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Il Messico e i nuovi trend del mercato energetico, il punto della situazione

In 3 sorsi  L’adesione del Messico all’IEA segna un passaggio storico tanto per la nazione latinoamericana quanto per l’agenzia impegnata nella sostenibilità energetica. Ma ciò cosa comporta per il mercato energetico e come questo si sta muovendo? 

1. IL MERCATO ENERGETICO L’INGRESSO DEL MESSICO NELLA IEA

L’International Energy Agency, organizzazione internazionale impegnata nell’assicurare “un’energia affidabile, accessibile e pulita”, ha dal 17 febbraio di quest’anno un nuovo membro: primo nell’area latinoamericana, il Messico è ufficialmente divenuto parte dei 30 Paesi membri. La ratifica da parte del Senato messicano è stata solo l’ultimo step di un processo che ha visto il deposito del trattato (IEP Agreement) assieme al Governo del Belgio, in funzione di Stato depositario. L’importanza della principale nazione dell’America centrale è dovuta al rinnovato interesse dell’IEA per il mercato energetico dei Paesi emergenti e per le loro economie, le quali devono essere integrate nell’attuale processo di modernizzazione volto a garantire la disponibilità di risorse energetiche in futuro.
Oltre all’importanza di aver ottenuto l’adesione del primo Paese latinoamericano, l’IEA sottolinea il ruolo del Messico all’interno del mercato energetico mondiale come produttore di idrocarburi, per la sua vasta popolazione – 120 milioni di abitanti – e  anche per la sua presenza economica – 15sima economia mondiale per PIL nominale –, fattori che rendono il suo ruolo all’interno dell’organizzazione particolarmente interessante. Il tema degli idrocarburi e del loro peso all’interno dell’economia messicana è stato fortemente discusso negli ultimi anni, particolarmente in riferimento alle prossime elezioni. Uno dei punti focali della competizione – che vede attualmente Obrador in vantaggio – è proprio la politica energetica del biennio 2013-2014, quando è stata decisa l’apertura ai capitali stranieri nel settore dei combustibili fossili e del gas, concludendo il monopolio di 75 anni della compagnia di Stato Pemex.
I presupposti per una crescita economica sostenuta e duratura sono individuati dal CEO di International Frontier Resources Corp. Steve Hanson, il quale afferma che “Nei prossimi 4 anni, vedremo una crescita accelerata per un Paese con immense riserve di idrocarburi e gas, infrastrutture eccellenti, un network di investimenti trasparenti e una nuova fame di partner stranieri. In parole povere, è la più grande opportunità energetica nel mondo oggi, e la porta è stata appena aperta”.
Sempre nel 2014, il Messico ha prodotto circa 9.8 milioni di barili dalle proprie riserve di petrolio. Il 25% di quella produzione, inoltre, veniva da giacimenti onshore.

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Fig. 1 – Neil Atkinson, capo della divisione idrocarburi presso la International Energy Agency, durante il  Petroleum Economist Energy Strategy Forum, a Kuwait City, 31 gennaio 2018.

