Ristretto – Al referendum costituzionale dello scorso 5 febbraio gli ecuadoriani hanno bocciato le 8 proposte del Governo di Guillermo Lasso, che ha fatto appello ai leader politici per raggiungere un accordo che possa garantire una soluzione ai problemi del Paese.
Lo scorso 5 febbraio i cittadini ecuadoriani sono stati chiamati alle urne per esprimersi sugli 8 quesiti del referendum costituzionale voluto dal Presidente Guillermo Lasso. I temi toccati nel referendum racchiudono: estradizione degli ecuadoriani che hanno commesso delitti legati alla criminalità organizzata, cambiamenti nel Consiglio della Magistratura, concessione di maggiore autonomia alla Procura, tematiche ambientali come, ad esempio, includere la protezione idrica nel Sistema Nazionale di Aree Protette, l’introduzione di maggiori controlli su molti movimenti politici, alcuni sospettati di avere legami con il traffico di droga, e la riduzione del numero dei deputati del Congresso. Nessuno degli otto quesiti elaborati per riformare la Costituzione ha ottenuto l’approvazione popolare, segnando una dura sconfitta per il Governo del Presidente Lasso. Allo stesso tempo, i cittadini sono stati chiamati a esprimere le loro preferenze nelle elezioni regionali e locali in alcuni punti del Paese. Anche su questo fronte i risultati inattesi hanno segnato negativamente il governo. Infatti, il lento scrutinio ha decretato la vittoria dei candidati del partito Revolución Ciudadana dell’ex Presidente Rafael Correa, che hanno trionfato nelle due città principali del Paese, Quito e Guayaquil, e nelle prefetture delle province più popolate, Pichincha, Guayas e Manabí. I risultati di questa tornata elettorale, che rappresentano un bilancio sull’operato del Governo e sono considerati un banco di prova in vista delle elezioni presidenziali del 2025, hanno segnato una rinascita del correísmo, che ha conquistato un terzo delle 24 province del Paese, quelle più importanti per densità di popolazione. Tuttavia, il dato più preoccupante sulle elezioni è che queste si siano svolte in un clima di violenza politica generatosi a causa degli assassinii dei candidati Julio César Farachio e Omar Menéndez. Julio César Farachio era candidato Sindaco della città di Salinas e il 21 gennaio, mentre teneva un comizio elettorale, è stato ucciso da due uomini in motociclettaì. Omar Menéndez, candidato Sindaco di Puerto López e risultato poi vincitore, è stato assassinato alla vigilia delle elezioni da un gruppo di persone armate. A questi eventi si aggiungono altri 15 atti violenti che l’Ecuador ha registrato durante questa tornata elettorale. Il Presidente Lasso, ex banchiere appartenente alla destra conservatrice, è alle prese con l’aumento della violenza nel Paese e, in seguito ai risultati del referendum, ha chiesto “un dibattito ampio e serio, senza dogmi o ideologie, su come affrontare la minaccia rappresentata dal narcotraffico e dai suoi legami con settori della politica”.
Erika Pozzuto
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