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Donne al potere

Aria di cambiamento è quella che si respira da due settimane a questa parte dopo il giuramento del Presidente Laura Chinchilla, prima donna ad assumere il potere nella storia del Costa Rica. Dopo le affermazioni degli ultimi anni di Cristina Kirchner in Argentina e di Michelle Bachelet in Cile, l’insediamento della Chinchilla conferma un trend positivo dell’aumento della partecipazione femminile in politica. Le sfide per la nuova guida del Costa Rica, però, sono molte.

NOVITA’ E CONTINUITA’ – Laura Chinchilla, che durante le elezioni dello scorso febbraio ha battuto con il 47% dei voti Otton Solis del Partito dell’azione civica (Pac) e Otto Guevara del Movimento Libertario (MI), si aggiunge ad altre quattro donne, tra queste l’argentina Cristina Fernandez de Kirchner e la cilena Michelle Bachelet  (Foto sotto) (in passato era toccato ad Isabelita Perón, sempre in Argentina, e a Violeta Barrios de Chamorro in Nicaragua), che sono riuscite a imporsi nel panorama politico latinoamericano, tradizionalmente dominato dagli uomini.

Un approccio moderato e aperto al dialogo con le altre forze politiche è l’elemento principale della linea scelta dal nuovo Presidente, che intende mantenere una linea di azione politica coerente con quella del predecessore il premio Nobel per la pace Óscar Arias, il quale ha deciso di ritirarsi dalla politica.

Con la Presidente Laura Chinchilla e i suoi vicepresidenti, Luis Liberman e Alfio Piva, il Partito di Liberazione Nazionale (PLN, di tradizione socialdemocratica) continuerà a rimanere al potere, con un gabinetto che si presenta come la naturale continuazione dei quattro anni di governo di Arias.

RIFORME E ANCORA RIFORME – Il Costa Rica, caratterizzato storicamente da una lunga stabilità politica in una regione come quella latinoamericana conosciuta invece per l’instabilità politica ed economica che si presentano ciclicamente, è uno dei paesi più prosperi dell’America centrale, con un’economia basata sul turismo, sui prodotti manifattueri e sulle esportazioni di prodotti agricoli quali ananas e banane.

Riforma fiscale e dell’apparato burocratico e accelerazione della ripresa economica dopo la crisi globale sono alcune delle questioni di cui si occuperà al più presto la Presidente. Il suo scopo è anche quello di superare le tensioni scaturite a seguito della firma del Trattato sul Libero Commercio (TLC) siglato con gli Stati Uniti nel 2007, durante il governo di Arias, e mostrato come simbolo dell’apertura economica.

Laura Chinchilla ha affermato di voler seguire la linea politica tracciata dal suo mentore Arias che ha permesso a un piccolo paese come il Costa Rica di 4,5 milioni di abitanti di essere il meno povero dell’America Centrale avendo assunto sempre maggiore importanza in politica estera.

La nuova amministrazione si concentrerà anche sul miglioramento del sistema sanitario nazionale e ha promesso di creare una rete di assistenza per anziani e bambini. Riguardo all'economia i punti principali su cui punterà il nuovo esecutivo sono lo sviluppo delle infrastrutture, l'istituzione di un'imposta progressiva sui redditi e soprattutto la creazione di nuovi posti di lavoro in campo ambientale con l'iniziativa "empleos verdes".

Al centro del suo programma vi è l’impegno per una maggiore sostenibilità ambientale: difesa del patrimonio naturale e riduzione dei gas a effetto serra per rendere il Costa Rica la prima nazione a carbon neutral nel mondo entro il 2030. Questo obiettivo ambizioso significa che il Paese centramericano dovrebbe diventare il primo Stato “ad emissioni zero”, obiettivo da raggiungere non solo tramite una drastica riduzione delle emissioni di CO2 ma anche acquistando “certificati di emissione”, ovvero contribuendo a finanziare progetti per ridurre l’impatto ambientale in altre zone del mondo.

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COSA BOLLE IN PENTOLA – Criminalità, violenza e narcotraffico, è la sfida più grande che il Costa Rica, piccolo Stato che separa il Nord dal Sud America, dovrà affrontare perché, come ha sostenuto il Presidente “il Centro America potrebbe essere l'ultimo campo di battaglia della guerra in corso tra Colombia e Messico”.

Cento giorni è il periodo proposto dal nuovo governo per affrontare il problema che preoccupa di più la popolazione: la sicurezza. Durante questo lasso di tempo la nuova amministrazione guidata dalla Chinchilla analizzerà la questione elaborando una strategia, soprattutto per far fronte all’alto tasso di omicidi, aumentato in maniera sensibile tra il 2007 e il 2009, basata su quattro punti: rafforzamento delle istituzioni, lotta contro le impunità e la criminalità organizzata e, infine, prevenzione dei delitti.

Nonostante l’apertura al pluralismo di idee e la grande sensibilità verso le questioni sociali e ambientali da sempre proclamate, la Presidente è stata definita fondamentalista e omofoba per alcuni atteggiamenti conservatori, quali l’opposizione alla legalizzazione della pillola del giorno dopo, considerata una liberalizzazione dell’aborto, e l’unione coniugale tra individui dello stesso sesso.

In ogni caso l’elezione di un Presidente pacifista e ambientalista come la Chinchilla può essere definito come un segno positivo di grande cambiamento e apertura per tutta la regione, dove i recenti fatti dell’Honduras oppure il governo sandinista del Nicaragua hanno sollevato alcuni dubbi sulla stabilità democratica in America Centrale.

Valeria Risuglia

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