEREO DEL RE – Il contestato re dello Swaziland, Mswati III, è al centro di un nuovo scandalo nel Paese. Secondo alcuni oppositori, il monarca avrebbe acquistato un jet privato sottraendo denaro dalle casse pubbliche. Il portavoce del governo ha negato «mille volte» le accuse, sostenendo che l’aereo sia stato regalato al re da alcuni benefattori. Nel 2002, però, Mswati III distrasse quasi tre milioni di dollari dai fondi pubblici per l’acquisto di un velivolo del costo di 51 milioni di dollari, ossia un quarto del PIL dello Swaziland. Quando l’episodio fu reso noto, la compravendita fu annullata, soprattutto perché l’Unione Europea minacciò di sospendere l’invio degli aiuti per lo sviluppo. Beniamino Franceschini [email protected]