Caffè ristretto – La Corea del Sud ha svelato un ambizioso piano spaziale: entro il 2045 intende realizzare una base lunare. Questo progetto mostra la volontĂ del Paese di affermarsi tra le potenze spaziali, espandendo le proprie capacitĂ tecnologiche su Luna, orbita terrestre e oltre.
Nel luglio 2025 la neocostituita Korea AeroSpace Administration (KASA), definita la “NASA coreana” e istituita nel maggio 2024, ha presentato il suo primo piano strategico. Il documento delinea cinque aree prioritarie: esplorazione dell’orbita terrestre, studi in microgravità (ricerche condotte in condizioni di riduzione o in apparente assenza di peso), missioni lunari, ricerca solare e scienza spaziale. L’obiettivo più ambizioso è la costruzione di una base lunare a basso costo entro il 2045, parte di una strategia di lungo periodo per ridurre la dipendenza tecnologica dall’estero e rafforzare il settore aerospaziale nazionale.
Il percorso verso la Luna sarà graduale: entro il 2032 è previsto il lancio di un lander robotico (un veicolo d’atterraggio), seguito da un modello avanzato entro il 2040. La base è stata pensata per diventare una piattaforma per fare ricerca scientifica, sperimentazione tecnologica e, potenzialmente, sfruttamento delle risorse lunari. L’esperienza accumulata con il Danuri, primo orbiter lunare sudcoreano (sonda spaziale che orbita intorno alla Luna) lanciato nel 2022, sarà fondamentale: il satellite continua a trasmettere dati preziosi e a testare applicazioni come la Space Internet (rete di comunicazione Terra-Luna).
Per garantire indipendenza nei lanci, KASA punta allo sviluppo del nuovo razzo KSLV-III, in grado di portare sulla Luna carichi pesanti senza ricorrere a partner stranieri. Il debutto è previsto per il 2030, ma nel frattempo il Paese investe in collaborazioni internazionali: le future missioni saranno coordinate con agenzie come NASA e JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency, l’Agenzia spaziale giapponese), per condividere competenze e ridurre i costi.
Un elemento distintivo del piano è l’attenzione alla preparazione tecnologica in ambienti simili a quello lunare. Il Korea Institute of Geosciences and Mineral Resources sta testando veicoli e sistemi di estrazione in miniere di carbone abbandonate, simulando le condizioni operative sul satellite. Questi rover, una volta inviati sulla Luna, dovranno esplorare, raccogliere campioni e valutare la possibilità di estrarre materiali utili per sostenere le missioni.
Con questa strategia, la Corea del Sud intende inserirsi nella nuova corsa spaziale internazionale, accanto a Stati Uniti, Cina, India, Europa e altri attori emergenti. Il 2045 non è solo una data simbolica — coincide con il centenario della liberazione del Paese dal dominio coloniale giapponese, — ma anche un traguardo tecnologico e politico, pensato per proiettare lo Stato in una posizione di leadership nello spazio.
Annachiara Maddaloni
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