In 3 Sorsi – L’ultimo report di Transparency International fa il bilancio dei quattro anni di Presidenza Bolsonaro. Tra interferenze negli organi di controllo e finanziamenti segreti agli alleati, l’ex capo di Stato ha contribuito all’istituzionalizzazione della corruzione in Brasile.
1. COME BOLSONARO SI È GARANTITO L’IMPUNITÀ
Bolsonaro ha istituzionalizzato la corruzione in Brasile. È questa la sintesi dell’ultimo report di Trasparency International (TI), che ha tracciato un bilancio dei quattro anni di Presidenza del leader dell’estrema destra brasiliana. Pesano contro di lui l’interferenza nella magistratura così come nelle società statali, i sospetti per l’acquisto da parte della sua famiglia di numerose proprietà in contanti, lo scandalo dell’Orçamento Secreto e le scelte nella politica ambientale. Oltre ai continui attacchi al sistema di voto elettronico. “Bolsonaro e la sua famiglia non sono stati condannati per i loro crimini poiché hanno neutralizzando il sistema di pesi e contrappesi della democrazia raggiungendo così l’impunità” – scrivono gli analisti di TI. Ci sono riusciti grazie alle numerose ingerenze di Bolsonaro negli organi di controllo. Il capo della Policia Federal, ad esempio, è stato cambiato quattro volte. Paulo Maiurino, direttore dell’ente fino al febbraio del 2022, ha lottizzato l’FBI verdeoro nominando nei posti chiave figure molto vicine all’ex Presidente. Alla Procura di Brasilia, unico organo competente a indagare sui politici, Bolsonaro ha nominato Augusto Aras, procuratore che dal 2019 al 2022 ha archiviato 104 indagini contro l’allora capo di Stato. Un comportamento considerato da TI come “un’omissione sistematica” da parte della Procura.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il nuovo report di Transparency International sostiene che durante i quattro anni di Governo Bolsonaro c’è stato un’evidente peggioramento dell’indice di percezione della corruzione
2. LA CORRUZIONE ISTITUZIONALIZZATA
Trasparency International segnala che diverse leggi approvate dal Governo Bolsonaro hanno incentivato pratiche di corruzione, come ad esempio la legge sull’Orçamento Secreto, definita dal rapporto di TI come “il più grande schema di corruzione della storia brasiliana recente”. A partire dalla fine del 2020, questo sistema ha permesso agli alleati di Bolsonaro di ricevere milionari finanziamenti pubblici grazie ad emendamenti parlamentari. Così, l’ex Presidente avrebbe dirottato fondi destinati a “salute, educazione e infrastrutture” per ampliare la propria base di consensi al Congresso e per aiutare i suoi fedelissimi a finanziare la propria campagna elettorale. Il maggiore beneficiario sarebbe stato il Presidente della Camera Arthur Lira, che per sdebitarsi non ha mai posto in votazione nessuna delle 145 richieste di impeachment presentate contro Bolsonaro. Un parallelo sistema di corruzione è stato favorito in Amazzonia, portando a una “disarticolazione della normativa ambientale” e un alleggerimento delle sanzioni per questo genere di reati: due fattori che hanno generato l’aumento del 150% della deforestazione nelle terre indigene in appena tre anni, oltre all’invasione dei garimpeiros, i cercatori d’oro la cui attività è stata legalizzata da una legge federale che li definisce “minatori artigianali”. Si tratta quindi, sostiene Trasnsparency International, di un chiaro tentativo del governo di “coprire i crimini ambientali commessi da questi gruppi”.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Forti critiche sono state mosse nei confronti di Sergio Moro, ex magistrato dell’inchiesta Lava Jato che al ballottaggio ha dichiarato il proprio sostegno a Jair Bolsonaro
3. IL RUOLO DI LULA E DEI MAGISTRATI DI LAVA JATO
Nonostante il cambio di Governo e la fine dell’era Bolsonaro, Transparency International nutre dubbi anche sul successore, cioè Lula. Secondo quanto dichiara il report, i Governi del Partito dei Lavoratori sono stati coinvolti in gravi scandali di corruzione con pesanti conseguenze sul piano economico, sociale e ambientali, in aggiunta al danno per la democrazia. Si tratta di un chiaro riferimento allo scandalo del Mensalão oltre che alla più nota inchiesta Lava Jato, che coinvolse l’attuale capo di Stato, impedendogli di correre per le presidenziali del 2018 vinte poi da Bolsonaro. Nonostante ciò, Trasparency segnala che proprio durante gli otto anni di Presidenza Lula, il Brasile è stato dotato di nuovi strumenti per il contrasto alla corruzione, strumenti senza i quali la stessa Lava Jato non sarebbe mai iniziata. Ed è proprio sui due magistrati simbolo di quest’indagine, Sergio Moro e Deltan Dallagnol, che si concentra parte della relazione di TI. Entrambi sono stati eletti al Congresso, ed al ballottaggio hanno fatto un chiaro endorsement nei confronti di Bolsonaro. “Appoggiare la candidatura di un politico estremista e antidemocratico scredita il significato della lotta alla corruzione” – conclude Transparency International.
Mattia Fossati
“08/10/2021 Cerimônia alusiva à 1ª Feira Brasileira do Nióbio” by Palácio do Planalto is licensed under CC BY