In 3 sorsi – L’invasione dell’Ucraina ha determinato dei cambiamenti nella percezione della Russia da parte degli Stati dell’Asia Centrale. Ciò ha causato un cambiamento nelle dinamiche geopolitiche che sta consentendo il rafforzamento della posizione di altri attori nella regione.
1. PERDITA DI INFLUENZA DELLA RUSSIA
Sin dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica gli Stati dell’Asia Centrale hanno continuato a navigare attorno all’orbita russa e la loro dipendenza da Mosca è rimasta molto forte nel corso degli anni. Tuttavia l’invasione dell’Ucraina ha delineato un cambiamento nella percezione della Russia da parte delle cinque ex Repubbliche sovietiche: mentre precedentemente la Russia era vista come una fonte di stabilità, ora la sua presenza nella regione è diventata un fattore negativo per essa. Nello specifico il Kirghizistan era parso nelle fasi iniziali del conflitto molto allineato con la Russia, ma ha gradualmente adottato una posizione più neutrale. Turkmenistan e Tagikistan, invece, sono stati caratterizzati dal silenzio di fronte a questa particolare questione internazionale. Ciò è dovuto alla loro dipendenza da Mosca: la popolazione del Tagikistan è altamente dipendente dal mercato del lavoro russo, mentre il Turkmenistan, dopo il cambio di presidenza in cui si era ipotizzato che lo Stato potesse diventare fornitore di gas naturale per l’Europa, sembra intenzionato a proseguire con la sua politica di isolamento internazionale. Al contrario Uzbekistan e Kazakistan, entrambi più aperti agli scambi internazionali, hanno preso le distanze dalla Russia: il Ministro degli Esteri uzbeko ha esplicitamente espresso il supporto della propria nazione all’integrità territoriale dell’Ucraina, mentre il Kazakistan, ha rifiutato di riconoscere le Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, contrariamente a quanto sperato dalla Russia. Sembra, quindi, che la guerra in Ucraina stia delineando dei cambiamenti nella geopolitica centro-asiatica che è stata caratterizzata sinora dalla dominanza della Russia nella regione.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Manifestazione in Kazakistan a sostegno dell’Ucraina, marzo 2022
2. IL CASO DEL KAZAKISTAN
Tra le Repubbliche dell’Asia Centrale l’opinione e il mancato supporto del Kazakistan alla Russia sulla guerra in Ucraina è ciò che ha stupito di più: il Paese, che condivide con la Russia un lungo confine, era visto dal Cremlino come uno Stato satellite che non avrebbe mai creato problemi. Il rifiuto di riconoscere le Repubbliche separatiste e la posizione neutrale del Governo kazako nei confronti della guerra in Ucraina sono stati gesti inaspettati, specialmente dopo gli avvenimenti di gennaio in Kazakistan. A gennaio, infatti, ci sono state nel Paese una serie di proteste causate inizialmente dall’aumento dei prezzi del carburante. Le proteste, che inizialmente erano circoscritte alla città di Zhanaozen, si sono presto diffuse in tutto il Paese e si sono trasformate in uno scontro tra i sostenitori del nuovo Presidente Tokayev e coloro ancora legati al Presidente in uscita Nazarbayev. Il Presidente Tokayev, per fermare le proteste, è dovuto ricorrere all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), un’alleanza militare guidata dalla Russia, grazie alla quale il regime kazako è riuscito a riprendere il controllo della situazione. Nonostante questa mossa potesse simboleggiare l’inizio di una nuova era basata su una politica estera caratterizzata da una maggiore dipendenza dalla Russia, il Presidente kazako ha dichiarato che il suo Paese non riconoscerà le Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk perché sostiene che il diritto di autodeterminazione, se implementato in tutto il mondo, genererebbe caos. Tokayev sta, dunque, cercando di distanziarsi da Mosca, ma deve tenere conto anche di una situazione interna frammentata: la zona a nord del Paese è a maggioranza russa e ha una relazione debole con il resto del Kazakistan.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Presidente kazako Tokayev durante l’ultimo Forum economico internazionale di San Pietroburgo, 17 giugno 2022
3. NUOVI ATTORI NELLA GEOPOLITICA DELL’ASIA CENTRALE
Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia gli Stati dell’Asia Centrale hanno cercato di limitare la loro dipendenza dalla Russia, specialmente per via delle sanzioni economiche contro Mosca e dei loro effetti sulla regione. Ciò ha permesso ad altri attori, che hanno avuto per lungo tempo delle relazioni di tipo economico, diplomatico o culturale con gli Stati dell’Asia Centrale, di rafforzare la loro posizione nella regione. Da una parte la Turchia ha espanso la propria influenza tramite accordi commerciali e di difesa, e incontri bilaterali del Presidente turco Erdogan con le controparti kazake e uzbeke. Dall’altra parte la Cina ha continuato a perseguire i propri interessi economici nella regione. In particolare, il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha avuto un incontro con Tokayev in Kazakistan da cui è emersa una maggiore cooperazione in termini di sviluppo delle infrastrutture. È chiaro, dunque, che la guerra in Ucraina ha causato un cambiamento nel quadro geopolitico della regione, con Mosca che perde la sua presa in Asia Centrale, e altri attori che cercano di incrementare la propria influenza.
Alessia Scarmin
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