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Gli Occhi nel Jihad 23 marzo – 5 aprile

Miscela Dark Gli avvenimenti principali riguardanti la galassia jihadista in queste due settimane

SOMALIA

  • Il gruppo terroristico al Shabaab reclama l’attacco, condotto per mezzo di un’auto-bomba a Mogadiscio, che ha portato a 14 morti e 10 feriti. Il gruppo spesso si lancia in operazioni che hanno come obbiettivo i quartieri più blindati e vitali della capitale somala, provando a colpire sedi di enti governativi o checkpoint militari.
  • Nella regione di Shabelle, il gruppo filo al Qaeda al Shabaab reclama di aver effettuato una serie di attacchi coordinati contro le truppe AU – African Union – che ha portato alla morte di 59 soldati ugandesi.
STATI UNITI

  • Il Dipartimento di Stato US ha designato il francese Joe Asperman come terrorista internazionale. Il francese sarebbe infatti un esperto di armi chimiche che sta aiutando, in Siria, lo Stato Islamico nell’equipaggiamento e nell’utilizzo delle suddette armi. Nella stessa giornata, il medesimo provvedimento ha colpito il gruppo uzbeko Katibat al Imam al Bukhari, attivo nel nord della Siria, riconosciuto come organizzazione terroristica a tutti gli effetti e con buoni legami con al Qaeda.
il canale mediatico Halummu rinnova la sua bay’ah allo Stato Islamico e al Califfo Abu Baku al Baghdadi.
FRANCIA

  • Nuova pagina di terrore in Francia dove un uomo, identificato come Redouane Lakdim, ha preso in ostaggio dei clienti all’interno di un supermercato nella cittadina di Trèbes, pochi chilometri di distanza da Tolosa. L’azione è iniziata nella cittadina vicina di Carcassonne, dove l’attentatore ha ucciso il proprietario della macchina successivamente utilizzata per raggiungere il luogo dell’azione. Una volta presi gli ostaggi, il terrorista ha dichiarato la sua appartenenza alla Stato Islamico e la sua intenzione di scambiarli per il rilascio del noto terrorista Salah Abdeslam, unico superstite degli attentatori di Parigi nel 2015. L’attacco terroristico dell’attentatore si è concluso con l’irruzione delle forze speciali francesi nel supermercato e con la sua conseguente morte. Redouane Lakdim, 25 anni ed origine marocchina, viveva con la famiglia nel quartiere popolare di Ozanam, nella periferia di Carcassonne. Il suo percorso, criminale prima e radicalizzato in cerca di salvezza dopo, è lo stesso di molti altri attentatori entrati in azione recentemente in Europa. Si sospetta, e si cercano conferme, su un suo eventuale viaggio in Siria. Altra tendenza confermata da questo attentato è la ricerca del soft target. Obbiettivi difficilmente sorvegliati dalle forze dell’ordine e frequentati densamente da civili inermi, spesso ormai anche lontani dalle grandi città, che richiedono una maggiore quantità di tempo per lo spiegamento delle forze di sicurezza in caso d’attacco.
YEMEN

  • AQAPal Qaeda nella Penisola Arabicarivendica l’uccisione di 12 soldati yemeniti nella provincia Hadramawt, caposaldo dell’organizzazione vicino al confine con l’Arabia Saudita.
LIBIA

  • L’AFRICOM conferma di aver eliminato Musa Abu Dawud, importante leader di AQIM – al Qaeda nel Maghreb Islamico – operante in Libia. Lo strike aereo, condotto tramite un drone, è avvenuto nei pressi di Ubari, nel sud del Paese. L’azione è stata condotta con il permesso e con la collaborazione del GNA – Governo di Accordo Nazionale – Libico. È il primo strike US in Libia che ha come target un militante di al Qaeda. In precedenza, infatti, la maggior parte delle operazioni USA nel Paese avevano avuto come bersaglio lo Stato Islamico.
  • Lo Stato Islamico, tramite la sua agenzia mediatica Amaq, ha rivendicato l’attacco con auto-bomba che ha ucciso e ferito 14 membri dell’esercito di Haftar nella città di Ajdabiya a sud di Benghazi.
MALESIA

