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Il 2017 della Russia di Putin

Il Giro del Mondo in 30 Caffè 2017 – Il 2016 ci lascia in dote una Russia ormai pienamente consapevole del suo ruolo di attore protagonista sul palcoscenico internazionale. Osservando brevemente i dossier caldi che vedranno coinvolta Mosca in questo 2017, ci renderemo ben conto di ciò. Ma il 2017 conferirĂ  l’Oscar di Global Player alla Russia? Difficile, soprattutto se non si risolveranno i problemi endemici che affliggono la Federazione, stagnazione economica e corruzione su tutti. Ma le vesti di attore non protagonista sono ormai, definitivamente, accantonate. Con buona pace di chi gliele aveva cucite addosso

PROTAGONISTI IN MEDIORIENTE, DI NUOVO  Conclusa, con un successo, la campagna che ha visto Russi e governativi – senza scordarsi di iraniani e delle milizie di Hezbollah – impegnati nel riprendere il controllo di Aleppo, il 2017 potrebbe essere l’anno della svolta nella risoluzione del conflitto siriano. Difficile a  questo punto immaginarsi una Siria completamente riunificata sotto il controllo degli Assad. Se il Presidente siriano continuasse ad insistere nell’inseguire quella che ad oggi appare come un’autentica impresa, relegherebbe il suo Paese nel caos in cui tutt’ora è attanagliato per almeno altri due anni. Auspicabile, e forse consigliato anche dai vertici del Cremlino, una “balcanizzazione” del Paese che rispecchi ormai la nuova configurazione etnica e demografica della Siria. L’unica certezza, al momento, è che la Russia, con il suo intervento nel settembre del 2015, ha posto le basi per la permanenza dell’alleato alawaita nella zona costiera siriana, che per Mosca è di vitale importanza.

Fig. 1 – Infografica degli attuali interessi esteri della Russia

Qualsiasi colloquio di pace, a partire giĂ  da quelli di Astana, come punto di partenza avrĂ  proprio questo. Assad resta, e la zona in questione – Damasco compresa – rimarrĂ  sotto il suo controllo. Per la felicitĂ  del Cremlino, che entrò nel conflitto proprio al fine di garantirsi ciò. Da vedere anche come si evolverĂ  la situazione in Afghanistan, Paese da sempre “nei pensieri” russi. Mosca si impegnerĂ  anche in questo scenario per far si che il Paese ritrovi pace e sicurezza. A supporto di questo, il recente incontro trilaterale tenutosi tra Cina, Russia e Pakistan. Dalle parti del Cremlino devono aver capito che interloquire con il Pakistan – e con i talebani – è l’unica via percorribile per fare in modo che anche in Afghanistan, martoriato da una guerra lunga 15 anni, si possa ambire alla stabilitĂ .

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Fig. 2 – Incontro tra Assad e Putin al Cremlino, 30 ottobre 2015. Nella foto spiccano le presenze di Dimitri Medvedev,  Mikhail Fradkov (all’epoca direttore dei servizi di intelligence esteri ) e Sergei Shoigu

UCRAINA E DONBASS – Anche nel caldissimo dossier ucraino il 2017 potrebbe essere un anno assai propizio per il Cremlino. In questo caso però non grazie ad una escalation armata nel conflitto che ha posto Mosca in una posizione di forza rispetto agli avversari. Poroshenko è sempre piĂą in difficoltĂ  nel governare il Paese, anche a causa della forte corruzione presente, e non è in grado, al momento attuale, di garantire le riforme che aveva promesso per avvicinare Kiev agli standard richiesti dall’UE. In Francia, Paese membro del gruppo Normandia, si terranno l’elezioni che porteranno un nuovo inquilino all’Eliseo. Sia Fillon che Le Pen – i candidati favoriti alla vittoria – sono noti per le loro posizioni amichevoli verso Mosca. Anche in Germania, altro Paese membro del gruppo Normandia, si terranno elezioni e la Merkel tutto può dirsi tranne che sicura della riconferma. Se a tutto questo si unisce l’insediamento di Trump – il 20 gennaio – alla Casa Bianca si può capire come mai Poroshenko non possa dormire sonni tranquilli. Putin potrebbe sfruttare la contemporaneitĂ  di questi eventi per strappare condizioni piĂą favorevoli rispetto a quelle di Minsk 2. Condizioni che, viste le difficoltĂ , potrebbero essere anche ben accette da Poroshenko.

