Gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato un piano di riforme economiche per attrarre nuovi investitori esteri e rilanciare l’economia dello Stato del Golfo Persico, fortemente danneggiata negli ultimi anni dal crollo del prezzo del petrolio.
Sono due i punti nevralgici del programma: la possibilità per le imprese straniere di detenere fino al 100% delle quote di società con sede negli Emirati e maggiori agevolazioni per il rilascio dei visti agli stranieri. L’annuncio è stato dato il 20 maggio dall’emiro di Dubai Mohammed Bin Rashed Al-Maktoum. Le misure entreranno in vigore entro la fine del 2018.
LE RIFORME
Come detto, il piano annunciato dall’emiro di Dubai consentirà agli investitori esteri di possedere la proprietà totale di società con sede negli Emirati. Finora ai partner stranieri era consentito di accumulare non più del 49% delle quote di una società , a meno che l’azienda in cui investivano non avesse la propria sede legale in aree di libero scambio speciali.
Inoltre, agli imprenditori e ai ricercatori stranieri e ai rispettivi famigliari saranno concessi permessi di soggiorno di durata maggiore, fino a dieci anni. Una misura, quest’ultima, che sarà rivolta soprattutto a professionisti che operano nei settori della ricerca medica e scientifica e nel campo tecnologico. Come previsto negli altri Stati membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo – composto oltre che da Abu Dhabi anche da Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Oman e Qatar – anche negli Emirati Arabi Uniti gli stranieri possono operare solo se per loro garantisce uno sponsor nazionale, noto come kafeel.
GLI INDICATORI ECONOMICI
Gli Emirati Arabi Uniti posseggono l’economia più diversificata tra i Paesi del Medio Oriente e sono inoltre la nazione che attrare il maggior numero di investimenti diretti esteri (IDE) nella regione. Secondo le stime dell’Istituto di Finanza Internazionale nel 2017 gli IDE sono stati pari a 11 miliardi di dollari, il 22% in più rispetto al 2016. Nonostante ciò, secondo il Fondo Monetario Internazionale la crescita economica del Paese è scesa dal +3% del 2016 al +1,3% del 2017.
A soffrire è anche Abu Dhabi, il più grande dei sette emirati che compongono gli EAU nonché il più ricco di petrolio, che ha registrato un calo economico dell’1,3% e dell’1,1% rispettivamente nel terzo e quarto trimestre del 2017. A Dubai, invece, il settore immobiliare – quello su cui sono poste le maggiori aspettative – è calato del 10% lo scorso anno. Questa fase di recessione dovrebbe proseguire fino al 2019. Mentre a partire dal 2020, anno in cui Dubai ospiterà l’Expo, tornerà a esserci una ripresa.
Ottorino Restelli – Oltrefrontiera
“Abu Dhabi” by Sarah_Ackerman is licensed under CC BY 2.0