In 3 Sorsi – Dopo i casi dei droni russi su Polonia e Romania, il 19 settembre scorso, tre MiG-31 hanno violato lo spazio aereo estone per 12 minuti. A ottobre è toccato allo spazio aereo lituano. Provocazioni intenzionali o rischiosi errori di navigazione?
1. LE RECENTI VIOLAZIONI
Il 19 settembre, tre MiG-31, velivoli intercettori russi potenzialmente armabili con missili ipersonici Kinžal, hanno violato lo spazio aereo estone per 12 minuti. L’incursione aveva interessato la piccola isola di Vaindloo, situata nel Golfo di Finlandia, a circa 200 chilometri da Tallinn. Secondo Mosca, che ancora una volta ha smentito ogni intento provocatorio, i MiG-31 partiti da Karelia e diretti nell’enclave di Kaliningrad avrebbero volato sopra le acque internazionali. L’Estonia, membro NATO dal 2004 e priva di una flotta da combattimento autonoma, si affida alla missione Baltic Air Policing per la difesa aerea, attiva 24/7 dalle basi di Ämari (Estonia) e Šiauliai (Lituania). In quel momento il comando della base estone era affidato al 32° Stormo dell’Aeronautica Militare italiana, impegnato nell’Operazione Baltic Eagle III con i suoi F‑35A, affiancati dal 6° Stormo di Ghedi. Due di questi F‑35 sono decollati da Ämari per scortare fuori i jet russi, in una risposta coordinata nell’ambito della missione NATO, che vede l’Italia contribuire a circa il 20% delle sortite nella regione nel 2025.
I timori non si sono limitati al fianco est: sospetti sconfinamenti con droni hanno interessato anche la Danimarca e la Norvegia (che il 22 settembre hanno provocato la chiusura per diverse ore degli aeroporti di Copenaghen e Oslo).
Il 23 ottobre, il Presidente lituano Gitana Nausėda ha comunicato una “palese violazione del diritto internazionale”: un caccia Su‑30 e un velivolo cisterna Il‑78 provenienti da Kaliningrad si sono inoltrati per meno di un chilometro nello spazio aereo lituano, dal quale, dopo circa 20 secondi, due Eurofighter dell’aeronautica spagnola li hanno scortati fuori.

Fig. 1 – Tramite un post su X, il Presidente lituano Gitana NausÄ—da esprime condanna rispetto alla violazione russa e sottolinea l’importanza di rafforzare la difesa europea
2. POSSIBILI CAUSE DELLE FREQUENTI VIOLAZIONI DELLO SPAZIO AEREO NATO
La forte preoccupazione dei media occidentali nel mese di settembre per gli episodi di violazione dello spazio aereo, con i droni in Polonia e in Romania e i MiG-31 in Estonia, è sintomo della paura di un’escalation della crisi fra la NATO e Mosca.
Nel caso dei droni e dei missili da crociera, Mosca sfrutta spesso traiettorie di volo complesse: questi sistemi possono attraversare lo spazio aereo di Paesi NATO come Polonia e Romania per colpire da direzioni inattese, testare le difese alleate e generare insicurezza. Non si tratta necessariamente di attacchi deliberati agli Stati membri, ma di una strategia calcolata di pressione e ambiguitĂ operativa, giĂ emersa in piĂą occasioni nel corso del conflitto in Ucraina.
Nel caso estone, il contesto è importante: proprio il 19 settembre, l’UE aveva varato il diciannovesimo pacchetto di sanzioni economiche contro la Russia, che potrebbe aver agito quindi per almeno due ragioni:
- Rispondere al varo del pacchetto con una provocazione;
- Testare tempi e modalità di reazione della NATO, perseguendo la strategia di “frizione controllata” già in atto.
Ancora una volta è poco plausibile l’ipotesi di preludio alla guerra: Mosca sta già avendo difficoltà ad avanzare in Ucraina e aprire un secondo fronte sarebbe del tutto irrazionale, soprattutto considerando l’attivazione dell’articolo 5 della NATO.
Nel caso lituano, è plausibile che si sia trattato di un errore durante un’esercitazione. Tuttavia, la frequenza e la delicatezza di simili episodi comportano un rischio crescente di incidente involontario, che potrebbe innescare un’escalation incontrollata.
Fig. 2 – Da sinistra: la Prima Ministra danese Mette Frederiksen, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il Primo Ministro britannico Keir Starmer, il Segretario Generale della NATO Mark Rutte e l’allora Primo Ministro olandese Dick Schoof partecipano a una conferenza stampa dopo la riunione della “coalizione dei volenterosi” dei partner internazionali per l’Ucraina, Londra, 24 ottobre 2025
3. UNA NATO MOLTO EUROPEA E POCO AMERICANA
Non è certo che l’intento di Putin sia testare la NATO. Quel che è chiaro è che la NATO ha sempre risposto tramite i propri partner europei. Il grande assente è sicuramente il più importante membro dell’alleanza, ovvero gli Stati Uniti. Trump e la sua Amministrazione non hanno preso una posizione pubblica netta contro le violazioni russe dello spazio aereo europeo, segnale che sicuramente Mosca potrebbe aver colto. A settembre, il Presidente si era solo limitato a dire di non esser stato aggiornato della situazione e che il fatto accaduto potrebbe essere un vero big trouble. Quel che è chiaro, è che l’Europa percepisce la Russia come una concreta minaccia alla propria esistenza e Ursula von der Leyen ha ribadito con chiarezza che l’UE deve essere pronta a difendersi, perché “Europe is in a fight”.
Marco Vitale
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