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Trump alla ricerca di una linea moderata?

Caffè Americano – Nello staff di Trump ci si chiede quale sia la migliore strategia da seguire nelle ultime settimane di campagna elettorale: cercare una linea moderata o mantenere il temperamento che ha portato alla nomination il magnate di New York? 

I PROBLEMI DA AFFRONTARE – La campagna elettorale di Donald Trump si trova in una crisi senza precedenti. A poche settimane dalle elezioni, il tycoon si trova sotto di dieci punti (secondo gli ultimi polls) da Hillary Clinton, il GOP è sempre più diviso e le sue discutibili affermazioni continuano a essere all’ordine del giorno. Se qualche mese fa in molti erano convinti di votarlo, ora sembra che i dubbi si stiano insinuando tra la popolazione e per chi ha già deciso di scegliere Hillary non sembra ci sia spazio per ripensamenti. Sembra infatti che il 90% degli statunitensi abbia già stabilito chi votare. Non dimentichiamo inoltre che, dopo i vari scandali che si sono succeduti nell’ultimo periodo, il partito repubblicano è percepito in maniera molto negativa sia all’interno che all’esterno degli States. Il 60% dei cittadini ha opinioni avverse nei confronti di Trump e alcuni suoi colleghi (tra cui il repubblicano Tony Fratto, vice addetto stampa di George W. Bush) sono ormai convinti che sia troppo tardi per rimediare. Il magnate però non si perde d’animo e sta consultando il suo staff per capire quale sia il modo migliore di procedere.

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Fig. 1 – Trump sembra perplesso: la sua sicurezza sta cominciando a vacillare?

RIVOLUZIONE? – Il primo cambiamento del magnate è stato scegliere un nuovo responsabile per la sua campagna elettorale: Stephen Bannon, uomo d’affari, media executive, film-maker ed ex ufficiale di Marina. È ormai palese che Trump non abbia più il sostegno di cui godeva all’inizio e, per questo motivo, sembra che il re del mattone abbia cambiato anche altri aspetti della sua corsa alla Casa Bianca. Si nota infatti una nuova linea più moderata durante i suoi comizi: meno improvvisazione e più lettura di testi preparati, meno insulti verbali ma messaggi più chiari e strutturati. La strategia ha come scopo l’avvicinarsi a un nuovo bacino elettorale, ovvero gli afro-americani e i bianchi moderati. Per raggiungere quest’obiettivo, Trump ha usato i suoi amati social media per dichiarare che gli “African Americans have a right to walk down the street and not get shot“, in un periodo in cui la comunità nera sembra sempre meno integrata e più minacciata; anche le posizioni sugli immigrati appaiono meno conservative. Non dimentichiamo però che, quando si parla di “moderazione”, si intende quella di Trump, il quale si rivolge alle minoranze per convincerle a votarlo scrivendo: “What the hell do you have to lose?”

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Fig. 2 – Donald in penombra… che la “stella” della sua nomination sia ormai cadente?

STESSA LINEA?Non tutti però concordano sul fatto che questa strategia sia la migliore da adottare: in effetti, è stato proprio l’atteggiamento politicamente scorretto a far guadagnare a Trump la nomination repubblicana. È davvero arrivato il momento di cambiare? Per ora, ci sono due persone in particolare che vorrebbero vedere il candidato del GOP rimanere sulla stessa linea: il Senatore Jeff Sessions e il nuovo coordinatore della campagna elettorale. Ma le loro preoccupazioni sul cambiamento di retorica del magnate sono vane: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Venerdì 26 agosto, due uomini hanno sparato e ucciso, a Chicago, la cugina del famoso giocatore di basket Dwyane Wade, mentre spingeva la carrozzella in cui si trovava sua figlia. Immediatamente, Trump ha twittato: “Dwyane Wade’s cousin was just shot and killed walking her baby in Chicago. Just what I have been saying. African-Americans will VOTE TRUMP!” La risposta al tweet non è stata incoraggiante. La moderazione è stata messa da parte, a detta degli statunitensi sui social network, a favore della visibilità del magnate. È stata strumentalizzata una tragedia per ribadire la necessità di votare Trump al fine di cambiare lo stato delle cose, il che è stato giudicato dalla comunità di internet come una mancanza di empatia e di rispetto. Ma non solo: sabato 27 agosto, Trump ha postato sulla sua pagina Facebook un messaggio che ribadiva la necessità di un muro tra gli Stati Uniti e il Messico: “Heroin overdoses are taking over our children and others in the MIDWEST. Coming in from our southern border. We need strong border & WALL!” Insomma, la strategia della moderazione sembra impossibile da seguire, ma se così non fosse, Trump non sarebbe il candidato che conosciamo.

Giulia Mizzon

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Dwyane Tyrone Wade è un cestista statunitense, giocatore nella NBA con i Chicago Bulls. Sabato 27 agosto sua cugina, Nykea Aldridge, è stata uccisa durante una sparatoria da due fratelli mentre spingeva la carrozzella della figlia di 3 settimane.  [/box]

Foto di copertina di Michael Vadon Rilasciata su Flickr con licenza Attribution-ShareAlike License

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Giulia Mizzon
Giulia Mizzon

Nata a Imperia nel 1992, laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali all’Università Cattolica di Milano. Affascinata dalle dinamiche della politica internazionale, frequento un Master in International Relations all’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali. Confesso di essere un’amante degli States, sempre presenti nei miei programmi futuri, e una lettrice accanita di qualsiasi cosa mi capiti sottomano.

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