Questa settimana le sorti della politica internazionale sembrano conformarsi alla perfezione con la concezione periodica dei cicli storici coniata da Giambattista Vico. L’ennesimo test balistico nordcoreano e un’altra manche di negoziati internazionali sul cambiamento climatico, oltre alla ricaduta in Egitto, sembrano riportare il nostro ristretto a un anno di distanza, denotando con chiarezza come il “grande gioco” sia in realtĂ un camaleonte globale
EUROPA
Lunedì 10 – I ministri degli esteri dei paesi membri dell’Unione Europea si riuniscono a Bruxelles per il consiglio per l’Azione Esterna. Sul tavolo non solo la revisione della strategia di cooperazione con gli Stati uniti dopo la rielezione del presidente Obama il mese scorso. Inoltre non mancherĂ l’occasione per preparare i lavori dell’ EU – Russia Summit del 21 Dicembre e dell’incontro con il Brazile e la ComunitĂ degli Stati Latino Americani e Caraibici, in programma per il 26-27 Gennaio a Santiago de Chile. Buona parte delle discussioni sarĂ però ovviamente concentrata sulla crisi siriana senza fine e sulle divisioni interne all’UE riguardo allo status della Palestina in seno alle Nazioni Unite.
Lunedì 10 – L’Unione Europea si prepara a ricevere uno dei piĂą discussi Nobel per la Pace, nella splendida cornice dell’inverno di Oslo, dove saranno presenti il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, il Presidente del Parlamento Martin Shultz e il frontman della Commissione JosĂ© Manuel Barroso. I 930.000 € di premio saranno distribuiti ad istituti e fondi per il sostegno dei minori in difficoltĂ , attraverso gli innumerevoli progetti per l’infanzia sponsorizzati dall’UE.
AMERICHE
STATI UNITI – Il Gigante capitalista torna ad alzare lo sguardo e riprende la sua marcia dopo la caduta fragorosa del 2008-2009, portando una buona notizia al neo-rieletto Barack Obama. Secondo i dati del dipartimento del lavoro statunitense infatti i dati della disoccupazione sarebbero tornati a fluttuare intorno al 7,7% della popolazione attiva, numeri dimenticati durante il periodo buio della crisi. Tuttavia le incertezze relative al nuovo anno, riguardanti non solo il famigerato “fiscal cliff” ma anche l’innalzamento delle aliquote e nuovi tagli alla spesa pubblica potrebbero ridurre tali dati mensili a puri palliativi invece di rappresentare il vero rimedio ad un malanno che dura da tempo.
OSA – La Commissione Interamericana per i Diritti Umani rischia di perder una grossa fetta di quell’indipendenza e terzietĂ che ne hanno garantito il funzionamento efficace negli ultimi anni. Le bozze di revisione dello statuto e dei metodi della Commissione stessa rischiano infatti di porla sotto il controllo diretto o indiretto degli stati membri dell’organizzazione regionale, togliendo così il diritto alla compensazione internazionale a milioni di cittadini vittime di abusi e privazioni di diritti sanciti come inviolabili.
AFRICA
Lunedì 10 – Il Consiglio Europeo in Formazione Affari Esteri è pronto ad annunciare l’inizio ufficiale di EUTM, nome scelto per la Training mission in Mali cui prenderanno parte un gruppo di ufficiali provenienti dagli eserciti di una decina di paesi, tra cui anche Spagna, Francia, Belgio e Italia. Gli istruttori europei saranno dislocati a nord di Bamako in due delle maggiori basi militari del paese martoriato dalla guerra civile. La missione sarĂ attiva per un anno con la possibilitĂ di una proroga qualora le condizioni lo richiedano, il tutto al costo di 50 milioni di euro per le casse di Bruxelles. Alla Francia di François Hollande l’onore o l’onere di condurre il mandato della missione e di assicurare la protezione del personale ivi impiegato.
