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La Somalia sceglie il nuovo Presidente

In 3 SorsiDopo un lungo rinvio per le difficoltĂ  logistiche, le minacce alla sicurezza e una grave crisi istituzionale, domani la Somalia eleggerĂ  il nuovo Presidente della Repubblica. Tra i candidati molte figure di spicco, ma la riconferma dell’attuale capo di Stato, Mohamed Abdullahi “Farmajo”, non appare così scontata.

1. LA SOMALIA FINALMENTE ALL’ELEZIONE DEL PRESIDENTE

Nonostante le minacce alle sicurezza, le crisi istituzionali e un ritardo di oltre un anno, domenica 15 maggio in Somalia sarà scelto il nuovo capo dello Stato. A eleggerlo, come previsto dalla Costituzione transitoria, saranno i 329 membri del Parlamento, che si riuniranno in seduta congiunta in un hangar militare nell’aeroporto internazionale Aden Adde di Mogadiscio. Il voto giunge dopo 15 mesi di rinvii e a poca distanza dalle sollecitazioni ufficiali sottoscritte dai principali partner internazionali della Somalia: il mandato dell’attuale Presidente, Mohamed Abdullahi, detto “Farmajo”, è infatti scaduto l’8 febbraio 2021, ma le difficoltà connesse alla sicurezza e alla logistica, oltre al duro scontro istituzionale tra lo stesso Farmajo e il Primo Ministro Mohamed Hussein Roble, hanno condotto solo il 5 maggio a un atteso accordo sulla data e sulle modalità di voto. Queste elezioni sarebbero dovute essere a suffragio universale – le prime in Somalia, – ma la decisione è stata di procedere nuovamente per via indiretta, mantenendo il coinvolgimento della complessa struttura sociale somala: a scegliere il Presidente saranno con il quorum dei due terzi i parlamentari di Senato e Camera del Popolo, votati nei singoli Stati della Repubblica Federale di Somalia da delegati dei clan e rappresentanti della società civile.

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Fig. 1 – Mohamed Abdullahi Mohamed, detto “Farmajo”, Presidente della Somalia dal 2017

2. I CANDIDATI ALLA PRESIDENZA

A contendersi la carica ci sono 39 candidati, tre dei quali già alla guida della Somalia: il Presidente uscente Farmajo e gli ex capi dello Stato Sharif Sheikh Ahmed e Hassan Sheikh Mohamud, rispettivamente al potere dal 2009 al 2012 e dal 2012 al 2017. Secondo gli osservatori i favoriti potrebbero essere proprio gli ultimi due: le fortune di Farmajo sembrano essere mutate nell’ultimo anno, a causa dei gravi attriti che lo hanno contrapposto al Primo Ministro Roble, con conseguente perdita di consensi e di posizioni chiave nell’apparato. L’apice del dissidio è stato raggiunto lo scorso dicembre, alla fine di un 2021 durante il quale Farmajo aveva fallito, anche a causa delle pressioni internazionali, nel tentativo di prorogare di due anni il proprio mandato, e non era riuscito a rimediare all’allontanamento da parte di Roble di Fahad Yasin, capo dell’intelligence somala dai profondi collegamenti con il Qatar, la cui ambizione a un seggio parlamentare è stata poi interrotta dalla Corte suprema al termine di una serie di ricorsi. Allo stesso tempo il capo dello Stato ha dovuto cedere il controllo dei due rami del Parlamento, Camera del Popolo e Senato, adesso presieduti entrambi da suoi oppositori. In questo senso sembra probabile che possa esserci un maggiore spazio di manovra per Hassan Sheikh Mohamud (che punta sulla riconciliazione tra Mogadiscio e gli Stati federali) e Sharif Sheikh Ahmed (che propone una riforma costituzionale e un’azione più concreta contro al-Shabaab), ma tra i candidati da osservare ci sono anche Abdirahman Abdishakur Warsame (leader del partito d’opposizione Wadajir), Fawzia Yusuf Haji Adam (ministra degli Esteri dal 2012 al 2014), Said Abdullahi Deni (Presidente del Puntland) e Hassan Ali Khaire (Primo Ministro dal 2017 al 2020).

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Fig. 2 – Una protesta a Mogadiscio all’indomani delle mancate elezioni presidenziali dell’8 febbraio 2021

3. IL RISCHIO PER LA SICUREZZA DEL VOTO

La giornata di domani sarà caratterizzata ancora da un’elevata minaccia alla sicurezza, al punto che la Commissione elettorale parlamentare – che organizza e soprintende le operazioni di voto – ha deciso di affidare il controllo dell’ordine alla Missione di Transizione dell’Unione Africana in Somalia (ATMIS, ex Amisom). L’Esercito nazionale resta infatti tuttora molto legato a Farmajo e il contrasto tra il Presidente e il Primo Ministro ha più volte rischiato di degenerare in un conflitto armato a livello nazionale, quindi la scelta della Commissione elettorale procede nella direzione di evitare colpi di mano e violenze politiche, ritenuti tuttora possibili. A rafforzare il dispositivo di sicurezza sono stati previsti anche un coprifuoco a Mogadiscio, limitazioni alla presenza dei candidati durante le procedure di voto e divieto d’accesso per i giornalisti nell’hangar che ospita i parlamentari. Da non sottovalutare, inoltre, la costante ombra di al-Shabaab, che nei giorni scorsi ha portato a compimento due importanti azioni: il 4 maggio la conquista della base militare dell’ATMIS a el-Baraf (a circa 150 chilometri da Mogadiscio), l’11 maggio un attentato suicida proprio nei pressi dell’aeroporto Aden Adde, sede del voto di domani. Al di là della conferma dell’elezione indiretta del Presidente, la nota fondamentale è che la Somalia si trovi finalmente a superare l’impasse di mesi di turbolenza costituzionale, che hanno accresciuto le difficoltà di un Paese già martoriato, donando nuova forza al jihadismo di al-Shabaab, incrementando la frattura fra Governo centrale e Stati federali e aggravando le conseguenze della tremenda siccità – la peggiore degli ultimi 40 anni – che sta soffocando il Corno d’Africa. Un passo alla volta la Somalia cerca di recuperare una parvenza di stabilità per poter almeno tornare al dialogo con la comunità internazionale.

Beniamino Franceschini

Photo by David_Peterson is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Il 15 maggio la Somalia eleggerĂ  il nuovo Presidente della Repubblica, un voto inizialmente previsto per il 2021, ma rinviato per motivi di sicurezza e per la crisi che ha coinvolto il Presidente Farmajo e il Primo Ministro Roble.
  • I candidati sono 39, compresi due ex Presidenti, i favoriti Hassan Sheikh Mohamud e Sharif Sheikh Ahmed, mentre Farmajo rischia di scontare il logoramento degli ultimi mesi.
  • Sul voto incombono le minacce della violenza politica e del terrorismo, con al-Shabaab che ha continuato a colpire anche di recente a Mogadiscio.

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Beniamino Franceschini
Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’UniversitĂ  di Pisa, sono docente di Geopolitica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa.

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