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L’UE verso il 2022: gestione delle crisi, difesa comune e autonomia strategica

Analisi – Giovedì 16 dicembre, a Bruxelles, si è riunito l’ultimo Consiglio europeo del 2021. Al centro dell’agenda, naturalmente, la pandemia, ma anche gestione delle crisi, resilienza, sicurezza, difesa, migrazioni e rapporti con l’estero. Così l’Unione si prepara a entrare nel 2022: tra nuove sfide, vecchie minacce e inedite opportunità.

I NODI DA SCIOGLIERE

Per l’ultima volta nel 2021, il 16 dicembre scorso i Ventisette si sono incontrati a Bruxelles in occasione della riunione ordinaria del Consiglio europeo. Al primo posto nelle Conclusioni la Covid-19, in piena quarta ondata. Poi, in successione: “Gestione delle crisi e resilienza”, “Sicurezza e difesa”, “Aspetti esterni della migrazione” e “Relazioni esterne”. Particolare attenzione alla Bielorussia e all’Ucraina – complice la sempre più allarmante ombra russa che, da Oriente, fa risvegliare mai del tutto sopiti fantasmi di Guerra Fredda. Toni decisi nei confronti di Minsk: ferma condanna della strumentalizzazione di migranti e rifugiati, definita “attacco ibrido”, e ribadito l’invito “a rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti i prigionieri politici”, nonché “a porre fine alla repressione della società civile e dei media indipendenti”. Così verso Mosca, ritenuta responsabile delle accresciute tensioni nella regione, “causate dall’incremento di forze militari lungo il confine con l’Ucraina e da una retorica aggressiva”. Alla Russia si rivolge quindi un monito molto chiaro: “Qualsiasi ulteriore aggressione militare contro l’Ucraina avrà gravissime conseguenze e un costo pesante in risposta” – salvo poi aggiungere, quasi a stemperare, “comprese misure restrittive coordinate con i partner”. Il che, letto in combinato disposto con il punto successivo, dove si incoraggia espressamente la via diplomatica e si sostiene il formato del cosiddetto “quartetto Normandia” (Francia, Germania, Russia e Ucraina) “nel conseguimento della piena attuazione degli accordi di Minsk”, sembrerebbe ad ora escludere ogni ipotesi di escalation militare. Massimo rilievo anche al Sud, dal “vicinato meridionale” al prossimo vertice UE-UA passando per la delicata situazione in Etiopia, che il Consiglio europeo “continua a seguire da vicino”.

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Fig. 1 – Il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel

NUOVO SLANCIO A SICUREZZA E DIFESA

E proprio a sicurezza e difesa i leader di Palazzo Europa dedicano ben cinque punti su ventisette, mettendole in terza posizione nelle menzionate Conclusioni. Qui gli Stati membri – pur confermando, al punto 10, il proprio impegno a favore “dell’ordine internazionale globale basato su regole, imperniato sulle Nazioni Unite”, a favore quindi del multilateralismo e della cooperazione internazionale – riconoscono che, dinanzi a cotanta confusione geopolitica, in un contesto internazionale caratterizzato da “crescente instabilità mondiale”, “sempre maggiore concorrenza strategica” e “complesse minacce per la sicurezza”, l’UE dovrà assumersi “maggiori responsabilità per la propria sicurezza e nel settore della difesa” – così ponendo le basi per realizzare, a pieno, quell’autonomia strategica già indicata nel 2016 dalla EU Global Strategy. Un’assunzione di responsabilità e al tempo stesso di consapevolezza, che porta l’Unione a riconoscere ai massimi livelli la necessità oramai divenuta improrogabile di individuare obiettivi condivisi, delineare una strategia comune e dotarsi di strumenti idonei a raggiungerli. Il tutto, rassicurano i Ventisette, promuovendo “i suoi interessi e valori”, rafforzando “la sua resilienza e preparazione per affrontare con efficacia le minacce e le sfide per la sicurezza” e continuando “ad adoperarsi a favore della pace e della sicurezza globali” – in perfetto accordo con la lettera dei Trattati (in particolare, artt. 21 e ss. del TUE).

