In 3 sorsi – Dopo aver espulso 222 detenuti politici e averli spediti negli Stati Uniti, il Governo di Daniel Ortega ha tolto ad altri 94 nicaraguensi la cittadinanza. Tra le persone colpite ci sono giornalisti, vescovi e molti altri attivisti.
1. GLI OPPOSITORI CONDANNATI ALL’ ESILIO
Il 21 febbraio è un giorno importante per il Nicaragua. È il giorno in cui si celebra l’anniversario della morte del generale Sandino, l’artefice della lotta contro l’occupazione statunitense negli anni Venti. Da qualche anno a questa parte, però, c’è chi non festeggia in segno di protesta. L’attuale Governo sandinista guidato da Daniel Ortega sta prendendo infatti una deriva sempre più autoritaria e intransigente nei confronti dell’opposizione. In una sentenza emessa il 15 febbraio il Presidente della Corte d’Appello di Managua, Ernesto Rodríguez, ha accusato di tradimento 94 persone, privandole della cittadinanza nicaraguense. Tra le persone colpite ci sono lo scrittore Sergio Ramírez, vincitore del Premio Cervantes, e il giornalista Carlos Fernando Chamorro. Entrambi si trovano attualmente in esilio, così come la scrittrice Sofía Montenegro e il vescovo Silvio Báez. Questa dura condanna arriva una settimana dopo che il Governo di Daniel Ortega aveva ordinato l’espulsione dal Nicaragua di 222 prigionieri politici, anch’essi privati della propria nazionalità. Questi erano stati trasferiti nella mattinata dell’8 febbraio su un aereo e portati all’aeroporto internazionale di Dulles, fuori Washington. Tutti gli oppositori riceveranno un visto umanitario per risiedere negli Stati Uniti per due anni, dopodiché potranno richiedere, se lo desiderano, asilo.
Fig. 1 – Attivisti e familiari aspettano l’arrivo dei prigionieri politici all’aeroporto internazionale di Dulles, dopo essere stati rilasciati dal Governo nicaraguense
2. LA CONDANNA DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
Dopo il rilascio dei prigionieri sembrava che si potesse aprire una porta al dialogo tra Stati Uniti e Nicaragua. Parlando alla tv nazionale, tuttavia, il Presidente Daniel Ortega ha bocciato questa ipotesi, assicurando che non c’è stato alcun negoziato con gli USA. Secondo il Governo si trattava infatti di una spinta volontaria per “espellere i provocatori criminali che avevano cercato di minare il Nicaragua in questi ultimi anni”. Molti Stati però, a cominciare dal Cile di Boric, hanno condannato fermamente le misure repressive adottate dal Presidente nicaraguense. Il Ministro degli Esteri colombiano Álvaro Leyva Durán ha affermato che la decisione di togliere ad altre 94 persone la cittadinanza è “ripugnante”. Non mancano poi gli Stati che si sono offerti di concedere la cittadinanza agli oppositori, come la Spagna.
Fig. 2 – Il Presidente Daniel Ortega insieme a sua moglie e vicepresidente del Governo, Rosario Murillo
3. L’OPPOSIZIONE ED I RAPPORTI CON GLI USA
Il Nicaragua sta attraversando una crisi dall’aprile 2018, quando scoppiò una serie di violente proteste contro Ortega. Almeno 355 persone rimasero uccise dalle Forze Armate, mentre altri volti dell’opposizione vennero arrestati. Intanto, grazie alla quasi totale assenza di avversari politici, Daniel Ortega è riuscito a conquistare il suo quarto mandato consecutivo nel novembre del 2021. Da quelle tanto contestate elezioni anche i rapporti tra Managua e Washington non sono certo migliorati. Lo dimostrano le sanzioni comminate dall’Amministrazione Biden ai danni dell’economia nicaraguense. Il Governo di Daniel Ortega, dal canto suo, non sembra disposto a negoziare, come ha chiarito nelle scorse settimane. Per molti analisti invece si tratta ormai di una questione di tempo.
Valerio Caccavale
“01.10 總統與尼加拉瓜總統奧德嘉(José Daniel Ortega Saavedra)雙邊會晤” by Taiwan Presidential Office is licensed under CC BY