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Il ruolo della Cecenia (e dei ceceni) nel conflitto russo-ucraino

In 3 sorsi – La guerra in atto sembra la giusta occasione offerta a Putin per testare la fedeltà del “suo uomo” in Cecenia, Ramzan Kadyrov, che non si è dovuto certo far pregare. Ma ci sono altri ceceni che non la pensano allo stesso modo.

1. LA RUSSIA, LA CECENIA E LE NAZIONALITÀ

Nella storia gli imperi di successo (in un’accezione neutrale del termine: oggi quasi tutte le potenze mondiali hanno un atteggiamento “imperiale”) hanno sempre integrato e coinvolto le minoranze, da una parte dando loro l’impressione di occupare un posto di rilievo all’interno del sistema, dall’altra tenendole sempre al guinzaglio del potere centrale. È anche sulla valorizzazione delle minoranze nazionali che si fonda il potere di Vladimir Putin, caratteristica che lo differenzia dall’opposizione liberale (come quella di Aleksej Naval’ny) o nazional-popolare, fondate sulla xenofobia e sulla slavofilia. Lo dimostra ad esempio la recente importanza acquisita sul piano comunicativo e d’immagine da parte del Ministro della Difesa Sergej Shoigu, originario di Tuva, una Repubblica turcofona situata al confine con la Mongolia. Nonostante la due cruente guerre che hanno insanguinato la Cecenia tra il 1999 e il 2009, Putin nel 2007 è riuscito definitivamente a installare anche in questa Repubblica un’amministrazione-satellite il cui vertice è Ramzan Kadyrov, dittatore stravagante sul cui conto è difficile distinguere le dicerie dalla verità. Ma qual è il contributo dei ceceni nel conflitto russo-ucraino da ambo le parti?

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Fig. 1 – Un palazzo di Mariupol devastato dai combattimenti, 4 aprile 2022. I ceceni sono impegnati principalmente nel tentativo di conquista della città

2. GLI UOMINI DI KADYROV

I Kadirovtsy (gli “uomini di Kadyrov”, nome che sottintende una fedeltà al loro capo maggiore di quella che li lega alla Madre Russia) sono stati avvistati a nord di Kiev il 27 febbraio, tre giorni dopo lo scoppio delle ostilità, ma non è esclusa una loro presenza anche anteriore. Già impiegati nel Donbass nel 2014, sono inquadrati nella Guardia Nazionale russa e sarebbero stati impegnati nell’assalto all’aeroporto di Hostomel alla periferia di Kiev, nell’assedio della capitale stessa e della città di Mariupol’. Alcune fonti sostengono anche che un manipolo di essi avesse il compito di uccidere il Presidente Volodymir Zelensky, ma una soffiata dell’FSB (i servizi segreti russi) intercettata dall’intelligence ucraina avrebbe portato alla loro eliminazione. Stando a quanto riporta il Financial Times, la Cecenia avrebbe inviato in Ucraina almeno tre formazioni di combattenti. Kadyrov ha parlato di 10mila uomini e di essere pronto a mandarne altri 60mila, ma gli esperti sostengono che il loro numero sia in realtà compreso tra le 3,5 e le 7mila unità. La stessa presenza del leader ceceno è soggetta luci e ombre: il 15 marzo aveva pubblicato sul suo canale Telegram una serie di video in cui sosteneva di trovarsi a Hostomel, con annesse minacce a Zelensky, ma alcune ricostruzioni hanno appurato come in realtà si trattasse di falsi girati in Cecenia. Due settimane dopo l’account Twitter del sito di informazione Chechnya Today ha postato delle foto del dittatore sostenendo che si trovasse in Ucraina con dei collaboratori. L’apporto dei Kadirovtsy sembra essere di capitale importanza per quanto riguarda il supporto alle truppe russe presso Mariupol’: alcuni video condivisi su Telegram mostrano i miliziani ceceni prendere possesso della locale acciaieria Azovstal’. Tuttavia il principale contributo fornito dai ceceni a Mariupol’ sembra essere la guerriglia urbana, con il rastrellamento meticoloso dei palazzi in cui si nascondono gli ucraini del Battaglione Azov: proprio a Groznyj, capitale cecena, i nemici di allora inflissero notevoli perdite ai russi proprio impadronendosi degli edifici e costringendo gli uomini di Mosca a setacciare ogni pianerottolo. Ora i ceceni, consci di queste tecniche, si arrampicano prima dall’esterno tramite scale di legno e poi fanno irruzione tramite balconi e finestre.

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Fig. 2 – Akhmed Zakayev, figura di spicco del Governo indipendentista ceceno negli anni Novanta, partecipa ad una manifestazione a Bruxelles contro l’invasione russa dell’Ucraina, 26 febbraio 2022

3. GLI ‘ALTRI’ CECENI: UNA GUERRA FRATRICIDA

Non tutti i ceceni sono però schierati con Putin e Kadyrov: i veterani delle due guerre contro la Russia, in particolar modo quelli legati al fondamentalismo islamico e al fenomeno dei cosiddetti foreign fighters, non hanno dimenticato le “antiche” ostilità e si sono schierati in gran numero dalla parte di Kiev. Si sono distinte in particolare due unità nate nel 2014: Sheikh Mansur, attiva perlopiù a Mariupol, e Dzhokhar Dudayev, la cui recente ricostituzione è stata annunciata in un video dal veterano del Donbass Adam Osmaev, sopravvissuto a un attentato (in cui è invece morta sua moglie) e accusato di aver ordito un complotto per uccidere Putin: “Voglio assicurare agli ucraini che i veri ceceni stanno difendendo l’Ucraina oggi (…) questi burattini che combattono per la Russia sono una vergogna per tutta la nostra nazione: li consideriamo solo traditori”.

Federico Macrina

Chechnya” by Clay Gilliland is licensed under CC BY-SA

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Perchè è importante

  • La Russia ha coinvolto attivamente una delle sue Repubbliche più “ribelli”, la Cecenia, nel conflitto in Ucraina.
  • Il Presidente Kadyrov si sarebbe recato di persona in Ucraina insieme alle truppe, ma la sua presenza è stata smentita più volte.
  • I ceceni sono impegnati perlopiù a Mariupol, dove conducono “rastrellamenti” e azioni contro i soldati del battaglione Azov.

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Federico Macrina
Federico Macrina

Nato a Roma nel 1999, mi sono laureato nel dicembre 2021 in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Università La Sapienza con 110 e lode, mentre ora frequento il corso di Media, Comunicazione digitale e Giornalismo. Grande appassionato di calcio, geopolitica e musica e aspirante giornalista, ho collaborato con la testata online RadioGoal24, collaboro attualmente con la società editrice Edipress e gestisco in coppia la pagina Instagram di giornalismo sportivo @_iltaccuino. Faccio inoltre le consegne per una pizzeria del mio quartiere e svolgo tutorato di studio ai disabili nell’ambito di una borsa di collaborazione con La Sapienza.

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