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Gli Occhi nel Jihad: 17 gennaio – 30 gennaio

Miscela Dark Gli avvenimenti principali riguardanti la galassia jihadista in queste due settimane

AFGHANISTAN

  • Taliban e Governo Afghano smentiscono le voci di colloqui informali tenuti in Turchia.
  • L’Emirato Islamico dell’Afghanistan reclama l’attacco all’Hotel Intercontinental di Kabul che ha provocato 22 morti.
  • Lo Stato Islamico nel Khorasan rivendica l’attacco suicida che ha colpito la sede di Save The Children a Jalalabad, nella provincia di Narghnar. La regione, di cui Jalalabad è la capitale, è stato il primo bastione dei seguaci di al Baghdadi in Afghanistan e vede quest’ultimi confrontarsi spesso con i Taliban, ma anche con le forze governative, per mantenerne il controllo.
  • A una settimana dall’attacco all’Hotel Intercontinental, l’Emirato Islamico dell’AfghanistanTaliban – si rende protagonista di una nuova strage, perpetrata sempre nel centro di Kabul. Questa volta l’azione suicida, condotta per mezzo di un’ambulanza imbottita di esplosivo, ha provocato circa 95 morti e 150 feriti.
  • Militanti appartenenti allo Stato Islamico nel Khorasan hanno attaccato una caserma nei pressi dell’Accademia Militare di Kabul, lasciando sul posto una decina di vittime.
  • Una simile escalation di violenza nel teatro afghano è riconducibile ad alcune dinamiche che non sono nuove in questo scenario. L’Emirato Islamico dell’Afghanistan, con le sue recenti sanguinarie azioni che hanno falcidiato anche molti civili, risponde così alle voci che volevano la sua leadership pronta a sedersi al tavolo dei colloqui con la controparte governativa. L’ultima volta che una voce simile circolò insistentemente, la leadership del gruppo jihadista vide una parte dei suoi sodali abbandonare il gruppo per unirsi alla filiale dello Stato Islamico. Questo ci riporta direttamente alla seconda dinamica che è quella della competizione jihadista in atto tra Stato Islamico nel Khorasan e Emirato Islamico dell’Afghanistan. In questa battaglia di cuori e di menti, i seguaci di al Baghdadi colpiscono, appena ne hanno occasione, obiettivi ad alta sensibilità mediatica che possono dare al gruppo una notevole pubblicità. In questa guerra propagandistica tra i due, su chi sia il più abile a colpire il nemico, un attacco in una città, magari contro un’organizzazione internazionale – come può essere ad esempio Save The Children, pone il gruppo che la compie sotto una luce mediatica differente. Strategicamente non sarebbe così, ma mediaticamente 10 civili uccisi valgono più di 5 soldati uccisi. Una strategia però così offensiva e sanguinaria impedisce, almeno fino a ora, allo Stato Islamico nel Khorasan di attecchire sulla popolazione. L’Emirato Islamico dell’Afghanistan, d’altro canto, solo se costretto da determinate circostanze arriva a colpire i civili. Anche per questo motivo il portavoce ufficiale del gruppo Zabihullah Mujahid ha provato a specificare che il secondo attacco condotto a Kabul non fosse diretto contro la popolazione, ma contro gli impiegati del Governo afghano. Strategie differenti che quando si mischiano e si contendono tra di loro, colpiscono i civili per primi.
Halummu, canale telegram dello Stato islamico, diffonde foto degli attentatori che hanno colpito la sede di Save the Children a Jalalabad
FRANCIA

  • A Nimes le autorità francesi hanno preso in custodia un uomo di 33 anni che aveva, in un video, giurato fedeltà al leader dello Stato Islamico, Abu Bakr al Baghdadi. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di aver ordito un attacco terroristico.
USA

GERMANIA

  • Il gruppo pro-IS al Wafa Media annuncia la morte del foreign fighter tedesco Abu Talha al Almani, al secolo Denis Scupert. L’ex rapper berlinese, noto negli ambienti con il nome di Deso Dogg, è partito per la Siria nel 2012 ed è stato ucciso, recita il comunicato, nel governatorato di Deir ez Zor.
ITALIA

  • Continuano le espulsioni che interessano persone che hanno, o provano a instaurare, legami con il terrorismo di matrice jihadista. Vi riportiamo le più recenti che hanno coinvolto due macedoni, una donna marocchina e un tunisino.

NIGER


MALI

  • 14 soldati uccisi e 18 feriti è il bilancio del recente attacco che il gruppo Jamaat Nasr al Islam wal MusliminJNIM – ha sferrato contro una caserma dell’esercito maliano nella regione di Timbuktu. Nell’attacco hanno perso la vita anche 17 terroristi coinvolti nel raid.
Nel video pubblicato da al Malahem viene mostrato come un iPhone possa essere messo sotto sorveglianza da parte degli apparati di intelligence che combattono contro AQAP
SOMALIA

  • Un commando somalo, appoggiato da un altro statunitense, ha condotto un raid in un centro d’addestramento di al Shabaab, nel villaggio di Jame’o nella provincia di Middle Shabelle. Quattro miliziani hanno perso la vita, tra cui un comandante locale. Ma ancora più importante è che sono stati condotti in salvo molti bambini che erano stati prelevati forzatamente dai loro villaggi per poter essere addestrati dal gruppo jihadista somalo legato ad al Qaeda.
  • Al Shabaab rivendica esplosione vicino Mogadiscio che ha ucciso quattro ufficiali e ne ha lasciati feriti sei.
TUNISIA

