In 3 sorsi – DLocal, start-up uruguaiana specializzata in tecnologia per pagamenti transfrontalieri per multinazionali, è il nuovo unicorno in America Latina e il primo nella storia dell’Uruguay.
1. UN SOGNO CHE SI AVVERA
Il sogno di dLocal ha avuto inizio nel 2016, quando i due fondatori Sergio Fogel e Andres Bzurovski la creano come un servizio interno ad Astropay (fintech fondata da Fogel) con l’obiettivo di supportare il mercato dei pagamenti digitali in Paesi emergenti. Nel settembre 2020 avviene la svolta decisiva: la giovane impresa diviene il primo unicorno uruguaiano, con un valore di mercato di 1.200 milioni di dollari dopo una prima raccolta di finanziamenti guidata dalla società General Atlantic che le ha portato circa 200 milioni. Il 3 giugno avviene il debutto alla Borsa di New York (Nasdaq) per il 10% del valore dell’impresa (29,4 milioni di azioni). La quotazione è stata un vero successo e ha garantito alla start-up 617,7 milioni, con un costo per azione di 31 dollari. L’impresa oggi è già presente in 29 Paesi nel mondo e tra i suoi clienti vanta aziende globali importantissime: Amazon, Netflix, Nike, Spotify, Microsoft per citarne alcune.
Fig. 1 – Wall Street, New York
2. LA SQUADRA VINCENTE DELL’UNICORNO URUGUAIANO
DLocal nasce come un servizio per poter riscuotere i pagamenti di Astropay dai clienti brasiliani non aventi carta di credito e che sono quindi impossibilitati a effettuare versamenti. Grazie a Boleto Bancario, il metodo di pagamento più diffuso in tutto il Brasile, questi possono pagare in contanti da tutto il Paese. I due fondatori e menti dell’idea innovatrice hanno delegato da subito incarichi dirigenziali a un gruppo internazionale di giovanissimi. A guidare il gruppo sono Sebastián Kanovich, CEO, e Jacobo Singer, Presidente, entrambi trentenni. Il primo ha una laurea in economia all’Università ORT dell’Uruguay: di lui dicono che è un leader esigente, intelligente, pragmatico, appassionato al suo lavoro e senza paura di sbagliare e riprovare. Il secondo, Jacobo Singer, laureato in ingegneria informatica all’università ORT, si è sempre fatto notare per infondere nei collaboratori energia positiva. Lo descrivono come un leader umano, capace di mettere insieme all’interno dei progetti risorse umane provenienti da diversi ambiti professionali per raggiungere grandi obiettivi. Tra le altre personalità di spicco dello staff abbiamo professionisti di provenienze lavorative e geografiche differenti. Sono più di 300 dipendenti nelle sedi di diverse città importanti del mondo: Montevideo, San Francisco, San Paolo, Londra, Tel Aviv e Shenzhen.
Fig.2 – Riders della start-up uruguaiana PedidosYa
3. L’IMPORTANZA DEL SUCCESSO DI DLOCAL PER L’URUGUAY
La notizia dell’entrata in borsa è stata ripresa anche dal ministro dell’Industria uruguaiano, Omar Paganini, che ha augurato buona fortuna all’impresa, descrivendola come “un grande passo per la nostra industria della tecnologia e dell’informazione”. La vicenda inorgoglisce l’ambiente imprenditoriale e tecnologico uruguaiano: il Paese si sente pronto per offrire prodotti su scala globale e vorrebbe attrarre investimenti per spingere di più la crescita del settore. In Uruguay un’altra start-up sta percorrendo un cammino di successo: PedidosYa (del settore food delivery, oggi di proprietà di Delivery Hero quotata in borsa). A novembre del 2019 ha raggiunto un valore di mille milioni per volumi di transazioni e nell’ultimo trimestre del 2020, acquistando le operazioni di Glovo in America Latina, è arrivata a 2mila milioni di valore. “Siamo in un momento unico, per l’Uruguay è un’opportunità impressionante per lo sviluppo di imprese e imprenditori”, ha dichiarato Álvaro García, uno dei co-fondatori di PedidosYa. Non solo l’Uruguay, ma tutta l’America Latina offre grandi opportunità. Infatti sono presenti circa 20 start-up che hanno raggiunto un valore di mercato di almeno 1 miliardo di dollari, quindi il traguardo di dLocal potrebbe mettere l’intera regione nel radar dei finanziamenti internazionali di alto rischio di possibili investimenti futuri e di sostegno per altre start-up.
Antonino Di Marco
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