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Le vendite recenti di armamenti italiani al Pakistan

In 3 Sorsi (MS)  Approfittiamo della nuova commessa di elicotteri AW139 per il Pakistan, per analizzare il rapporto politico ed economico tra Roma e Islamabad nel campo della Difesa. Particolare attenzione merita anche la visita della fregata Carabiniere in acque pakistane in chiave promozionale

NUOVI ELICOTTERI, VECCHIE RELAZIONI Il 28 marzo 2016 Leonardo (ex Finmeccanica) ha siglato un ordine per un numero non precisato di elicotteri Augusta Westland AW139. Gli elicotteri soddisferanno il requisito dell’aeronautica pakistana (PAF – Pakistan Air Force) per una macchina SAR (Search and Rescue) e EMS (Emergency Medical Service). Le consegne sono previste a partire dei primi mesi del 2018, se non già nel 2017. Questi elicotteri andranno ad aggiungersi agli altri 11 dello stesso tipo in forza al Ministero della Difesa pakistano, 5 dei quali usati per la protezione civile e trasporto VIP.
L’Italia ha ottime relazioni commerciali nel settore Difesa con il Pakistan per esempio gli APC (Armoured Personnel Carrier) M-113 di seconda mano venduti al Paese asiatico. Il trasferimento di questi mezzi di trasporto è avvenuto tra il 2013 e il 2015 (622 secondo il SIPRI). Presenti anche VCC-1 e VCC-2, Veicolo Corazzato da Combattimento, versioni sviluppate ad hoc in Italia per migliorare l’originario APC.
Sempre in virtù dei buoni rapporti bilaterali e delle esigenze di promozione dei prodotti italiani, ad aprile la FREMM (Fregata Europea Multi Missione) F 593 Carabiniere ha fatto visita alla Marina pakistana, partecipando ad esercitazioni congiunte nel tentativo di “stuzzicare l’appetito” del Pakistan. Il Carabiniere rappresenta sotto molti aspetti lo stato dell’arte per quanto riguarda la lotta ASW (anti sommergibile). Una capacità a cui il Pakistan si interessa in maniera crescente visto lo sviluppo da parte indiana di un sottomarino strategico (SSBN), l’Arihant, di produzione interamente nazionale, e di un sottomarino d’attacco in collaborazione – più o meno evidente – con la Francia.
Parte degli accordi tra Italia e Pakistan anche un non meglio precisato addestramento congiunto tra le due aereonautiche militari. Forse si tratta di operazioni sul campo con i nuovi AW139 venduti al Pakistan, magari in configurazione Combat SAR.

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Fig.1 – Veicoli da trasporto truppe M-113 in pattugliamento per le strade di Islamabad

SPERANZE PER L’EXPORT  Gli AW139 possono essere considerati un viatico per future collaborazioni, così come la fornitura di M113 e VCC-1/2, tutt’oggi strumenti validi in contesti operativi non impegnativi. La presenza della FREMM Carabiniere nei mari pakistani sottolinea ulteriormente la volontĂ  di proseguire la collaborazione in tal senso, ma è difficile trarre conclusioni. Il Pakistan, non è certo una novitĂ , rappresenta, insieme all’India, un mercato che si potrebbe definire borderline, dove commesse eterogenee si sovrappongono in maniera non sempre organica e lineare – e quindi non sempre uno o piĂą ordini sono parte di un rapporto stabile.

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Fig.2 – La fregata italiana Carabiniere ormeggiata a Sydney per un tour promozionale il mese scorso. Di rientro ha visitato anche il Pakistan.

TRA AFGHANISTAN E ITALIA – A condire il quadro generale, il ruolo pakistano nel teatro afghano continua ad essere importante quanto ricco di contraddizioni – per esempio i servizi di intelligence pakistani (ISI) sono stati piĂą volte collusi con i Talebani. Ma le attuale contingenze geopolitiche – rafforzare gli Stati che confinano con l’Afghanistan, aumentare le esportazioni per sostenere l’industria nazionale, ecc. – determinano convergenze di interessi tra Paesi le cui agende sembrano eterogenee. Convergenze, difatti, non sempre coerenti con l’andamento generale delle alleanze tra Paesi europei oppure occidentali in genere. Ad esempio,  per gli Stati Uniti o per la Cina, il Pakistan può rappresentare, in caso di necessitĂ , un argine alla politica aggressiva indiana. E quindi, come si pone l’Italia di fronte a queste dinamiche politiche nel momento in cui vuole consolidare o aprire dei rapporti commerciali su settori ad alto contenuto tecnologico?  Visti i grandi giochi tra potenze, di certo non può agire in maniera autonoma, perlomeno nel lungo periodo, sia a causa delle questioni di politica internazionale che abbiamo visto, sia perchĂ© il nostro Paese non sarebbe in grado di offrire un pacchetto completo di tecnologie indipendenti al Pakistan – ammesso che si avesse la forza politica di creare un rapporto così solido su base bilaterale.  Situazione peraltro aggravata dai caveat politici e dalle restrizioni alla vendita all’estero che riducono l’impatto dei prodotti italiani all’estero nel settore Difesa. Nel rapporto tra Italia e Pakistan, quindi, l’Italia può ottenere buone commesse, ma a patto di coniugarle bene con la politica estera degli altri attori che hanno interesse – e piĂą influenza – nel Paese.

Luca Melandri

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Per chi volesse approfondire, consigliamo le seguenti letture:

  • Il database SIPRI sul trasferimento degli armamenti permette un buon controllo sui movimenti di materiali militari. Seppure non sia sempre preciso, è una fonte ottima e referenziata per capire gli ordini di grandezza in gioco.
  • Per chi non fosse molto ferrato sugli acronimi di mezzi e materiali, rimandiamo ad una pagina per principianti che spiega cos’è l’M-113 e le sue varianti.
  • Come abbiamo spiegato, l’Italia ha una buona tradizione sulle vendite militari al Pakistan. Ma non è certo l’unico fornitore, la competizione è serrata. Ad esempio, Islamabad sembra nutrire interesse per l’acquisto di un centinaio di carri Oplot di produzione Ucraina ma anche ad ampliare le capacitĂ  della propria aeronautica militare.
  • Per quanto riguarda gli AW139 citati nel pezzo, suggeriamo di leggere Air Forces Monthly di aprile 2017, dove in un trafiletto si fa specifico riferimento all’uso C-SAR dell’AW139 da parte del Pakistan.

Aggiungiamo inoltre che il mercato degli armamenti non si regola come tutti gli altri settori ma obbedisce a leggi e dinamiche squisitamente dipendenti dalla politica estera, talvolta difficili da leggere. Per facilitarne la comprensione, abbiamo preparato un Abbecedario del mercato degli armamenti.[/box]

Foto di copertina di MustangLG Licenza: Attribution-NoDerivs License

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Luca Melandri
Luca Melandri

Classe 1978, passa gli ultimi due anni del liceo all’ultimo banco, a leggere con avida e malsana passione RID, schierandosi sin da subito con i famigerati “bullonisti”, reclamando a gran voce ancora piĂą articoli su qualsiasi tipo di tecnologia declinabile nel campo della Difesa. La strada è segnata ma lui non la vede, iscrivendosi a Filosofia, si redime con una tesi di logica matematica il cui argomento però ormai non rammenta piĂą. Pur essendo un bulimico lettore di libri legati al mondo delle SOF dichiara apertamente ignoranza abissale nel campo delle armi da fuoco. Ama la buona cucina, e fuma decisamente troppe sigarette.

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