  • Ucciso leader di Katibat Uqba ibn Nafi, ramo tunisino di al Qaeda nel Maghreb IslamicoAQIM, Bilel Kobi. Braccio destro di Droukdel, emiro a capo di AQIM, il suo cadavere è stato rinvenuto insieme a quello di Bechir Ben Neji – aka Hamza al Morr, leader di Katibat Uqba ibn Nafi nelle montagne di Semmama e Chaambi. I due erano insieme nel tentativo di riorganizzare il gruppo in seguito agli strike aerei tunisini che avevano minato l’organizzazione.
IRAN

  • Mustafa Hamed, noto anche come Abu al Walid al Masri, ha ripreso l’attività del suo sito – Mafa – di pubblicazione e spiegazione di testi radicali e jihadisti. Amico di Ayman al Zawahiri e di Osama bin Laden, ha volutamente abbandonato il Qatar nel 2016 per recarsi a Tehran. È stato inoltre corrispondente di al Jazeera tra il ’98 e il 2001 dal Kandahar.
  • Scontri nell’Iran orientale, nella regione di Kermanshah, dove le Guardie della Rivoluzione hanno ucciso 16 militanti dello Stato Islamico e ne hanno arrestati diversi altri.
PAKISTAN

  • Pakistan ancora sotto attacco dei gruppi jihadisti. Therik Taliban e PakistanTTP – reclama attacco a Quetta, dove ha perso la vita un agente di polizia e nel Balochistan dove 5 membri delle FC – frontier corps – sono rimasti uccisi.
JIHADIMEDIA

  • Al Malahem Media, canale mediatico di al Qaeda nella Penisola ArabicaAQAP, diffonde nuovo video dove un suo membro, Khalid Batarfi, invoca i fedeli a colpire gli Ebrei o gli Americani ovunque essi si trovino e con qualsiasi mezzo si abbia a disposizione per rispondere alla nuova crociata lanciata da Trump con la decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato israeliano. Al Qaeda nella Penisola Arabica è così la prima filiale qaedista a capitalizzare la controversa scelta di  Trump con un video girato appositamente per l’occasione. Segue di pochi giorni il video della Stato Islamico nel Sinai.
  • Al Malahem Media diffonde video dove Qasim al Raymi, leader di al Qaeda nella Penisola Arabica – AQAP, mette in guardia i suoi seguaci dall’uso di cellulari, soprattutto i più moderni. Si mostra infatti nel video come essi siano usati come vere e proprie “spie robotiche” nelle mani dei sodali del gruppo. Si portano vari esempi di strike aerei – statunitensi e sauditi – effettuati solo poche ore dopo una comunicazione effettuata tramite cellulare. La spiegazione del leader di AQAP è corroborata anche dalle testimonianze di spie saudite o yemenite, infiltrate nella filiale di al Qaeda, tenute in ostaggio dal gruppo dopo che la loro copertura è saltata. Il video si conclude con il divieto assoluto di utilizzare qualsiasi tipo di cellulare, e con l’avvertimento che qualsiasi tipo di infrazione sarà punita dalla leadership a seconda della gravità con cui è stata commessa.
Una delle spie scoperte e tenute in ostaggio da al Qaeda nella Penisola Arabica – AQAP – mentre confessa le sue tattiche di agganciamento di un obiettivo
  • Az Zalleqa, canale mediatico del gruppo Jamaat Nasr al Islam tal MusliminJNIM, diffonde video in cui l’ostaggio Gloria Cecilia Narvaez Argot, suora colombiana rapita nel febbraio del 2017, lancia un appello per la sua scarcerazione direttamente al Papa Francesco. A breve usciremo con un approfondimento su questo video, che denota un notevole salto di qualità nella produzione mediatica del gruppo, nato poco meno di un anno fa.
  • As Sahab Media, canale mediatico di al Qaeda, diffonde nuovo comunicato video di Ayman al Zawahiri in occasione del settimo anniversario delle Primavere Arabe. La mancata implementazione della Sharia nei paesi nei quali esse si sono verificate è riconosciuto come il motivo principale del fallimento delle rivolte. La Siria, continua al Zawahiri, è l’unico paese nel quale esistono ancora possibilità “che i frutti della Primavera non vadano perduti“.
Aymann al Zawahiri in un fotogramma del recente video diffuso da As Sahab Media in occasione dell’anniversario delle Primavere Arabe.
  • Ibaa News Agency e Amjad Media, canali mediatici legati al gruppo Hayat Tahrir al ShamHTS, diffondono video in cui il leader del gruppo, Abu Muhammad al Joulani, arringa i suoi sul campo di battagli a sud di Idlib. Al Joulani, le cui ultime recenti apparizioni erano state sempre all’interno di sale operative circondato da altri ufficiali del gruppo, ha voluto farsi vedere sul campo vicino ai suoi, in quella che forse è una delle fasi più delicate nella storia recente dell’organizzazione, e ha anche aggiunto che Damasco è solo il primo obiettivo del gruppo. L’obiettivo finale della sua organizzazione è Gerusalemme. Così anche al Joulani prova, a suo modo, a capitalizzare la decisione di Trump in merito alla città santa.

A cura di Valerio Mazzoni

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Qui potete trovare le uscite precedenti di “Gli Occhi nel Jihad” [/box]

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Valerio Mazzoni
Valerio Mazzoni

Nato, cresciuto e residente a Roma classe 1989, laureando in Scienze politiche per le Relazioni Internazionali presso l’Università Roma Tre. Formato accademicamente da nottate passate a giocare ad Age of Empire e Risiko, nutre da sempre una smodata passione per la storia e per le relazioni internazionali, con particolare interesse per il fondamentalismo islamico, i servizi segreti e la loro controversa storia. Per il Caffè Geopolitico si occupa della Russia e delle ex Repubbliche Sovietiche. I viaggi e la Lazio sono le sue passioni più grandi, anche se non disdegna rapide incursioni nel mondo NBA.

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