Il documento parla di un ritardo che potrebbe protrarsi fino all’autunno 2020. Questo crea un problema importante, poiché gli Stati Uniti hanno deciso di non acquistare più posti a bordo della Soyuz russa per i propri astronauti dal 2019, poiché era previsto proprio per quell’anno l’esordio dei veicoli spaziali commerciali per trasportare gli equipaggi USA sulla Stazione spaziale internazionale (ISS). Ora, il rischio concreto è che si crei un gap di almeno un anno per l’accesso alla stazione orbitante per personale statunitense e la NASA dovrà lavorare per trovare una soluzione. Le opzioni sono poche. Il veicolo spaziale che l’ente sta progettando per l’esplorazione oltre l’orbita terrestre non effettuerà il primo volo con astronauti prima del 2021. Perciò, le carte da giocare rimangono o l’acquisto di ulteriori posti sulle Soyuz russe oppure negoziare con Mosca un allungamento al massimo del tempo tra i voli di questi veicoli per riuscire a coprire il gap fino al 2020. Il rapporto del GAO critica, oltre a Boeing e SpaceX, la NASA per aver dimostrato scarsa trasparenza nel fornire informazioni sui ritardi dei suoi partner commerciali.