venerdì, 24 Marzo 2023

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

25 aprile: fare pace con il passato

In breve

Dove si trova

Ascolta l'articolo

Prima di iniziare...

Il Caffè Geopolitico è gratuito da sempre e lo rimarrà anche in futuro. Non usiamo pubblicità, ma esistiamo grazie ai nostri sostenitori. Se ti è utile quello che facciamo, aderisci alla campagna associativa!

In occasione della Festa di Liberazione del 25 aprile, riportiamo volentieri alcune riflessioni della storica Elena Aga Rossi sugli eventi del biennio 1943-45

«Le ricerche della storiografia “resistenziale” si sono sempre concentrate sulla lotta politica delle forze antifasciste e sul movimento partigiano, trascurando sia il quadro internazionale, e inparticolare le vicende belliche sul territorio italiano, che l’azione dei militari [italiani dopo l’8 settembre]…Si sono sottovalutati casi anche eroici di reazione armata ai tedeschi in Italia, ma soprattutto nei territori occupati [Grecia e Jugoslavia]; la preminente iniziativa di ufficiali e soldati nella costituzione delle prime bande partigiane e la loro presenza attiva nella resistenza; infine la partecipazione alla liberazione del Paese nei gruppi di combattimento aggregati alle forze alleate. I militari “badogliani” e le forze “autonome”, così come i dirigenti antifascisti che ebbero un ruolo di primo piano in quel periodo, pur non appartenendo ai partiti di massa, tutti coloro che agirono per salvaguardare la dignità nazionale e per semplice “amor di patria”…sono stati espunti dalla nostra storia nazionale. È forse giunto il momento di farveli ritornare. […]
La fine della guerra fredda ha accelerato in tutta Europa il processo di rilettura storica e di ricostruzione del proprio passato. Per l’Italia tale revisione è avvenuta su alcuni temi, ma si è scontrata con maggiori resistenze, rispetto ad altri Paesi, per l’uso politico che si e’ fatto della storia di quel periodo.
Il passaggio da un regime dittatoriale e tendenzialmente totalitario a una democrazia è un processo sempre complesso, delicato, ambiguo. Il nostro Paese non è sfuggito a questa regola; perciò un serio approfondimento della fase di passaggio tra il regime fascista e l’Italia repubblicana che ha inizio con la caduta di Mussolini e con l’armistizio rimane la premessa indispensabile non soltanto per un necessario rinnovamento storiografico, ma anche per comprendere le incerte basi su cui venne fondata la democrazia italiana e i limiti che ancora la condizionano».
(Elena Aga Rossi, Una nazione allo sbando: l’armistizio italiano del settembre 1943 e le sue conseguenze, Bologna, 2003, pp. 17-18)
 
Simone Pelizza

Foto di copertina di Treviglio.Tv Licenza: Attribution-NoDerivs License

Simone Pelizza
Simone Pelizzahttp://independent.academia.edu/simonepelizza

Piemontese doc, mi sono laureato in Storia all’Università Cattolica di Milano e ho poi proseguito gli studi in Gran Bretagna. Dal 2014 faccio parte de Il Caffè Geopolitico dove mi occupo principalmente di Asia e Russia, aree al centro dei miei interessi da diversi anni.
Nel tempo libero leggo, bevo caffè (ovviamente) e faccio lunghe passeggiate. Sogno di andare in Giappone e spero di realizzare presto tale proposito. Nel frattempo ho avuto modo di conoscere e apprezzare la Cina, che ho visitato recentemente per lavoro.

Ti potrebbe interessare
Letture suggerite