Al tramontare del comunismo della steppa Vladimir Putin, l’uomo più popolare di Russia dai tempi di Yuri Gagarin, ha mischiato coraggio e strategia, sicurezza e burocrazia, frullato insieme questi elementi e ottenuto un cocktail che ha fatto digerire a tutti: uno Stato autoritario con un grande potere, sia pur sovrastimato rispetto alle sue reali capacità.
Difficile dire se abbia ragione la giornalista Anna Zafesova, che in questo volume sostiene come le montanti proteste che vanno in scena da mesi tra Vladivostok e San Pietroburgo siano destinate a picconare il potere sinora incontrastato di Vladimir Putin. Oppure se abbia ragione l’ambasciatore Sergio Romano, il quale sostiene come l’opinione pubblica russa sia ancora fondamentalmente dalla parte dell’uomo forte di Mosca. Di certo, le nuove generazioni russe non hanno conosciuto altro che l’attuale presidente e la stessa società post sovietica si è riconosciuta, forse persino immedesimata in lui, perché orfana di un’ideologia che sostituisse settant’anni di pensiero unico. Al tramontare del comunismo della steppa, si è fatto avanti soltanto un uomo che mischiando coraggio e strategia, sicurezza e burocrazia, ha frullato insieme questi elementi e ottenuto un cocktail che ha fatto digerire a tutti: quello di uno Stato autoritario con un grande potere, sia pur sovrastimato rispetto alle sue reali capacità. Anzitutto economiche.
La collana Babilon Magazine è realizzata in collaborazione con Paesi Edizioni. Il libro può essere acquistato sul sito della rivista.