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Brasile, il Presidente Temer sotto accusa per corruzione

La clamorosa notizia era attesa da tempo. Solo la settimana scorsa il presidente aveva scampato un’altra incriminazione per un solo voto favorevole e lui in seno alla corte di giustizia suprema (4 a 3). L’accusa di corruzione è grave, riuscirà a risollevarsi anche stavolta? 

CORRUZIONE, LA TANGENTE – La crisi politica brasiliana approda ad una nuova fase che vede il presidente Michel Temer sempre più indebolito. Il procuratore della repubblica Rodrigo Janot ha presentato una richiesta di accusa per corruzione passiva nei confronti di Temer presso la Corte Suprema. L’accusa comprende anche il deputato Rodrigo Rocha Loures, compagno di partito, ex assistente e faccendiere dell’attuale presidente. Secondo Janot, Temer ha beneficiato di un pagamento di 150.000 dollari statunitensi da parte dell’imprenditore Joesley Batista a capo dell’azienda leader mondiale del settori carni, la Jbs.
La consegna della presunta tangente, filmata dalla Polizia Federale, è avvenuta con il ritiro di una valigetta da parte del deputato Loures. Il pagamento rientrerebbe in un scambio di favori fatto alla JBS affinché un importante organo statale, il Consiglio Amministrativo di Difesa Economica (CADE), potesse abbassare il prezzo del gas fornito dall’azienda statale Petrobras ad un centrale elettrica di gestione della JBS.

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Fig.1 – Petrobras, al centro di intricate vicende politiche ed economiche brasiliane 

IL PROCESSO PER CORRUZIONE – Temer è il primo presidente della storia brasiliana a dover rispondere di un reato comune durante il mandato rischiando teoricamente fino a 12 anni di carcere nonché una multa salatissima per danni morali provocati alla collettività.
Essendo un reato comune il compito di giudicare il presidente spetta alla Corte Suprema e non al Senato dove, come per la procedura d’impeachment all’ex presidente Dilma Rousseff, vengono giudicati i reati di responsabilità commessi nell’esercizio delle funzioni istituzionali.
L’accusa dovrà passare prima per la Camera dei Deputati. O meglio sarà sottoposta alla Commissione Parlamentare su Costituzione e Giustizia, la quale dovrà produrre una relazione che approvata o meno sarà presentata alla Camera bassa del Congresso. A quel punto se 2/3 dei parlamentari ovvero 342 voti su 513 saranno per la messa in accusa del Presidente, questi sarà dapprima sospeso per 180 giorni dall’incarico, che passerà al presidente della Camera Rodrigo Maia,e poi ufficialmente indagato dai giudici della Corte Suprema. Quest’ultimi avranno 6 mesi di tempo per emettere un giudizio di innocenza o colpevolezza. Nel caso non si pronunciassero entro questo termine il presidente torna ad esercitare normalmente il proprio incarico.

CORRUZIONE, LA TESI DELLA LA DIFESA – Temer si dichiara innocente e continuando a rigettare le accuse di corruzione ha indetto una conferenza stampa in cui spalleggiato dai congressisti della sua coalizione governativa ha definito le accuse come una finzione. Il centrista ha poi accusato il procuratore Janot di aver beneficiato ai fini della propria carriera dell’assunzione di un ex procuratore presso uno studio legale che si occupa della JBS. Ma il presidente rischia davvero di vedersi estromesso dal proprio mandato a circa un anno esatto dalle elezioni con provvedimenti legislativi di fondamentale importanza ancora in ballo? Molti degli esperti di politica brasiliana, alcuni interpellati dal New York Times, affermano che le probabilità di vedere Temer cadere sono molto scarse. Il presidente può contare su una base alleata solida che va dai 200 a 250 deputati. Gliene basterebbero solo 172 per sopravvivere a questo ennesimo tornado giudiziario che si è abbattuto sul suo esecutivo. Una votazione che avverrebbe in un parlamento la cui metà degli onorevoli è indagata o risponde ad azioni penali e che dunque non ha nessun interesse a vedere Temer condannato per corruzione.

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Fig.2 – Un’espressione corrucciata del presidente Temer

CRISI POLITICA- D’altro canto Temer è ben consapevole che la sua storia politica come presidente della nazione verde-oro è di transizione. Nella sua penultima conferenza stampa ha ben chiarito che i discussi provvedimenti di austerità ancora fermi al Congresso quali la riforma del lavoro e il taglio delle pensioni, sono leggi indispensabili propedeutiche ad un miglioramento della situazione economica e fiscale, da lasciare in eredità al suo successore. Il Pmdb di Temer è pur sempre un piccolo partito centrista che ha la sua forza nel pesare all’interno delle coalizioni governative, fondamentali nell’atipico presidenzialismo di coalizione brasiliano.
Altre accuse pendono comunque sulla testa del presidente e sono proprio queste le più rischiose per la messa in sicurezza del suo mandato. E’ accusato dalla Polizia Federale di ostruzione alla giustizia per il presunto avallo di tangenti di Joesley Batista all’ex presidente della Camera Eduardo Cunha, attualmente agli arresti per corruzione e riciclaggio di denaro. E in riferimento al primo filone di accusa presentato di Janot gli sarebbero stati promessi altri 11 milioni di reais in tangenti. La vicenda Dilma prima, il Temer – gate ora, la difficile congiuntura economica, allontanano la popolazione dalla politica e fanno crescere, anche lì, il populismo e un senso di disaffezione verso la cosa pubblica.
Se la Corte Suprema deciderà di spacchettare tutte le accuse dividendole in più votazioni, Temer potrebbe vedere il suo capitale politico consumarsi gradualmente in maniera tale da diminuire sempre più il suo consenso tra i deputati. Considerando che le votazioni non sono segrete ma pubbliche con tanto di dichiarazione di voto del singolo deputato, il risultato che invece si prospetta con una singola votazione non è così scontato. Anche perché nel paese il governo gode del tasso di approvazione al 7%, il più basso degli ultimi trentanni secondo l’ultimo sondaggio di Datafolha. Un presidente così debole presso l’opinione pubblica non si vedeva dai tempi dell’iperinflazione degli anni 80.

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Fig.3 – Brasiliani che protestano contro la difficile situazione economica e contro il Presidente

In un esecutivo già falcidiato dagli scandali, con continui rimpasti ministeriali, un’eventuale fine anticipata dell’attuale presidenza non sarebbe da escludere. A fare la differenza potrebbe essere il favore o meno dei mercati finanziari finora piuttosto tiepidi di fronte ai piccoli miglioramenti degli indici economici attuati dal governo centrista. A quel punto tenere nei ranghi i deputati potrebbe rivelarsi impossibile anche per una vecchia volpe della politica come Michel Temer.

Emiliano Caliendo

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più

Clicca qui per il video del primo discorso dopo la denuncia per corruzione  [/box]

Foto di copertina di PT Brasil Licenza: Attribution License

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Emiliano Caliendo
Emiliano Caliendo

Vivo a Napoli dove studio Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Federico II, sono appassionato di geopolitica dell’America Latina e del Vicino Oriente, di cui seguo costantemente le complicate vicende. Un viaggio in Brasile ha fatto esplodere la passione per quella parte di mondo, della quale per ora mi limito a scrivere dalla lontana Europa sperando di poter analizzare il tutto un po’ più da ”vicino” un giorno.

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