La vicenda della condanna a cinque anni di carcere di Lee Jae-yong non ha avuto l’eco che avrebbe meritato sui nostri media. Ecco perchè invece è un colpo molto duro per l’economia e la reputazione internazionale della Corea del Sud
La condanna a cinque anni di carcere di Lee Jae-yong, erede del gruppo Samsung, ha avuto scarsa eco in Italia. Eppure si tratta di un evento epocale, forse persino piĂą importante dei tanti lanci missilistici nordcoreani dei mesi scorsi.
La Samsung è infatti l’azienda simbolo della Corea del Sud e rappresenta il modello economico del Paese a livello mondiale. Un modello basato sull’innovazione tecnologica e sull’idea di una produzione efficiente e di qualitĂ . La caduta in disgrazia di Lee, coinvolto nello scandalo che ha portato all’impeachment e all’arresto dell’ex Presidente Park Geun-hye, rimette in discussione tale idea e infligge un colpo durissimo all’immagine della Corea del Sud come Paese dinamico e avanzato. Allo stesso tempo la decisione del tribunale di Seul potrebbe avere conseguenze significative per Samsung Electronics, di cui Lee era diretto responsabile, spingendo i suoi investitori stranieri a separarla dalla casa madre e a trasformarla in una compagnia internazionale. In sostanza, la Samsung perderebbe il suo ammiratissimo comparto tecnologico e sarebbe costretta a difficili riforme interne per sopravvivere sul mercato globale. E così facendo cesserebbe di essere il simbolo della “coreanità ”, privando il Governo sudcoreano di un importante strumento di soft power e di un modello vincente da esportare all’estero come immagine del Paese.
Fig. 1 – La condanna dell’erede Samsung è una doccia fredda per la potenza industriale sudcoreana
Lo scandalo Samsung rappresenta dunque un colpo devastante per Seul e pone a rischio le sue ambizioni geopolitiche in Asia, testimoniate da un crescente attivismo economico e diplomatico nei Paesi ASEAN e nel subcontinente indiano. Il rischio è che la crisi del modello economico nazionale – simboleggiato dall’azienda della famiglia Lee – restringa gli spazi di manovra internazionali della Corea del Sud e la svantaggi nel pericoloso braccio di ferro politico-militare con la Corea del Nord.
Simone Pelizza