In 3 sorsi – Eletto il 19 aprile, Díaz-Canel è il primo Presidente cubano nato dopo la rivoluzione del 1959 e non appartenente alla dinastia dei Castro.
1. BIOGRAFIA DI DÍAZ-CANEL
Convinto marxista-leninista, si distingue nella sfera del partito comunista grazie alla riservatezza e alla prudenza, che gli hanno permesso di “sopravvivere” all’allontanamento di esponenti quali Lage, Robaina e Pérez-Roque, colpevoli di aver intrapreso azioni considerate “sleali”. Ulteriori elementi che ne hanno rafforzato l’immagine di “uomo moderno” sono la difesa della comunità LGBT, la vicinanza alla popolazione tramite la proposta di rafforzare l’utilizzo di Internet, la propensione a favore di una stampa più critica.
Nonostante il forte plebiscito che ha accompagnato la sua elezione a Presidente del Consiglio di Stato, l’idea che circola è quella di una sostanziale continuità con le politiche di riforma lanciate nel 2008, che a oggi non hanno portato ancora nessun effetto di quel processo di “aggiornamento” del socialismo paventato da Raul Castro. Ciò è testimoniato anche dal ruolo di Raul stesso, il Segretario del PCC fino al 2021 che la Costituzione riconosce come ruolo di alta forza dirigente della società e dello Stato. Tuttavia diversi analisti non escludono che questa fase sia solamente transitoria, in vista di una futura successione – attualmente non ben vista dal popolo cubano – a favore del figlio di Raul Castro, Alejandro.
Fig. 1 – L’ex presidente cubano Raul Castro alza il braccio del neoeletto presidente Miguel Díaz-Canel durante l’Assemblea nazionale al Palazzo dei Congressi
2. LA RIFORMA COSTITUZIONALE DI DÍAZ-CANEL
Il primo passo di riforma riguarda proprio il testo costituzionale, che verrà modificato da un’apposita commissione composta da una trentina di parlamentari (compresi il neo-presidente e l’ex leader Raul), che ad oggi ha trovato l’approvazione parlamentare, mentre quella popolare avverrà tra il 13 agosto e il 15 novembre. Tra le innovazioni principali che il nuovo testo costituzionale porterebbe vi è sicuramente la scomparsa del termine «comunismo», il che però non significa un mutamento della visione del Paese «socialista, sovrano, indipendente, prospero e sostenibile», come dichiarato dal presidente dell’Assemblea Esteban Lazo Hernandez. Ulteriore svolta è l’ammissione della proprietà privata, che avrà sicuramente effetti positivi per l’economia cubana, consentendone un’apertura agli investimenti esteri, e il riconoscimento del matrimonio gay, cambiamento importante per una comunità che fu oggetto di violente discriminazioni a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Díaz-Canel ha già fatto sapere di appoggiare queste decisioni.
Fig. 2 – Díaz-Canel partecipa alla sessione dell’Assemblea nazionale per presentare il nuovo Consiglio dei ministri e discutere la bozza di riforma costituzionale per il voto popolare
3. SFIDE ODIERNE E RAPPORTI CON LA RUSSIA
Una delle sfide che si presentano al nuovo Presidente è senz’altro la grave crisi economica interna derivata dalla difficoltà di attrarre investimenti esteri e gravata dalla prospettiva non rosea di un collasso del Venezuela, maggior alleato e fornitore di petrolio. La riconferma di Maduro alla Presidenza e le recenti notizie sul debito nazionale potrebbero spingere l’isola caraibica a rafforzare i legami con la Cina di Xi Jinping. Un altro versante riguarda i rapporti con gli USA: il Memorandum su Cuba del giugno 2017, promosso da Trump con lo scopo di ridurre i contatti commerciali con agenzie cubane a controllo statale, pone per Díaz-Canel una sfida ardua da affrontare con l’omologo statunitense.
Infine, per quanto riguarda la Russia di Putin, i rapporti storicamente eccellenti sono stati rinsaldati da due atti simbolici: prima la decisione di Mosca del 2014 di abbonare la totalità del debito esistente fra le due nazioni, e successivamente la presa in carico del restauro della cupola del Campidoglio (principale simbolo dell’Avana). Il cambio di Presidenza viene visto da Putin in maniera positiva, come testimoniato dalla volontà di attivare un piano di investimenti per la modernizzazione del Paese, specialmente nel terreno delle infrastrutture e dei trasporti. Insomma, il nuovo presidente Díaz-Canel è stato scelto sicuramente in continuità con la linea dei Castro, ma ora si potrebbero davvero aprire nuove prospettive per Cuba.
Marco D’Amato