  • Sgominata nel Paese una cellula legata allo Stato Islamico composta da 7 uomini. Il gruppo era pronto ad entrare in azione contro dei luoghi di culto non musulmani ma le autorità, al momento non hanno rilasciato ulteriori dettagli. Gli arresti sono avvenuti nello stato di Johor, a nord di Singapore. L’allerta delle autorità nei riguardi del terrorismo jihadista resta alto, testimoniato dalle centinaia di arresti effettuati negli ultimi anni.
SPAGNA

  • Arrestati due uomini a Barcelona con  l’accusa di aver trafficato beni storici acquistati dalla Libia, nelle regioni controllate dai miliziani fedeli allo Stato Islamico. Tra le varie accuse quindi, i due dovranno fronteggiare anche quella finanziamento al terrorismo. Il traffico illegale di beni storici è uno dei numerosi metodi con cui lo Stato Islamico si finanzia e parte di questo traffico passa anche dal porto calabrese di Gioia Tauro.
proseguono regolarmente gli scontri tra governativi e HTS nel distretto di Hama – foto diffusa da Ibaa News Agency.
RUSSIA

  • A poco più di due mesi dall’inizio della prossima Coppa del Mondo, i servizi segreti interni russi – FSB – hanno smantellato una cellula dormiente, con probabili legami con lo Stato Islamico, che aveva in mente di entrare in azione per colpire la manifestazione sportiva che si terrà in Russia in estate. Il gruppo si era dato il nome di Krasnoyarsk Jamaat e i suoi nove membri arrestati avevano già innalzato il loro livello di guardia rinunciando all’utilizzo dei social network e dei cellulari. Nelle abitazioni perquisite sono stati ritrovati testi fondamentalisti islamici e manuali per la costruzione di ordigni esplosivi. Due componenti sono stati arrestati in aeroporto mentre si apprestavano a salire su un aereo di linea. Le autorità russe non hanno specificato il motivo del loro presunto viaggio.
ITALIA

  • Le autorità italiane hanno posto in stato d’arresto Abdel Rahman, cinquantanovenne naturalizzato italiano ma di origine egiziana, con l’accusa di aver indottrinato al jihad i giovani ragazzi che frequentavano la sua scuola a Foggia. Restano da chiarire i suoi legami con lo Stato Islamico, nonostante avesse accesso a molto materiale multimediale prodotto dal gruppo stesso.
  • La Digos ha tratto in arresto a Torino Halili Elmahdi, ventitreenne italo-marocchino, con l’accusa di aver diffuso materiale propagandistico pro-IS, tradotto da quest’ultimo in italiano, e per la presunta organizzazione di un attacco terroristico. È stato, infatti, rinvenuto a casa dell’indagato del materiale su come realizzare un camion bomba e un manuale su come adoperare armi bianche. Halili Elmahdi era sotto indagine già dal 2015, a causa del suo notevole impegno nel diffondere, via web, materiale jihadista, realizzando addirittura una corposa playlist dei discorsi di al Adnani, il defunto portavoce dello Stato Islamico, poco tempo dopo la sua morte.
  • Sono stati effettuati 5 arresti tra Roma e Latina. L’operazione è stata possibile grazie all’indagine aperta dalla Procura di Roma dopo la morte, alle porte di Milano, del terrorista di Berlino Anis Amri. Partendo infatti dai contatti telefonici trovati sulla rubrica del suo cellulare è stato possibile risalire, e successivamente smantellare, una rete di fiancheggiatori che avrebbero procurato a quest’ultimo i documenti falsi di cui si è servito. I cinque, quattro di origine tunisina e uno presumibilmente di origine palestinese, sono stati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale.
  • In provincia di Cuneo i Carabinieri hanno posto in stato di arresto Ilyass Hadouz, diciannovenne marocchino che si era rinominato Ilyass el Magrebi. Arrestato per istigazione a delinquere con finalità terroristiche, è stata riscontrata dalle autorità un’imponente attività online del soggetto che era ben inserito, tramite i suoi numerosi account sui social network, in ambienti islamisti e jihadisti. Sul pc dell’indagato sono state inoltre trovate delle foto in cui il soggetto posava, spesso alzando l’indice ad indicare il tawheed – unicità di Dio, imitando le foto di alcuni martiri dello Stato Islamico.
  • In una prossimo articolo parleremo in modo più approfondito della minaccia terroristica jihadista in Italia, anche dei motivi che, fino ad ora, ci hanno tenuto al riparo da attacchi simili a quelli visti in Europa negli anni recenti. Le operazioni recenti però ci dimostrano che il quadro complessivo della minaccia in Italia sta cambiando e stiamo assistendo alla nascita di un movimento jihadista indigeno che sarà bene continuare a monitorare con ogni mezzo disponibile.
PAKISTAN

