In 3 Sorsi – Il 24 prile si terrà il secondo turno delle elezioni presidenziali in Francia, che vedrà scontrarsi Emmanuel Macron e Marine Le Pen: in Europa si teme che la vittoria di quest’ultima possa cambiare l’assetto delle alleanze nella guerra in Ucraina.
1. I RISULTATI DEL PRIMO TURNO
Il 10 aprile si è tenuto il primo turno delle elezioni presidenziali francesi, che ha posizionato Macron in testa con il 27,8% dei voti, seguito subito dopo da Marine Le Pen (23,2%) e Jean-Luc Mélenchon (22%).
Il secondo turno, che si terrà il 24 aprile, determinerà il nuovo o la nuova Presidente della Francia. Visto il divario molto ristretto tra i due candidati nessuna possibilità è esclusa: alcuni sondaggi di Ipsos suggeriscono tuttavia che Macron potrebbe vincere col 54%, ma il 12% degli intervistati ha dichiarato di essere ancora indeciso.
È proprio la fascia di questi ultimi a divenire fondamentale negli ultimi giorni di campagna elettorale, dato che i due candidati cercheranno di ottenere i loro voti. Ciò anche a margine delle diverse dichiarazioni rilasciate da chi non è passato al primo turno: Jean-Luc Mélenchon, con il 22% di voti, è sicuramente il politico con più peso al momento.
Sebbene Mélenchon abbia invitato i propri elettori a seguire la loro coscienza, definendo la posizione “tra due mali”, li ha anche più volte richiamati a “non dare nessun voto alla Le Pen”.
Molto più deciso invece Eric Zemmour, altro candidato di estrema destra, che ha invitato il proprio elettorato (7%) a supportare Le Pen. Al contrario Valérie Pécresse (Les Républicains), Anne Hidalgo (Partito Socialista) e Yannick Jadot (Verdi) hanno immediatamente chiesto di votare per Macron.
Il quadro politico è molto diverso da quello del 2017, non solo per i timori di avere una presidente come Le Pen dopo aver assistito alla Brexit e alla vittoria di Trump, ma anche perché Macron non è più una “faccia nuova” (e molti elettori non sono soddisfatti del suo mandato).
Fig. 1 – Il risultato del primo turno ha premiato il Presidente in carica, Emmanuel Macron
2. COME ANDRÀ IL SECONDO TURNO? TRA CENTRO ED ESTREMA DESTRA
La campagna elettorale di Le Pen è stata decisamente diversa da quella del 2017: molto meno caratterizzata da toni di alti e violenza verbale, questa volta Le Pen ha capito che per raggiungere i francesi, stancati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, doveva cambiare metodo.§
Questa è anche una conseguenza della cattiva luce caduta su di lei dopo l’invasione russa (Le Pen non aveva mai nascosto la propria ammirazione per Putin, e il suo partito tuttora riceve finanziamenti russi)_ per evitare un crollo dei consensi ha dunque cambiato strategia.
Le Pen ha sottolineato il peso dell’aumento dei prezzi sulla popolazione, incontrando persone durante la campagna elettorale e definendosi così “dalla parte del popolo”, mentre Macron era impegnato fuori dalla Francia con i vari meeting con i capi di Stato europei per la guerra.
Ciononostante la sua campagna elettorale ha comunque chiarito che la politica estera sotto la sua presidenza sarebbe guidata dalla volontà di lasciare la NATO (togliendo all’Alleanza l’unico Paese europeo con deterrente nucleare autonomo) per “non essere più intrappolata in guerre che non sono sue”. Inoltre vari punti delle sue proposte impedirebbero il libero movimento in Europa, violando uno dei più importanti principi di Schengen.
Dopo i risultati del primo turno, Le Pen cerca di presentarsi come ciò che va contro Macron, provando a garantirsi i voti dei partiti esclusi dal ballottaggio. Questo però significa che dovrà anche concedere qualcosa a elettorati molto diversi (e a volte opposti fra di loro): così Le Pen ha promesso agli elettori di sinistra il taglio dell’IVA e ha ridotto la retorica più aggressiva sull’immigrazione per attrarre i conservatori moderati.
Macron si è comportato in maniera totalmente diversa, annunciando la propria candidatura solo il mese scorso e rifiutandosi di partecipare ai dibattiti con gli altri candidati. La sua speranza risiede dunque nell’operato degli anni scorsi, in particolar modo nella gestione della pandemia e della ripresa economica.
Fig. 2 – Emmanuel Macron in campagna elettorale a Digione
3. IL CONTESTO EUROPEO
L’Europa osserva con preoccupazione e curiosità l’elezione francese. La guerra in Ucraina ha spaventato la popolazione del continente e dichiarazioni come quelle di Le Pen sulla NATO hanno messo anche gli altri Paesi in allerta.
La Germania si sta di fatto preparando a un secondo mandato di Macron, scartando l’ipotesi della vittoria della destra. Il Paese dovrà cooperare con la Francia in vari ambiti, quali la transizione ecologica e il progetto di Macron per aumentare la capacità di Difesa europea.
Proprio l Difesa europea resta un elemento chiave della politica estera dei prossimi mesi: l’attivismo di Macron nella crisi ucraina è stato fondamentale fino ad ora e, insieme al Cancelliere tedesco Scholz, il Presidente ha lavorato per trovare una soluzione diplomatica.
L’Italia al contrario si concentrerà principalmente sugli aspetti economici, visto che Draghi e Macron si erano impegnati a modificare le politiche fiscali alla fine del 2021. Il ruolo del Bel Paese nella guerra a est è invece stato ridotto.
La Spagna e la Polonia sperano nella vittoria del Presidente in carica, dato che la prima è fortemente legata all’integrazione europea (che sarebbe minacciata dalla ascesa di Le Pen) e la seconda si trova al confine con l’Ucraina. La Polonia ha bisogno di supporto sia per l’accoglienza dei rifugiati sia per la difesa del proprio territorio, dunque un’eventuale uscita della Francia dalla NATO potrebbe essere fatale per lei.
Infine anche nel Regno Unito ci si aspetta una rielezione di Macron: sebbene ci siano state tensioni in passato a causa della Brexit e i negoziati Londra-Bruxelles, la guerra ha riportato i due Paesi a collaborare sulla “autonomia strategica” e il coordinamento della NATO.
Questa elezione potrebbe dunque rinsaldare i legami della Francia con i Paesi vicini, o potrebbe mettere a repentaglio quelli costruiti negli anni passati. Nonostante le previsioni diano la vittoria a Macron, Le Pen può contare su un solido elettorato e sul risentimento di una parte della popolazione: la sua elezione scriverebbe una nuova pagina della storia francese.
Livia Scalabrelli
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