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Nature Restoration Law: Un passo avanti per l’UE ma non per l’Italia

Caffè Lungo – La biodiversità è un capitolo importante nelle politiche ambientali. Se Bruxelles ha raggiunto la formulazione di una strategia comunitaria di tutela della biodiversità, Roma si è dimostrata ostile alla strategia europea.

ALLARME BIODIVERSITÀ

La biodiversità è una rete di vita caratterizzata da tutte le interazioni tra le specie animali e vegetali, i microrganismi e l’ambiente. Il suo impatto nella vita umana è fondamentale dal momento che il 50% del PIL mondiale dipende dalla sua presenza. Attualmente, il Vecchio Continente sta affrontando una crisi ecologica senza precedenti: oltre l’80% della biodiversità in Europa è in cattivo stato di conservazione. Il rapporto EUCRA (European Climate Risk Assessment) ha sottolineato come le attività antropiche abbiano aggravato la situazione danneggiando gli habitat naturali, che non riescono più ad attutire i rischi provocati dal cambiamento climatico, rendendo il continente impreparato ad affrontarne le conseguenze.

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Fig. 1 – Greta Thunberg ed alcuni manifestanti di Fridays for Future a Strasburgo

UN TRAGUARDO STORICO IN EUROPA

Il 17 giugno 2024 il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato la Nature Restoration Law (NRL). Il nuovo regolamento prevede il recupero degli ecosistemi degradati e la conservazione di quelli ancora in salute, attraverso una serie di azioni passo dopo passo. I Paesi europei sono tenuti a ripristinare il 20% di questi siti entro il 2030, per poi successivamente intervenire in altri che lo necessitano entro il 2050. Inoltre, alcune disposizioni sono destinate al ripristino delle torbiere, aree cruciali per la funzione di stoccaggio del carbonio, alla piantagione di tre miliardi di alberi e al ripristino di almeno venticinquemila chilometri di fiumi. Inoltre, su richiesta del Parlamento Europeo, la legge prevede un freno di emergenza applicabile solo in casi eccezionali di grave riduzione del terreno necessario per una produzione alimentare sufficiente per il consumo interno all’UE. Per ultimo, la NRL impegna gli Stati membri a redigere un proprio National Restoration Plan entro un anno dall’approvazione del testo.

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Fig. 2 Alcuni membri del Parlamento Europeo che votano ad alzata di mano il disegno sulla NRL

UN LUNGO ITER

La NRL si inserisce all’interno della più ampia strategia del Green Deal europeo, l’ambizioso piano lanciato nel 2019 dalla Commissione per la lotta al cambiamento climatico. Il nuovo regolamento europeo è l’ultimo sviluppo della cosiddetta “Strategia europea sulla biodiversità”. Pubblicata a maggio 2020, essa delinea un piano di lungo termine volto alla protezione e al ripristino degli ecosistemi degradati. La Commissione europea ha preparato, dopo quasi due anni di consultazioni pubbliche e cinque seminari, tre documenti, tra cui la proposta sul regolamento del ripristino della natura. Pubblicato il 22 giugno 2022, la NRL ha compiuto l’iter legislativo europeo passando dapprima il vaglio del Parlamento Europeo e poi quello del Consiglio dell’UE. Il 2024 è stato in tal senso l’anno decisivo, poiché nel giro di tre mesi e mezzo (27 febbraio e 17 giugno) la NRL è stata approvata in entrambe le sedi. Tuttavia, al Consiglio, sei Stati membri (Italia, Polonia, Ungheria, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi) si sono opposte alla sua approvazione in quanto temono ripercussioni negative nel settore agricolo e il riaccendersi di nuove proteste. L’approvazione della NRL rappresenta un ottimo punto di inizio per invertire la tendenzaal quale dovrà seguire la volontà dei singoli Stati membri alla sua attuazione.

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Fig. 3 Agricoltori italiani che manifestano contro le normative europee in materia ambientale

L’ITALIA E L’AMBIENTALISMO CONSERVATORE

La posizione dell’Italia è miope, considerando che il Paese possiede una ricchezza tra le più significative d’Europa. La flora e la fauna constano rispettivamente di 12mila e 60mila specie diverse. Ad insediare questo patrimonio, tuttavia, concorre la cementificazione. Le politiche di consumo spregiudicato del suolo legate alla costruzione di nuovi insediamenti ed infrastrutture hanno contribuito all’esposizione a rischi idrogeologici. Difatti, stando al Rapporto ISPRA del 2023, la cementificazione elimina 2,4 metri quadrati al secondo, estendendo di oltre 22 chilometri quadrati il terreno impermeabilizzato, ossia suolo consumato in maniera irreversibile e incapace di assorbire l’acqua. Sebbene essa venga indicata come un amplificatore degli effetti catastrofici del maltempo, non esiste, ad oggi, una legge italiana sul consumo del suolo.
La NRL, in tal senso, può spingere Roma a promuovere un’apposita politica di gestione della tutela della biodiversità. Tuttavia, il Governo di Giorgia Meloni si è dimostrato ostile alla strategia europea in quanto “ideologica e deleteria a chi lavora nella natura”. Al contrario, Roma persegue il cosiddetto ambientalismo conservatore, un approccio che vuole unire integrazione della tutela ambientale e benessere dell’uomo. In realtà, come denunciato da WWF e altre associazioni ecologiste, Palazzo Chigi ha indebolito l’impegno dell’Italia nella tutela della biodiversità, una propensione confermata dalla cancellazione del vincolo paesaggistico a tutela dei boschi e dal controverso disegno di legge sulla caccia, che allenta i divieti di prelievo venatorio, ossia il numero di animali che possono essere abbattuti. Queste misure sono preoccupanti rispetto alla direzione intrapresa, segno che vengono anteposti interessi economici legittimi, ma parziali, a discapito del più generale interesse comune di vivere in un ambiente sano e ricco di biodiversità.

Luca Scandura e Lorenzo Avesani

Photo by Joan Amigó is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • La questione della tutela della biodiversità è un elemento cruciale nella lotta al cambiamento climatico, al quale il continente europeo è ancora impreparato.
  • A giugno 2024 l’Unione Europea ha approvato la Nature Restoration Law (NRL), un nuovo strumento comunitario per la salvaguardia dell’ambiente. Ciò stride con la posizione italiana che tarda a formulare una strategia di contrasto alla perdita di biodiversità.

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Lorenzo Avesani
Lorenzo Avesani

Nato e residente a Negrar di Valpolicella (VR), classe 1999. La mia carriera universitaria si è sviluppata a Trento e a Forlì nell’ambito delle Relazioni Internazionali. Ho vissuto un’esperienza Erasmus in Slovacchia dove ho coltivato la passione per l’Europa centro-orientale. Mi interessano particolarmente le tematiche riguardanti sicurezza energetica e cambiamento climatico.

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