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Domande e risposte sul Falcon Heavy

5 domande e 5 risposte/AstroCaffè  – Ieri la Space X ha effettuato il volo inaugurale del vettore pesante Falcon Heavy con a bordo la Tesla Roadster del CEO Elon Musk come carico di prova

1. Il Falcon Heavy è il razzo più potente mai costruito?

No. Il Falcon Heavy ha una spinta al decollo di circa 22.819 kN (kilonewton) fornita dai 27 motori Merlin dei due booster laterali e dello stadio principale (9 ciascuno). Questo lo colloca al primo posto per potenza tra i vettori attualmente in uso. Il piĂą potente razzo finora costruito rimane l’imbattuto Saturn V dei programmi NASA Apollo e Skylab che aveva una spinta alla partenza di circa 35.000 kN. SarĂ  superato dal futuro razzo dell’Agenzia spaziale statunitense, lo Space Launch System, accreditato di una potenza pari a 39.440 kN e il cui primo lancio è previsto per il prossimo anno.

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Fig. 1 – Il lancio del Falcon Heavy

2. Come funziona il rientro dei booster e dello stadio principale?

Una volta finito il loro lavoro di propulsione, i booster, e successivamente lo stadio principale, vengono sganciati. Poco dopo, grazie a dei piccoli motori detti “attuatori” cambiano posizione iniziando a volare con i propulsori principali davanti. A quel punto, per i booster avviene l’accensione denominata “boostback che fa cambiare loro la direzione di volo puntandoli verso le piazzole di atterraggio a Cape Canaveral in Florida (a qualche chilometro di distanza dalla rampa di lancio). Per il core stage invece, la traiettoria rimane parabolica e l’accensione dei motori serve solo a rallentarne la corsa e “accorciare” il punto d’impatto con l’Atlantico, facendolo coincidere con la piattaforma di atterraggio preposizionata. La fase successiva è identica per tutti e tre i componenti, ossia tramite estensori aerodinamici e gli attuatori avvengono piccole correzioni di rotta. Infine, i motori principali (tre su nove) si accendono nuovamente per il rallentamento e atterraggio finale che avviene verticalmente sostenuto da quattro “zampe” che si aprono a pochi secondi dall’arrivo a terra.

Fig. 2 – L’atterraggio dei booster del Falcon Heavy

3. Chi fine ha fatto lo stadio principale?

Purtroppo per la Space X il core stage ha impedito il 100% del successo della missione. Stando alle dichiarazioni ufficiali anche di Elon Musk, uno solo dei tre motori previsti per l’atterraggio si sarebbe acceso, non rallentando a sufficienza la caduta e provocando uno schianto in mare a circa 100 metri dalla piattaforma. In una missione reale ciò non avrebbe costituito un problema per il cliente il cui carico (sonda o satellite) avrebbe raggiunto l’orbita senza problemi.

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Fig. 3 – L’arrivo dei booster del Falcon Heavy. Uno dei due sta dispiegando le “zampe”, l’altro lo sta per fare

4. La Tesla Roadster andrĂ  su Marte?

No. O quantomeno non precisamente. La vettura di Musk (che ha a bordo un manichino, chiamato Starman, vestito della nuova tuta spaziale della SpaceX) è stata messa su una traiettoria iperbolica eliocentrica (ossia con al centro il Sole) che incrocerĂ  l’orbita di Marte e proseguirĂ  fino alla fascia degli asteroidi per poi intersecare di nuovo l’orbita del nostro pianeta. Sulla macchina è presente una targa con scritto “costruita dagli umani del pianeta Terra”.

Fig. 4 – La Tesla Roadster di Elon Musk con il manichino “Starman” nllo spazio (foto: Space X)

5. A cosa servirĂ  il Falcon Heavy?

Il vettore è progettato per portare carichi pesanti (circa 64 tonnellate) in orbita terrestre bassa e medi (circa 27 tonnellate) in orbita geostazionaria. Inoltre, il volo inaugurale ne ha dimostrato la capacità di lanciare sonde o altri tipi di velivoli verso la Luna o su traiettorie interplanetarie come ad esempio la rotta verso Marte. Sul sito è dichiarata anche la possibilità di portare carichi fino a 3,5 tonnellate in prossimità di Plutone.

Emiliano Battisti

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Specifiche del Falcon Heavy:

Altezza 70 metri

Peso 1.420.788 chilogrammi

Payload in orbita bassa 63,8 tonnellate

Payload in orbita geostazionaria 26,7 tonnellate

Payload su Marte 16,8 tonnellate

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Foto di copertina di Marek Cyzio Licenza: Attribution-NoDerivs License

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Emiliano Battisti
Emiliano Battisti

Consulente per la comunicazione per un’azienda spaziale e Project Officer and Communications per OSDIFE, sono Segretario Generale e Direttore della comunicazione dell’APS Il Caffè Geopolitico e Coordinatore dei desk Nord America e Spazio. Ho pubblicato il libro “Storie Spaziali”.

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