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I diari di Raqqa. Vita quotidiana sotto l’ISIS

Le recensioni del Caffè – Libro duro e onesto sull’esperienza del Califfato, “I diari di Raqqa. Vita quotidiana sotto l’ISIS” racconta la tragedia infinita della guerra civile siriana e il tentativo impossibile di vivere un’esistenza normale sotto un regime fondamentalista.

DALLA RIVOLTA ANTI-ASSAD AL CALIFFATO

Era il marzo del 2011 quando il mondo apprese che in Siria erano in atto manifestazioni contro il Governo opprimente e autoritario di Bashar Al Assad. Da allora, come un’onda increspata che con il passare delle ore diventa un mare in tempesta, la Siria è entrata in un vortice di violenza trasformatosi ben presto in una lunga e infinita guerra civile. Le notizie che ci giungono da quelle terre sono spesso frutto di una narrazione frammentata che si focalizza su specifici episodi militari relegando sullo sfondo il dolore di tutti coloro i quali vivono direttamente la tragedia di un conflitto. Il libro “I diari di Raqqa.Vita quotidiana sotto l’ISIS” è una fotografia, a tratti brutale, di Raqqa caduta sotto il controllo dello Stato Islamico. Il nome del protagonista, Samer, è di pura fantasia, ma la storia è autobiografica e inizia nel marzo del 2013, quando l’Esercito Libero Siriano ed il Fronte Al-Nusra presero il controllo della città. Da qui comincia un racconto lucido e sconvolgente di come la vita di persone comuni possa venire distrutta, giorno dopo giorno, dalle violenze e dagli atti di barbarie compiuti da uomini senza scrupoli che, in nome di una visione distorta dell’Islam, hanno trasformato una tranquilla città in un luogo di orrore e violenza.

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Fig. 1 – La bandiera nera di ISIS sventola su una chiesa armena di Raqqa, settembre 2013

UN REGIME DISUMANO

Il giovane Samer ci porta tra la sua  gente costretta a sopravvivere secondo le regole disumane imposte dagli uomini del Daesh. Un gruppo di giovani attivisti, chiamato Al-Sharqyia, di cui fa parte lo stesso protagonista, decide di combattere oppressione e brutalità attraverso l’unico strumento che possiede ovvero la parola. Si tratta di una ribellione senza armi né azioni violente, il cui obiettivo è quello di rendere partecipe il mondo intero della sofferenza di un popolo ferito, ma non pronto ad arrendersi. Il meccanismo per comunicare al di fuori dei confini siriani è rischioso e complicato visto che i messaggi vengono prima criptati, poi spediti in un altro Paese e poi passati alla BBC. Samer, dopo la morte e la cattura di alcuni dei suoi compagni, è costretto a entrare in clandestinità per sfuggire ad una possibile cattura, ma ciò non gli impedisce di continuare a raccontare di come la sua gente sia stretta nella morsa di un giogo che ha cancellato, in breve tempo, diritti e dignità.

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Fig. 2 – Un bambino rovista tra le macerie di Raqqa in cerca di cibo e oggetti da rivendere, primavera 2018

RABBIA E SPERANZA

Il libro, seppur breve è in grado di suscitare nel lettore sentimenti di sgomento e rabbia, rendendolo partecipe della tragica situazione in cui è costretto a vivere il popolo siriano attraverso descrizioni di lapidazioni pubbliche, torture e uccisioni sommarie in grado di scuotere le nostre coscienze a volte troppo assuefatte ai freddi bollettini di guerra. Le parole di Samer sono il grido di dolore di Raqqa, la quale si erge, in realtà, a simbolo di una intera nazione che, nell’indifferenza quasi totale della comunità internazionale, subisce, da anni, violenze e soprusi di ogni genere. Ma la forza di questo libro risiede nel forte sentimento di speranza, costantemente presente nel racconto e che traspare nei numerosi atti di coraggio della gente comune che non si arrende nemmeno di fronte ad una situazione così tragica e dolorosa. Samer, come ogni abitante di Raqqa, difende con forza il proprio diritto alla vita anche quando tutto sembra perduto: “Il mondo esterno non ha risposto alle nostre chiamate” (pag. 112).

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Fig. 3 – Alcuni cristiani di Raqqa celebrano per la prima volta messa dopo la caduta del Califfato, gennaio 2018

IL CALVARIO INFINITO DEL POPOLO SIRIANO

L’attivismo e la determinazione di questi uomini pronti a perdere la vita in nome della libertĂ  non sono stati sufficienti nĂ© a fermare la guerra, nĂ© a cambiare le ragioni che spingono le potenze regionali e internazionali a fare scelte dettate sulla base di egoistici interessi politici piuttosto che sui diritti a salvaguardia delle popolazioni civili. La Siria, seppur libera (geograficamente) dall’opprimente oscurantismo del Califfato, è ancora oggi costretta a vivere in una pesante instabilitĂ  politica che non fa sperare in una prossimo futuro di pace. Questo libro ha il merito di farci  conoscere la reale situazione di questo sfortunato Paese, che ci appare in tutta la sua drammaticitĂ , ma allo stesso tempo è un invito alla resistenza e alla speranza  per tutte quelle numerose aree del mondo coinvolte in una guerra civile o in un conflitto:  “Speriamo che il mondo impari da quello che è successo e faccia in modo che non si ripeta. Come recita un detto antico, Chi pianta un seme ottiene un buon albero. La speranza è l’unica cosa che ci è rimasta. La speranza che il nostro paese sia in grado di rialzarsi. La speranza che i sacrifici fatti dal nostro popolo possano scacciare la crudeltĂ  e il male che hanno perseguitato a lungo la nostra terra”.  Le parole conclusive di Samer arrivano dritte al cuore ed invitano, con forza, a non commettere gli stessi errori che sono costati la vita a migliaia di uomini e donne innocenti e, soprattutto, a non dimenticare l’orrore di un passato ancora così vivo nel cuore del popolo siriano.

Barbara Gallo

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Barbara Gallo
Barbara Gallo

Ha conseguito la Laurea in Sociologia con una Tesi sulle donne afghane. E ciò non ha fatto che aumentare la sua passione e il suo amore per quelle terre belle e selvagge e per quelle popolazioni fiere e coraggiose. Collabora con Archivio Disarmo perché sogna la pace e con la Fondazione Pangea perché sogna un futuro migliore per le donne. Attualmente vive e lavora come giornalista pubblicista a Roma.

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