  • Lo Stato Islamico rivendica l’uccisione di quattro cristiani nei pressi della città di Quetta.
SIRIA

  • Il regime di Bashar al Assad ha preso il controllo del sobborgo nella periferia damascena di Ghouta Est. I gruppi ribelli presenti nella zona, come Jaish al Islam, sono stati trasferiti nelle province di Idlib e nei pressi di Jarabalus. Nella periferia di Damasco ora il regime potrà concentrare i suoi sforzi contro le sacche di resistenza ancora presenti dello Stato Islamico.
Bilad al Sham Media, canale mediatico filo-AQ, pubblica una foto dell’evacuazione in corso dei ribelli nell’Est Ghouta.
KASHMIR

  • Imponente operazione antiterrorismo nei distretti di Shopian e Anantnag condotta dalle forze di sicurezza indiane. Nell’operazione sono stati uccisi 13 terroristi appartenenti ai gruppi LeTLashkar e Taiba, JeMJaish e Mohammad, HMHizbul Mujahideen.
JIHADIMEDIA

  • Al Andalus ha pubblicato un audio messaggio di Abdelmalek Droukdel, leader di al Qaeda nel Maghreb Islamico, in cui invita i mujahideen siriani a cessare le ostilità reciproche e a fare fronte comune contro i nemici dell’Ummah.
  • As Sahaab Media, canale mediatico di al Qaeda, dirama audio messaggio di Hamza bin Laden che condanna fortemente il viaggio di Mohammad bin Salman negli US e pone in guardia l’Ummah dalla crescente minaccia rappresentata dall’Iran e dai suoi alleati in Medio Oriente.
  • Abu Sayef, figura di spicco all’interno del braccio mediatico dello Stato Islamico, sembra sia stato arrestato nei pressi di Mosul. Nonostante le voci, che non hanno trovato ancora conferma da parte dei miliziani di Daesh, continua regolarmente la redazione e la diffusione del bollettino settimanale del Califfato al Naba. Questo infatti sembra essere l’unico prodotto propagandistico dello Stato Islamico a non aver risentito delle ingenti perdite territoriali del gruppo, mentre al contrario la produzione di video-statement e delle riviste Dabiq e Rumiyah sono crollate se non addirittura cessate del tutto. In totale controtendenza con il drastico calo della produzione mediatica è però il proliferare di gruppi e/o canali su Telegram legati all’organizzazione. La propaganda dei seguaci di al Baghdadi, sia online che offline, continua. A tal riguardo, il canale affiliato allo Stato Islamico Halummu ha rinnovato la sua fedeltà – bay’ah – all0organizzazione.
Amaq diffonde la foto di un suo reporter ucciso nei pressi di Deir ez Zor.
  • Nel mese di marzo sono stati chiusi 6443 canali Telegram legati allo Stato Islamico. Nel marzo del 2017 erano stati chiusi 4010 canali.

A cura di Valerio Mazzoni

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Qui potete trovare le uscite precedenti degli Occhi nel Jihad. [/box]

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Valerio Mazzoni
Valerio Mazzoni

Nato, cresciuto e residente a Roma classe 1989, laureando in Scienze politiche per le Relazioni Internazionali presso l’Università Roma Tre. Formato accademicamente da nottate passate a giocare ad Age of Empire e Risiko, nutre da sempre una smodata passione per la storia e per le relazioni internazionali, con particolare interesse per il fondamentalismo islamico, i servizi segreti e la loro controversa storia. Per il Caffè Geopolitico si occupa della Russia e delle ex Repubbliche Sovietiche. I viaggi e la Lazio sono le sue passioni più grandi, anche se non disdegna rapide incursioni nel mondo NBA.

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