2. MERCATO ENERGETICO, IL FUTURO È GEOTERMICO 

L’adesione del Messico assume un ulteriore valore se si considera un dato che potrebbe ricoprire un ruolo interessante in futuro: all’interno dei 30 membri dell’IEA, 26 stanno attualmente lavorando sullo sviluppo di energia geotermica – utilizzabile come fonte di corrente o calore –, fra cui lo stesso Messico.
Come il Messico, gli altri Paesi membri sfruttatori di energia geotermica sono intenzionati a sviluppare la propria tecnologia e la stessa IEA si occupa del settore tramite il Geothermal Implementing Agreement. Si tratta di un programma che fornisce una base per la cooperazione internazionale sul tema della ricerca e dello sviluppo energetici, sia per quanto riguarda la produzione di energia elettrica che il riscaldamento. Tale framework ha 16 membri, fra i quali vi sono anche aziende. Dal canto suo, il Messico ha dato ulteriore prova del proprio interesse per il settore geotermico nel 2017. In particolare, la compagnia locale Grupo Enal ha sviluppato un impianto geotermico di 500 kW da usare all’interno di un pozzo esplorativo, attualmente in fase di test. Tale unità portatile è un tentativo di rispondere alla sfida principale dello sviluppo del settore geotermico su vasta scala, ossia gli alti costi e le tempistiche lunghe. Contro questo problema, la compagnia ha puntato a sfruttare le risorse energetiche in loco anziché fonti di energia esterne – come l’energia solare o il diesel –.
Sempre nel 2017, il direttore generale della Comision Federal de Electricidad (CFE) Jaime Hernández ha inaugurato l’impianto Los Humeros III – Phase A nello Stato di Puebla, con un investimento stimato in 47 milioni di dollari e una capacità di 25 MW, consentendo anche un risparmio in termini di CO2 per 131 000 tonnellate l’anno. Con il nuovo Impianto di Energia Geotermica, inoltre, il complesso avrà una capacità totale di 94 MW. L’insieme degli interventi compiuti negli anni classificano il Messico al sesto posto a livello mondiale per produzione di energia geotermica, con il 20% dell’energia elettrica prodotta tramite fonti ecologiche, di cui un quarto è generato dalla CFE.

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Fig.  2 – Il villaggio di Loma de Bacum, Stato di Sonora, Messico, il quale è attraversato da un gasdotto costato 400 milioni di dollari che è parte di un sistema che dovrebbe trasportare gas dall’Arizona lungo 500 miglio di costa messicana del Pacifico.

3. I TREND DEL MERCATO ENERGETICO 

Il nuovo anno si è aperto sulla scia della speranza, da parte dell’IEA, che una potenziale estensione, fino alla fine del 2018, della riduzione d’offerta dell’OPEC potessero aiutare a sostenere il mercato. La decisione non fu inizialmente discussa con il Messico – che sebbene non sia membro dell’organizzazione ha concordato il taglio con essa –, come dichiarato dal Ministro dell’Energia del Paese Aldo Flores alla fine di una conferenza sull’energia tenutasi a Houston. La manovra è stata alla fine avviata da parte dei Paesi membri dell’OPEC e delle nazioni ad essa vicina, fra cui la Russia, e ha visto l’atteso rincaro del prezzo degli idrocarburi.
Come evidenziato dal World Energy Outlook 2017, la questione del prezzo delle risorse energetiche ricopre un ruolo ben più ampio del semplice dato economico: il basso costo che ha caratterizzato gli idrocarburi dal 2014 ha ridimensionato le preoccupazioni in numerosi Paesi importatori, che hanno visto più accessibile la materia prima. La crescita costante della domanda, però, rischia di mettere alla prova la fornitura da parte di regioni, come il Medio Oriente, che ricoprono il ruolo di esportatori. Soprattutto l’Asia vede la domanda di risorse energetiche crescere a ritmi sostenuti e le tendenze identificate nei report WEO, compresa l’analisi del WEO-2016, indicano come probabile uno sbilanciamento del mercato negli anni del 2020, a causa dell’attuale basso livello di investimenti in nuovi progetti per idrocarburi convenzionali.
Al fine di tutelare la sicurezza energetica si sottolinea il ruolo fondamentale dell’adeguamento degli investimenti nell’offerta futura, del dialogo continuo fra produttori e consumatori, del corretto funzionamento dei mercati e delle misure per contenere la crescita della domanda attraverso maggiore efficienza o il passaggio a differenti tipologie di carburante.

Riccardo Antonucci

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””] Un chicco in più

Le imminenti elezioni messicane non sembrano rassicurare gli investitori per quanto riguarda le prospettive del settore energetico, anche per via della volontà del candidato Obrador di rivedere la politica energetica dei Governi precedenti. Per saperne di più, clicca qui. [/box]

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Riccardo Antonucci
Riccardo Antonucci

Nato a Roma il 29 gennaio 1996. Laureato LUISS in Scienze Politiche in inglese, specializzato in Energy Policy Studies presso la Masaryk University di Brno. Sono il coordinatore del Programma Ambiente, promuovendo lo studio della geopolitica dell’energia e del clima a livello globale.

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