…è necessario aver capito il passato. È il messaggio del gruppo letterario “Wu Ming”, che con il romanzo “Altai” tornano indietro fino alla battaglia di Lepanto per trovare dove affondano le radici di tante questioni dibattute oggi
LEGGERE LA STORIA – Per uno studioso del presente è evidente che una conoscenza del passato sia una presupposto indispensabile. Questa semplice verità appare scontata, eppure la capacità di interrogare la storia e trarre conseguenze utili alla comprensione del mondo d’oggi sembra troppo spesso sottovalutata da chi pretende di “leggere” i comportamenti di popoli e governi nel presente. Quante volte limitandosi al nostro paese e alla sua storia degli ultimi cent’anni si sono sprecati appelli per una memoria condivisa. Diverse letture del ventennio fascista, della guerra, della resistenza, degli anni ’60 e via dicendo dividono ancora oggi politici, studiosi, semplici cittadini e creano i presupposti per importanti fratture del corpo sociale della nazione. Allargando lo sguardo al di fuori dei confini nazionali e al di là del secolo XIX si potrebbe pensare che le cose cambino, ma anche in questa diversa prospettiva la storia più che austera dispensatrice di lezioni, appare spesso come una debole schiava priva della forza di opporsi di chi vuole assoggettarla ai suoi scopi. Alcuni rapidi esempi: in Irlanda del nord cattolici e protestanti si scontrano spesso sul terreno della storiografia nazionale e gli scontri si fanno tragicamente reali in occasione delle marce orangiste in cui i protestanti festeggiano la sconfitta del 1689 del cattolico Giacomo II da parte del protestante Guglielmo d’Orange. In Serbia uno dei principali movimenti nazionalisti che oggi si oppone all’indipendenza del Kosovo è intitolato a una remota data, 28 Giugno 1389, giorno della battaglia della Piana dei merli, atto di fondazione secondo letture storiche controverse della Grande Serbia. In quella data si svolse in Kosovo una tragica battaglia tra esercito serbo e esercito ottomano. E’ proprio il suo significato simbolico per la storia nazionale che giustifica, insieme ad altre ragioni, la forte contrarietà nella nazione serba all’indipendenza della regione a maggioranza albanese.

IL LIBRO – Quest’ultimo esempio ci avvicina all’evento storico al centro del romanzo di cui si vuole fare la recensione: la battaglia di Lepanto, evento culminante di “Altai”, ultimo romanzo del collettivo bolognese di scrittori Wu Ming. La battaglia di Lepanto del 1571, in cui si scontrarono le flotte della Lega Santa e ottomana, è un altro di quegli eventi le cui conseguenze, i cui significati sono ancora oggi oggetto di discussione. Una vicenda che rientra ancora oggi nei discorsi dei politici, spesso a sproposito, quando si parla di Islam, dei rapporti con la Turchia, delle presunte radici culturali dell’Europa. Un ripasso delle nozioni scolastiche sarebbe utile a molti, quindi. I Wu Ming entrano attraverso la porta della storia direttamente nelle questioni che agitano il dibattito politico odierno non solo italiano, ma anche europeo. Da che parte si schierino è evidente da subito, avendo scelto come protagonista un rinnegato, un traditore del suo schieramento, che proprio attraverso il tradimento, a una simbolica morte, rinasce a una nuova vita in cui è finalmente padrone del proprio destino. Questo non vuol dire che con “Altai” ci troviamo di fronte a un’opera di polemica storico-scientifica. Il pregio della formula ideata da questo gruppo di scrittori anonimi è quello di comprendere un messaggio sul valore della storia nella forma semplice di un romanzo d’avventura. Ciò che rende il progetto Wu Ming particolarmente interessante è l’equilibrio raggiunto nella loro poetica tra ricostruzione storica rigorosa, in cui anche il linguaggio è usato efficacemente in funzione mimetica per immergerci nel passato (gli autori hanno utilizzato unicamente parole in uso al tempo delle vicende narrate), e gusto romanzesco dell’avventura. Senza perdere mai di vista il divertimento del lettore, i diversi autori ci accompagnano in un affascinante viaggio alla scoperta della società del cinquecento, dalla repubblica di San Marco, attraverso Ragusa, Tessalonica, Cipro, fino a Costantinopoli. “Altai” informa, insegna, ma soprattutto diverte, attraverso gli elementi che da sempre suscitano la fantasia dei lettori: feroci battaglie, intrighi di palazzo, abbordaggi pirateschi, amori contrastati.Alla fine della lettura l’immagine che rimane più impressa è quella di un gruppo di persone decise fino all’ultimo a rimanere padrone del proprio destino, romanticamente e disperatamente legate l’uno a all’altra sulla fragile zattera di un’idea in balia delle acque incerte della storia. In tempi di realpolitik diffusa, l’omaggio dei Wu Ming ai sognatori sconfitti, a chi lotta contro i mulini a vento (anche Miguel Cervantes, l’autore del Don Chisciotte partecipò alla battaglia di Lepanto), ai martiri per un’idea, è il vero messaggio di questo singolare collettivo di artisti. Forse per pensare un mondo migliore si può incominciare a guardare in modo diverso al suo passato.
Jacopo Marazia