Lunedì 10 – Martedì 11 – Grande attesa per i risultati delle elezioni presidenziali ghanesi che hanno portato milioni di elettori ad accodarsi di fronte alle stazioni di voto messe in serie difficoltĂ dal malfunzionamento dei sistemi innovativi di scanning biometrico. 7 contendenti tentano di insediare l’uscente John Dramani Mahma, anche se l’unica a detenere qualche speranza di successo resta il carismatico Nana Akufo-Addo, capace di raccogliere attorno a se buona parte degli oppositori al governo. Proprio nel 2008 il leader del Partito Patriottico perse le elezioni per meno di un punto percentuale di scarto con John Atta Mills, scomparso il luglio scorso.
ASIA
COREA DEL NORD – Potrebbe essere il 17 Dicembre la data fatidica per il nuovo test missilistico del regime guidato da Kim Jong Un, un gesto che sa molto piĂą di commemorazione simbolica del defunto predecessore che di conquista tecnologico-militare, visti i risultati dell’ultimo lancio balistico made in Pyongyang. I portavoce del governo hanno indicato l’intervallo tra il 10 e il 22 Dicembre quale periodo ideale per il test del missile intercontinentale, mascherato da lancio satellitare. Con Pechino che continua a chiedere moderazione, Tokyo pronta alla difesa e Seoul ormai abituata da 62 anni di convivenza armata, non ci resta che ammirare l’ennesimo fuoco d’artificio nei cieli dell’Asia Orientale.
VIETNAM – La polizia di Hanoi è stata costretta a rompere le file di centinaia di partecipanti alla prima manifestazione organizzata contro “la politica espansionista ed imperialista nel Mar cinese Meridionale” condotta da Pechino. L’obiettivo era naturalmente concentrare una grande folla fuori dai cancelli dell’ambasciata cinese proprio mentre episodi simili venivano registrati a Ho Chi Min City. La situazione tra i due paesi, mai tranquilla in realtĂ , è precipitata da quando Pechino ha dato alla stampa il nuovo modello di passaporto nazionale in cui l’intero Mar Cinese viene raffigurato come parte del territorio interno. Il governo vietnamita ha giĂ provveduto a sottoporre prove delle svariate violazioni alla sovranitĂ nazionale e il danneggiamento a diverse imbarcazioni armate di sensori anti-sismici.
Sabato 16 – Gli Opinion Polls e le tendenze di twitter, la vera novitĂ di questa campagna elettorale made in Japan, sembrano indicare chiaramente il Partito Lilberal-Democratico dell’ex premier Shinzo Abe come il probabile vincitore di questa nervosissima contesa. Non solo l’aria di guerra che spira da Pyongyang ma anche il malcontento diffuso in tutte le classi sociali nei confronti dell’operato del Partito Democratico del deludente Yoshihiko Noda incapace di rilanciare l’economia del paese e dare risposte immediate nel dopo-Fukushima. Non resta dunque che attendere il weekend per capire a chi toccherĂ guidare l’arcipelago millenario in uno dei periodi piĂą burrascosi per le relazioni internazionali dell’Asia orientale.
MEDIO ORIENTE
Venerdì 15 – nonostante l’annullamento del decreto presidenziale del 22 novembre scorso che rischiava di conferire a Mohammed Morsi poteri praticamente assoluti, l’opposizione egiziana costituita da gruppi spontanei riunitisi in piazza Tahrir continua a chiedere un governo democratico. Mentre la Guardia Repubblicana ha fatto sapere per vie indirette che non adopererĂ alcuna violenza nei confronti dei manifestanti, il peso specifico di politica, religione ed esercito in Egitto, resta ancora da definire.
DOHA 2012 – Accordo raggiunto, o quasi. Questo il titolo migliore per raccontare in breve la conclusione del meeting di Doha, chiamato a provvedere un successore al Protocollo di Kyoto con effettiva valenza pratica. Dopo circa 36 ore di negoziati, proposte bocciate e ripensamenti, i rappresentanti di circa 200 nazioni hanno esteso il protocollo fino al 2020, nonostante l’opposizione della delegazione della Federazione Russa. I 27 membri dell’Unione Europea accompagnati dall’Australia, la Svizzera ed altri 8 paesi industrializzati hanno approvato tagli obbligatori nelle emissioni. Cina e Stati Uniti, i due maggiori inquinatori del pianeta, continuano invece a latitare in uno status di terzietĂ nei confronti dell’accordo.
Fabio Stella