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House of Cards in Pakistan: dentro Abbasi, ma Sharif non va via

Ristretto – Shahid Khaqan Abbasi è il nuovo Primo Ministro ad interim del Pakistan. È stato infatti eletto oggi dal Parlamento con una maggioranza di 221 voti, ottenuti principalmente dalla Pakistan Muslim League (Nawaz) (PML-N), partito di orientamento conservatore guidato dall’ex Premier Nawaz Sharif. E compito di Abbasi sarà proprio quello di sostituire lo stesso Sharif, dimessosi venerdì scorso dopo essere stato deposto dalla leadership del Governo dalla Corte Suprema per corruzione

Ex Ministro del Petrolio, il neo-Premier è un fedelissimo di Sharif e non ha mancato addirittura di ringraziare pubblicamente il suo predecessore dopo il voto in aula. La sua posizione di capo del Governo durerà però solo 45 giorni: il tempo sufficiente perchè il fratello più giovane di Sharif, Shehbaz, si faccia eleggere come deputato in Parlamento e ottenga la fiducia del PML-N per diventare Primo Ministro. Nonostante il duro colpo della squalifica della Corte Suprema, provocata dalle imbarazzanti rivelazioni dei Panama Papers, gli Sharif restano infatti una delle famiglie più politicamente influenti del Pakistan e non hanno alcuna intenzione di cedere il campo tanto facilmente. Lo stesso Nawaz è stato Primo Ministro tre volte, a dispetto di scandali e golpi militari, e non è escluso che non possa addirittura rientrare in gioco in futuro per un ruolo governativo, una volta esaurita l’indignazione popolare per il recente caso di corruzione. Da questo punto di vista l’elezione di Abbasi e la sua probabile staffetta con Shehbaz rappresenta una seria sconfitta per l’opposizione guidata da Imran Khan, che ha fatto della lotta alla corruzione il principale tema della propria piattaforma politico-elettorale. Lo stesso Khan ha disertato le votazioni in aula per il nuovo Premier, ammettendo implicitamente la propria incapacità di sfidare il potere parlamentare degli Sharif.

In ogni caso, chiunque assuma le redini del Governo pakistano dovrà affrontare una situazione estremamente difficile. Da gennaio un’ondata di sanguinosi attentati ha colpito le maggiori città del Paese, mentre le aree settentrionali al confine con l’Afghanistan restano saldamente in mano ai talebani e ad altre formazioni estremiste. Inoltre la crisi nel vicino Kashmir ha portato a un gravissimo inasprimento delle relazioni (sempre difficili) con l’India, segnato da frequenti scontri a fuoco lungo il confine tra i due Paesi. Per il nuovo Premier pakistano – temporaneo o permanente che sia – si preannunciano quindi tempi assai turbolenti, sia a livello interno che esterno.

Simone Pelizza

Foto di copertina di DFID – UK Department for International Development Licenza: Attribution License

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Simone Pelizza
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Piemontese doc, mi sono laureato in Storia all’Università Cattolica di Milano e ho poi proseguito gli studi in Gran Bretagna. Dal 2014 faccio parte de Il Caffè Geopolitico dove mi occupo principalmente di Asia e Russia, aree al centro dei miei interessi da diversi anni.
Nel tempo libero leggo, bevo caffè (ovviamente) e faccio lunghe passeggiate. Sogno di andare in Giappone e spero di realizzare presto tale proposito. Nel frattempo ho avuto modo di conoscere e apprezzare la Cina, che ho visitato negli anni scorsi per lavoro.

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