Ristretto – Il Sudan ha attaccato le truppe dell’Etiopia nell’area contesa di al-Fashaga dopo l’uccisione di alcuni dei propri soldati da parte delle forze di Addis Abeba.
Negli ultimi giorni è tornata a crescere la tensione fra Etiopia e Sudan. A inizio settimana l’esercito di Khartoum ha avviato un’offensiva nel Distretto di al-Fashaga, una zona di frontiera tra i due Paesi oggetto di contesa sin dall’epoca coloniale, dopo che i corpi di sette soldati sudanesi catturati e uccisi dalle truppe etiopi erano stati esibiti pubblicamente e sui social media il 22 giugno. Il Governo di Abiy Ahmed ha negato la ricostruzione della controparte circa un’operazione di Addis Abeba in territorio straniero, affermando che le responsabilità dell’accaduto siano da attribuirsi agli stessi militari sudanesi, che avrebbero superato il confine per sostenere il Fronte di Liberazione del Popolo Tigrai (FLPT). L’area di al-Fashaga, infatti, è adiacente al Tigrai ed è coinvolta nelle dinamiche connesse al conflitto esploso nella regione tra il 2020 e il 2021, essendo abitata sia da tigrini, sia da amhara, ma trovandosi sotto il formale controllo sudanese. In base a un accordo del 2008 l’amministrazione del Distretto compete a Khartoum, ma è consentita la presenza e la coltivazione delle terre da parte degli etiopi – soprattutto amhara. Il Sudan, tuttavia, ha colto l’occasione della guerra nel Tigrai e delle richieste avanzate da Addis Abeba per una maggiore sorveglianza dell’area in funzione anti-FLPT per rafforzare la presenza armata e allontanare forzatamente gli etiopi. Dal 2020, pertanto, al-Fashaga è diventata una zona sottoposta a frequenti scontri tra i militari sudanesi e le forze regolari ed etniche etiopi. In seguito all’episodio del 22 giugno, allo scambio di accuse e alle smentite giunte dalla dirigenza tigrina – accusata dal Governo Federale di aver provocato l’incidente di frontiera per trascinare Khartoum al proprio fianco, – il Sudan è passato all’attacco, dichiarando di aver riconquistato diverse località del Distretto e di aver catturato numerosi soldati etiopi. Khartoum ha richiamato il proprio ambasciatore in Etiopia per consultazioni e ha comunicato che solleverà il caso di al-Fashaga di fronte alle Nazioni Unite. L’Unione Africana ha invitato le parti al dialogo, ma gli attriti tra Etiopia e Sudan rientrano in un più ampio contesto di crisi regionale, comprendente tanto la guerra nel Tigrai quanto la situazione in Eritrea, passando per gli ambiziosi piani energetici di Addis Abeba, che hanno scatenato la contesa sulla gestione delle acque del fiume Nilo.
Beniamino Franceschini
Photo by Kaufdex is licensed under CC BY-NC-SA