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Fig. 2 – Un jet francese compie evoluzioni in aria. Dal 1° gennaio 2022 Parigi ha assunto la presidenza semestrale del Consiglio UE. Tra le priorità, la difesa comune

A TAL FINE, LO STRATEGIC COMPASS

Una “ambiziosa bussola strategica”, il cui primo draft è stato presentato durante il Consiglio UE del 16 novembre 2021 dall’Alto rappresentante Josep Borrell ai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi membri. Lo scopo? Realizzare un dispositivo di orientamento politico-strategico condiviso che – si legge ancora nelle citate Conclusioni del Consiglio europeo del 16 dicembre, al punto 12 – “consenta di agire e che definisca una visione strategica comune per il prossimo decennio e utilizzi al meglio l’intero pacchetto di strumenti dell’UE, compresi gli strumenti e le politiche civili e militari”. Tassello fondamentale nell’individuazione di una coerente e condivisa identità strategica, premessa di ogni agire geopoliticamente sensato. Nelle parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto in Senato mercoledì 15 dicembre 2021 per comunicare gli argomenti che sarebbero stati affrontati l’indomani a Bruxelles: “La Bussola può avvicinarci a un’autentica difesa europea e favorire la costruzione di una cultura strategica comune”, servendo altresì “da stimolo per rafforzare la politica estera europea”. Condizione necessaria, ma non sufficiente. Continua, infatti, il Presidente del Consiglio: “Servono innanzitutto meccanismi decisionali efficaci in materia di politica estera, di sicurezza, di difesa, a partire dal superamento del principio dell’unanimità, che troppo spesso rallenta l’azione europea”.

E LA NATO?

Bruxelles rassicura Washington, confermando la propria determinazione a collaborare con la NATO e ribadendo la stretta complementarità tra quest’ultima e un’eventuale difesa europea. Così il Consiglio europeo, che al punto 13 delle richiamate Conclusioni dichiara il proprio sostegno al “rafforzamento del partenariato strategico UE-NATO”, attendendo “con interesse” la terza dichiarazione congiunta che dovrà aggiornare il quadro di cooperazione tra le due organizzazioni. Rafforzare l’Unione significa rafforzare l’Alleanza dunque, la quale permane “il fondamento” della sicurezza collettiva degli Stati che ne sono membri. Ovvero, riprendendo di nuovo le Comunicazioni del Presidente Draghi al Senato della Repubblica: “Un’Unione europea più forte, meglio coordinata e più autonoma dal punto di vista della politica estera, è un vantaggio per l’Alleanza atlantica e per il mondo intero”. Rimandata a marzo 2022 ogni ulteriore questione relativa a sicurezza e difesa, in attesa della prossima presentazione per l’approvazione da parte dei vertici unionali della versione finale dello Strategic Compass. Strumento di navigazione che si rivelerà indispensabile anche al comandante più accorto, soprattutto in tempo di marosi. Pena l’affondamento.

Julian Colamedici[1]

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[1] Le opinioni espresse dall’autore non sono in alcun modo riconducibili all’Amministrazione di appartenenza e non ne rappresentano necessariamente il pensiero. Ogni posizione è da considerarsi solo ed esclusivamente personale.

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Perchè è importante

  • Il 16 dicembre 2021, a Bruxelles, i vertici dell’Unione si sono incontrati in Consiglio europeo per l’ultima riunione ordinaria dell’anno.
  • Al primo posto, la pandemia. A seguire: “Gestione delle crisi e resilienza”, “Sicurezza e difesa”, “Aspetti esterni della migrazione” e “Relazioni esterne”.
  • Particolare attenzione a Bielorussia e Ucraina, ma anche all’Etiopia. Nuovo slancio per sicurezza e difesa, in attesa dello Strategic Compass. L’UE si prepara al 2022.

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Julian Colamedici
Julian Colamedicihttps://juliancolamedici.academia.edu/

Nato a Roma nel 1994, è appassionato di geopolitica e relazioni internazionali. Studia diritto e politiche dell’Unione europea, con particolare interesse per la politica estera, di sicurezza e difesa comune.

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