AstroCaffè – L’azienda statunitense Boeing è presente nel settore spaziale in tutti i campi, dai satelliti ai lanciatori e ai veicoli spaziali con equipaggio. Ultimamente, assieme alla Space-X, si sta affacciando nel nuovo settore del volo spaziale commerciale. La analizziamo più da vicino.
L’AZIENDA – The Boeing Company, meglio conosciuta con il nome semplificato di Boeing, è generalmente individuata come produttrice di aerei passeggeri tra i più famosi al mondo, tra i quali spicca il cosiddetto Jumbo, ossia il Boeing-747, uno dei più grandi e capienti della sua categoria – nonché scelto per essere l’aereo del Presidente degli Stati Uniti. La storia dell’azienda risale dai primi voli pionieristici compiuti dall’omonimo fondatore negli anni Dieci del XX secolo, ed è proseguita sino ai giorni nostri, facendo della Boeing l’unico produttore di aerei passeggeri di grosse dimensioni presente negli Stati Uniti e parte dell’attuale duopolio mondiale insieme all’europea Airbus.
Fig. 1 – Modello del veicolo spaziale CST-100 Starliner
NELLO SPAZIO DA ANNI – A fianco dell’attività aeronautica – sia civile sia militare – la Boeing è presente nel settore spaziale sin dall’inizio. Non è molto conosciuto, ma l’azienda ha costruito il primo stadio del razzo lunare Saturn-V, dotato di cinque motori F-1 e il più potente dei tre che componevano il vettore. I satelliti statunitensi per la navigazione e il posizionamento della serie GPS furono sviluppati dall’allora Rockwell International, poi acquisita dalla Boeing, che ha continuato nella costruzioni di versioni sempre più sofisticate del sistema satellitare fino all’attuale versione IIF. L’azienda ha però perso la commessa per lo sviluppo e la costruzione della terza generazione del GPS, vinta da Lockheed Martin. Nel campo del volo spaziale umano, l’acquisizione della Rockwell ha permesso alla Boeing di partecipare al programma Space Shuttle, occupandosi del mantenimento delle navette (Orbier) e dell’assemblaggio dei componenti del sistema (Orbiter, serbatoio esterno e boosters laterali) in collaborazione con Lockheed Martin tramite il consorzio United Space Alliance (ora inattivo). La collaborazione tra le due aziende prosegue nel consorzio United Launch Alliance (ULA), per i lanci di satelliti, soprattutto per conto del Governo statunitense.
Fig. 2 – Lancio notturno del vettore Delta IV dell’ULA
CON LA NASA IN DUE MODALITÀ – La Boeing collabora con la NASA su due direttrici: da un lato il Commercial Crew Program e dall’altro il nuovo lanciatore pesante per l’esplorazione spaziale. Per il programma commerciale, Boeing ha vinto il contratto per ricevere fondi NASA per la costruzione e lo sviluppo del proprio veicolo spaziale con equipaggio, denominato CST-100 Starliner (dove CST sta per Crew Space Transportation). Lo scopo della capsula è quella di trasportare astronauti (della NASA e non) verso la Stazione spaziale internazionale (International Space Station – ISS) ed estendere l’accesso ai privati all’orbita terrestre bassa. La CST-100 sarà infatti disponibile anche per voli acquistati da clienti diversi dall’ente spaziale statunitense, come altre agenzie spaziali o aziende. Al momento è previsto che il veicolo della Boeing sarà il primo a effettuare un volo con equipaggio, composto da un collaudatore dell’azienda e da un astronauta NASA. Per quanto concerne l’esplorazione, la Boeing si è aggiudicata il contratto per lo sviluppo e la costruzione dello stadio principale del nuovo SLS (Space Launch System – Sistema di lancio spaziale), il vettore per il programma della NASA per l’esplorazione spaziale. In questo progetto la Boeing userà l’esperienza acquisita con lo Space Shuttle, poiché i motori saranno i medesimi.
Video 1 – Presentazione del veicolo CST-100 Starliner
Emiliano Battisti
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Un chicco in più
CST-100 – Il veicolo spaziale della Boeing è in grado di trasportare fino a sette membri di equipaggio in orbita terrestre bassa (LEO), tuttavia la configurazione per i voli acquistati dalla NASA sarà di cinque astronauti più cargo. Ha un’autonomia di 60 ore in volo “libero” e fino a 210 giorni quando agganciato alla ISS, e può essere riutilizzato fino a dieci volte. Il sistema di aggancio alla Stazione è totalmente automatizzato, con l’equipaggio in grado di procedere a un attracco manuale in caso di malfunzionamento. Il veicolo è adattabile a diversi tipi d lanciatori statunitensi, tra i quali il Delta IV (Boeing – ULA), il Falcon-9 (Space-X), il futuro Vulcan (ULA) e l’Atlas V (Lockheed Martin – ULA). Quest’ultimo è stato scelto come vettore per i primi voli. [/box]
Foto: theglobalpanorama