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Fig. 3 – Incontro a Minsk dei Ministri degli Esteri del “quartetto Normandia”, 29 novembre 2016.

AFRICA ED ESTREMO ORIENTE – Anche in Africa stiamo assistendo, anno dopo anno, ad un forte reinserimento russo. Pietra miliare sulla quale la Russia sta fondando la sua nuova politica africana è l’alleanza che Putin ha stretto con il Presidente egiziano Al Sisi. La prioritĂ  del binomio Mosca-Cairo è al momento la risoluzione del conflitto libico. Entrambi i leader hanno dichiarato, apertamente e senza mezze misure, il loro appoggio al governo di Tobruk e al generale Haftar. La visita di quest’ultimo a Mosca a fine 2016 ne è la prova concreta. Anche in virtĂą di questo triangolo di alleanze, ipotizzare una Libia senza Haftar è pura immaginazione. Unita o divisa che sia. Nell’Estremo Oriente invece la partita piĂą importante che il Cremlino sta giocando è quella di tenere a freno le ambizioni militariste che imperversano nella Corea del Nord. Coadiuvati in tale impresa dall’alleato cinese, si tenterĂ  di non far crescere ulteriormente le tensioni internazionali alimentate da questo focolaio di crisi. Nel mentre Mosca ha giĂ  avviato un’opera di riabilitazione politica della proprio immagine nella regione cercando di chiudere importanti accordi bilaterali con i maggiori attori dell’area. Sono stati numerosi, a tal proposito, i colloqui tra il Primo Ministro giapponese Abe e il Presidente russo Putin. Nel 2017 si continuerĂ  su questa strada, sperando che il nuovo Presidente statunitense non inasprisca ulteriormente le conflittualitĂ  tra Stati Uniti e Cina. La visione del Cremlino infatti prevede un Estremo Oriente pacificato, senza egemoni e dispute regionali.

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 Fig. 4 – Incontro al Cremlino tra il Presidente egiziano Al Sisi e Putin, 9 maggio 2015

Valerio Mazzoni

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Il 2017 sarĂ  anche l’anno che vedrĂ  l’inizio del biennio mondiale calcistico targato Russia. Il 18 giugno avrĂ  inizio la Confederation’s Cup, che sarĂ  l’ultimo banco di prova in vista dei Mondiali FIFA 2018 che si terranno proprio nella Federazione. Al netto della manifestazione sportiva, sarĂ  interessante vedere come Mosca organizzerĂ  i suoi sistemi di sicurezza per far si che tutte le competizioni vadano per il verso giusto. Certo che si prospetta un lavoro veramente impegnativo per il Cremlino, visto i problemi cronici di terrorismo che affliggono il Paese soprattutto nella sua parte meridionale. [/box]

Foto di copertina di ruscow rilasciata con licenza Attribution License

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Valerio Mazzoni
Valerio Mazzoni

Nato, cresciuto e residente a Roma classe 1989, laureando in Scienze politiche per le Relazioni Internazionali presso l’UniversitĂ  Roma Tre. Formato accademicamente da nottate passate a giocare ad Age of Empire e Risiko, nutre da sempre una smodata passione per la storia e per le relazioni internazionali, con particolare interesse per il fondamentalismo islamico, i servizi segreti e la loro controversa storia. Per il Caffè Geopolitico si occupa della Russia e delle ex Repubbliche Sovietiche. I viaggi e la Lazio sono le sue passioni piĂą grandi, anche se non disdegna rapide incursioni nel mondo NBA.

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