Tra gossip e cronache romanzesche, il vertice dell’Aquila ha sancito solo una certezza: il mondo non può più essere governato da un gruppo ristretto di Stati. Quali potranno essere i futuri scenari geopolitici?
PRESENTE E FUTURO – Il G8 abruzzese appena conclusosi sembra aver portato, più che ad importanti decisioni o progetti capaci di cambiare lo stato delle cose presenti e future, alla consapevolezza che solo l’apertura alla partecipazione costante di paesi come India e Brasile renderà i summit internazionali consessi in grado di rappresentare le istanze di un mondo sempre più frammentato. L’ascesa costante ed irrefrenabile di potenze regionali capaci di intervenire sulle economie e le scelte politiche di ampie aree geografiche, divenendo dei veri e propri perni politici ed economici, sembra ormai essere giunta alla piena maturazione. La comunità internazionale ha preso atto proprio all’Aquila che riunioni tra le 8 maggiori potenze mondiali non sembrano essere più sufficienti e che solo una maggiore volontà inclusiva potrà portare a risultati tangibili e condivisi nel prossimo futuro. Il G14 sarà quindi il futuro dei summit internazionali, con i paesi partecipanti che non solo rappresenteranno l’80% o più dell’economia mondiale ma che guideranno importanti aree geopolitiche come quella del Pacifico o del Sudamerica.
NUOVI SCENARI? – L’allargamento alle nuove potenze emergenti non consegnerà certo al globo una stabilità definitiva o decisioni prese all’unanimità, ma sarà senza dubbio maggiormente rappresentativo delle differenti realtà politiche ed economiche mondiali. Indirizzi programmatici condivisi e la volontà di confrontarsi su ambiti diversi ma ugualmente fondamentali per gli equilibri internazionali: restano però da verificare quali saranno i risultati. In un panorama internazionale che sembra avviarsi verso una frammentazione mai vista prima d’ora, il rischio è che gli interessi dei singoli attori arrivino ad essere non solo configgenti ma portatori di casus belli a ripetizione. Guerre economiche prima ancora che interventi militari, bombardamenti informatici piuttosto che su obiettivi sensibili. Quello che viene da chiedersi davanti ad un sistema internazionale di “terza generazione”, che segue quello degli imperi ed il bipolarismo della Guerra Fredda, è: riusciranno le potenze regionali a creare un equilibrio globale? Assisteremo al formarsi di blocchi contrapposti, o piuttosto ad alleanze a geometria variabile tra i diversi paesi? Sarà una crisi economica, o saranno conflitti vecchio stile, a determinare l’ascesa ed il declino delle attuali potenze mondiali?
Simone Comi [email protected] 14 luglio 2009
Foto: in alto, Obama davanti ai rappresentanti del G14
Sotto: il nuovo logo del G8 italiano, spostato all'Aquila